Gabrielli, in parte parla anche al suo mondo, lo rassicura, dice che sta dalla loro parte che la colpa non è delle guardie che scorazzavano per le strade di Genova ma conferma lo spessore politico esibito a Roma durante la stagione in cui fu prefetto, tutore, quasi supplente, di Marino nello scorcio di consiliatura disgraziato che fece seguito a Mafia Capitale. All’epoca qualcuno si domandò se volesse continuare la sua corsa verso il vertice della polizia o se volesse correre per la poltrona di sindaco di Roma che si stava per liberare. Ora lo sappiamo: se per De Gennaro si sono aperte le porte dei servizi prima e di Finmeccanica poi, Gabrielli potrebbe scendere in campo forte dell’esperienza di commissario a L’Aquila dopo l’infausto Bertolaso e capace di reggere la scena mediatica come ha mostrato di saper fare al tempo del naufragio della Concordia. D’altra parte, nella sua prima vita, Gabrielli è stato democristiano, legato a Letta, Franceschini, Alfano e ora, pare, gradito a Renzi. Ha tutte le carte in regola per sembrare il nuovo che avanza. Infatti trasuda irritazione il senatore Giro di Forza Italia che, col Pd si contende i favori della lobby di polizia: «Sono esterrefatto dall’intervista del capo della polizia Gabrielli. Allibito e amareggiato. È un’intervista destabilizzante. Serviva? E sopratutto a chi e a cosa serve questa intervista sparata nella prima pagina e nelle due successive di Repubblica?». Lo afferma il senatore di Fi Francesco Giro. «Ora si solleverà un inimmaginabile polverone ferragostano e conoscendo la rettitudine di Franco Gabrielli sarà lui il primo a pentirsene anche per il linguaggio, il lessico e le espressioni utilizzate. Esprimo la mia solidarietà a Gianni De Gennaro che io considero un servitore dello Stato. Peraltro la magistratura ha fatto chiarezza sulle responsabilità di ciascuno. Ognuno faccia il suo mestiere diceva mia nonna». Finora nessuna reazione del Coisp che, di solito, tenta di conquistare un titoletto sui giornali, proprio in questi giorni con sparate contro la memoria di Carlo e la vita di chi gli ha voluto bene.
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