Hanno abolito i vitalizi! Evviva, evviva. Il popolo applaude alla distribuzione delle brioches; peraltro avariate.
Noi che abbiamo votato NO al referendum del 4 dicembre per difendere i valori fondanti della nostra Costituzione e in particolare il principio della centralità del parlamento, oggi non possiamo essere soddisfatti, perché questa legge è figlia della stessa ideologia perversa su cui era impostata la modifica costituzionale su cui fortunatamente i cittadini hanno espresso, a larga maggioranza, il loro giudizio negativo.
Questa legge, approvata con una così larga maggioranza parlamentare e su cui c’è un consenso così ampio nell’opinione pubblica, dimostra quanto quella vittoria fosse fragile, perché tanti di quei NO, probabilmente la maggioranza, furono semplicemente voti contro renzi e il pd, contro il governo, contro la politica, contro la “casta”, furono voti che non entravano nel merito della questione. Non erano voti per difendere la Costituzione e i suoi principi, e purtroppo in questi mesi non siamo riusciti a far crescere un movimento che continuasse e facesse crescere quella fondamentale battaglia politica ed etica. Ci siamo illusi che quel NO fosse sufficiente, che avessimo vinto, tanto che i protagonisti di quella battaglia hanno cominciato a fare altro – peraltro una cosa importante come provare a ricostruire una forza di sinistra in Italia – invece gli attacchi contro la Costituzione sono ricominciati, con la stessa violenza, con la stessa determinazione, con lo stesso obiettivo di stravolgere dalle radici l’impianto della nostra legge fondamentale.
Ma stavolta sono stati più furbi e hanno individuato un punto debole. Perché davvero quei vitalizi sono diventati una forma di privilegio inaccettabile, un elemento che mina la fiducia verso le istituzioni, un modo con cui pochi si arricchiscono alle spalle della collettività, perché quei vitalizi rappresentano quello che la politica è ormai diventata per tanti – sia per chi la fa sia per chi vede farla – ossia un modo, tutto sommato facile, per fare soldi e carriera. Per andare regolarmente in televisione o ammazzi qualcuno o fai il politico. Il sistema dei vitalizi andava certamente cambiato, andava cambiato da tempo – e il fatto che non sia stato fatto è già sospetto e indica che qualcuno voleva creare questo clima avvelenato – ma bisognava farlo rispettando le regole. Siete davvero tutti d’accordo sulla necessità di cambiare questo sistema, come proclamate ai quattro venti? Bastava una delibera dell’ufficio di presidenza della Camera e del Senato e non questa legge pasticciata. Invece avete voluto fare una legge che sarà dichiarata anticostituzionale, e quella probabilissima sentenza della Corte costituzionale darà nuovi argomenti ai nemici della “casta”.
Da almeno venticinque anni, da Mani pulite in poi, assistiamo a un attacco sistematico alla politica e quindi alle prerogative democratiche garantite dalla Costituzione. I mandanti di questi attacchi sono quelle forze che considerano i principi costituzionali un ostacolo alla propria smodata e violenta sete di potere, che vedono come un intralcio il parlamento, gli enti locali, le forme della democrazia; che preferiscono i governi tecnici, che predicano la governabilità a scapito della rappresentanza, che dicono che le decisioni devono essere rapide e non modificabili. Gli esecutori sono i politici che si sono messi al servizio di queste forze, tradendo la Costituzione su cui pure giurano, i giornalisti che assecondano questo disegno, gli intellettuali che offrono argomenti per giustificare questa involuzione democratica. Noi siamo le vittime, ma siamo anche i complici perché in questi anni non solo non abbiamo vigilato, ma ci siamo fatti convincere, e abbiamo chiesto il maggioritario, l’elezione diretta dell’esecutivo, abbiamo sistematicamente sputato sulla politica. E abbiamo applaudito ogni volta che ci toglievano un po’ di democrazia. Abbiamo continuato a votare per quelli che hanno mantenuto i vitalizi, se li sono goduti, e che adesso li useranno contro di noi. Perché questa legge o passerà e sarà un precedente molto grave o non passerà e servirà comunque a fomentare ancora di più l’odio verso la politica.
E gli attacchi continueranno, la prossima volta toccherà alle indennità dei parlamentari, e noi urleremo i nostri evviva, perché ci hanno ormai convinto che stare in parlamento non è un lavoro, e come tale deve essere retribuito, ma una specie di passatempo, magari per ricchi facoltosi o per sfaccendati senza arte né parte. E già adesso in parlamento ci sono personaggi per lo più appartenenti a queste due categorie. E poi diranno che non serve neppure che li eleggiamo: le elezioni sono un costo, ce lo ripetono ogni volta. Evviva. E quindi potremo abolire direttamente il parlamento. Evviva. E finalmente saranno loro a decidere per noi. Evviva?

 

se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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