L’Islanda è il primo paese al mondo a rendere per legge obbligatoria la parità di stipendio tra uomini e donne.

di Adriano Manna

A partire da oggi, tutti gli uffici pubblici e le aziende con più di 25 impiegati dovranno dimostrare di non perpetrare alcun tipo di discriminazione salariale basata su differenziazioni di genere, altrimenti andranno incontro ad una corposa ammenda.

La legge sulla parità dei salari è stata approvata in parlamento dalla grande coalizione composta da sinistra radicale, centro e centro-destra, che vede alla sua testa la Prima Ministra Katrin Jakobsdottir, attivista proveniente dalla sinistra radicale ecologista, ma è stata votata anche dalle opposizioni quasi all’unanimità.

In Islanda ad oggi il 50% delle parlamentari elette è donna, e anche in passato il paese si è distinto per un grande attivismo contro la discriminazione di genere: nel 2000 (seconda solo alla Svezia) l’Islanda introdusse un sistema di congedo parentale di nove mesi condiviso tra padre e madre, dando vita ad un metodo di gestione genitoriale che si è rivelato molto efficace per non penalizzare agli occhi del datore di lavoro le donne che decidono di avere figli.