di Luigi D’Alife
Sembrava dovesse incontrare “solo” il Papa in Vaticano, ma alla fine Erdogan sarà accolto dal nostro paese con tutti gli onori del caso: incontrerà Gentiloni e Mattarella. L’Italia sarà il primo paese a stringere la mano sporca di sangue del presidente turco dopo l’inizio del massacro su Afrin
Carte scoperte. Erdogan arriverà a Roma nella giornata di domenica 4 febbraio e ripartirà lunedì sera insieme alla moglie ed alcuni ministri turchi che lo seguiranno nella visita. La capitale sarà letteralmente blindata: 3500 uomini, cecchini, manifestazioni vietate. Per la visita di Erdogan a Roma è stata delineata un’ampia area di sicurezza denominata “Green Zone”. Un’area che sarà totalmente sottratta alle pubbliche manifestazioni per le giornate di domenica e lunedì. Il tutto avviene in collaborazione con i reparti speciali e anche agenti turchi con i quali sono in corso contatti quotidiani per mettere a punto i dettagli della visita.
La motivazione ufficiale della visita di Erdogan è di discutere della decisione americana di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele, ma sicuramente ci sarà modo di intrecciare e consolidare i rapporti economici tra Italia e Turchia.
La visita di Erdodan segue l’accordo stretto per lo sviluppo del sistema di difesa aerea a lungo raggio affidato al consorzio franco-italiano Eurosam e che è stato definitivamente firmato ad inizio Gennaio tra Erdogan e Macron a Parigi (ne avevo parlato qui).
Alla firma era presente anche l’ambasciatore in Francia Giandomenico Magliano e lo stesso Erdogan definì l’accordo come “molto importante, anche riguardo alla solidarietà tra i nostri Paesi”.
Ma ci sono altri grossi interessi in ballo come ad esempio la questione dei porti italiani, settore in cui l’interessa della Turchia si è esteso negli ultimi due anni. Dalla Turchia viene uno dei più grandi gruppi mondiali di terminal crocieristici (la Global Ports), che a sua volta fa parte della Global Investment Holdings, colosso turco con interessi in diversi settori.
Ma cosa interessa, esattamente, a Global Ports? L’obiettivo è principalmente quello di mettere un piede (o magari due) nelle società di gestione dei vari terminal crocieristici cosa che già è comunque avvenuta. Negli ultimi due anni, infatti, direttamente o indirettamente, ha acquisito il 70% della Cagliari Cruise Port srl, il 62% della Catania Cruise Terminal srl, il 53% della Ravenna Terminal Passeggeri srl e il 28% della La Spezia Cruise Facility scarl.
Gli interessi sono forti (e mica solo per questo) quindi possono tranquillamente passare in secondo piano i curdi, i morti ammazzati, pure le relazioni con ISIS e la fascio-islamizzazione del paese. Così come le centinaia di migliaia di arrestati, i giornalisti in carcere, le torture, le barbarie, la deriva autoritaria ecc.
E’ vergognoso che l’Italia riceva un criminale di guerra come Erdogan, per lo più in un momento come questo, ovvero mentre è in corso un’aggressione deliberata ed un massacro contro uomini, donne e bambini.
Non una voce fuori dal coro, non una presa di posizione significativa e forte né dalla cosiddetta società civile né dal “mondo intellettuale”. Una di quelle cose che in queste situazioni sapevi servisse poco e niente, ma tendenzialmente c’era.
Un aridissimo terreno di appiattimento, omologazione ed indifferenza quello su cui camminerà il dittatore sanguinario Erdogan. L’Italia si inchinerà ancora una volta ai piedi del sultano, una vergogna immensa, una complicità che ci rende colpevoli quanto lui.
Per fortuna in questo desolante quadro, qualcuno continua a non abbassare la testa. Contro la presenza di un criminale di guerra in Italia e in Vaticano.
#ErdoganNotWelcome