Il M5s e la Lega hanno vinto le elezioni del 4 marzo scorso soprattutto con i voti ottenuti al Sud, eppure nel ‘contratto’ che si accingono a firmare per il Mezzogiorno non c’è nulla

Nelle ultime elezioni politiche il M5s ha ottenuto nelle regioni meridionali uno strepitoso e, probabilmente, irripetibile successo elettorale. In Sicilia, ad esempio, alla Camera dei deputati il M5s è passato dal 33,6% del 2013 al 48,14% del 2018 ed al Senato dal 29,52% al 48,08%.

Anche la Lega di Matteo Salvini ha conquistato nel Sud straordinari consensi elettorali, soprattutto se consideriamo che in origine quello leghista era un movimento secessionista che ha accusato il Meridione di assistenzialismo e Roma di essere ‘ladrona’. In Sicilia, il Carroccio alla Camera dei deputati è passato dallo 0,2% del 2013 al 5,22% del 2018 ed al Senato dallo 0,1% al 5,44%. Il successo leghista è stato determinato dal fatto che una parte dell’elettorato di Forza Italia ha votato per la Lega.

Nonostante questi risultati, nelle cinquantotto pagine del ‘contratto’, per il Mezzogiorno, definito come un ‘marchio’, non c’è nulla o quasi. Ecco cosa prevede il documento programmatico che lunedì verrà consegnato al Capo dello Stato: ‘Si è deciso, contrariamente al passato, di non individuare specifiche misure con il marchio “Mezzogiorno”, nella consapevolezza che tutte le scelte politiche previste dal presente contratto (con particolare riferimento a sostegno al reddito, pensioni, investimenti, ambiente e tutela dei livelli occupazionali) sono orientate dalla convinzione verso uno sviluppo economico omogeneo per il Paese, pur tenendo conto delle differenti esigenze territoriali con l’obiettivo di colmare il gap tra Nord e Sud’. Inoltre, i due partiti sull’Ilva di Taranto si sono impegnati ‘a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto, proteggendo i livelli occupazionali e promuovendo lo sviluppo industriale del Sud, attraverso un programma di riconversione economica basato sulla progressiva chiusura delle fonti inquinanti’.

Tutto qui. Per gli esperti del M5s e della Lega i problemi strutturali del Meridione non solo non sono una priorità, ma non sono neanche ritenuti tali da essere presi in considerazione dal cosiddetto ‘governo del cambiamento’. Questo significa che il divario economico e sociale tra le diverse aree geografiche del Paese rimarrà irrisolto, anzi è assai probabile che esso si accentuerà.

L’unico provvedimento che riguarderà i poveri che vivono soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno sarà il reddito di cittadinanza, sempreché questa ennesima forma di assistenzialismo sia istituita.

Fonte: repubblica.it

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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