Spero che non sia richiesto al candidato anche di essere sincero.

Non faccio l’insegnante – per fortuna dei miei ipotetici studenti – e francamente non so con quali criteri i commissari giudicheranno i temi che i maturandi hanno scritto questa mattina. Spero siano valutati per come scrivono più che per quello che devono scrivere. A me basterebbe che non ci fossero errori grammaticali per dare la sufficienza e credo sarei generoso di fronte a congiuntivi usati correttamente.
Come ogni anno, le tracce proposte richiedono una notevole dose di ipocrisia. Tra l’altro credo che sia indicativo l’uso del termine traccia: il maturando non può scrivere quello che vuole, ma quello che qualcuno ha immaginato che dovrà scrivere e che ha già abbozzato nel lunghissimo titolo.
Immagino che perfino il figlio di Salvini – mi scuso in anticipo con lui se faccio questo esempio: magari è un ottimo ragazzo, che non condivide le idee del padre – affrontando la traccia sul brano di Bassani, scriverebbe una dura riflessione contro le discriminazioni razziali. Per prendere un bel voto, per passare alla maturità, sa che questo è quello che ci si aspetta che scriva nel tema, magari infilandoci il nome di Liliana Segre, che va così di moda: il nome della senatrice vale da solo già mezzo voto in più. E allo stesso modo bisogna scrivere che l’uguaglianza è un grande valore e che i Costituenti hanno scritto un bellissimo articolo su di essa. Oppure che De Gasperi e Moro sono stati lungimiranti nel costruire l’integrazione europea. Su Moro devi scrivere che è stato assassinato dalle Brigate rosse: anche in questo caso è un mezzo voto in più, anche se non c’entra nulla. E così via, di banalità in banalità.
Sono temi su cui si può esercitare quei buoni sentimenti mainstream che piacciono tanto ai redattori e ai lettori di Repubblica: e infatti subito Saviano ha scritto un tweet per lodare la scelta di queste tracce.
Poi scritti i loro “bravi” temi, svolte le loro tracce, le ragazze e i ragazzi in procinto di diventare maturi potranno fare quello che la società capitalista richiede loro ogni giorno: discriminare gli altri in base al colore della pelle, o al sesso, o a una malattia, ostentare le differenze e giudicare le persone in base alla loro ricchezza. E votare per partiti che sistematicamente violano l’art. 3 della Costituzione, perché pongono ostacoli di ordine economico e sociale, in modo da limitare di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini.
Perché noi vogliamo, cari maturandi, che voi siate come noi, che seguiate le nostre tracce.

 

se avete tempo e voglia, qui trovate quello che scrivo…

Di Luca Billi

Luca Billi, nato nel 1970 e felicemente sposato con Zaira. Dipendente pubblico orgoglioso di esserlo. Di sinistra da sempre (e per sempre), una vita fa è stato anche funzionario di partito. Comunista, perché questa parola ha ancora un senso. Emiliano (tra Granarolo e Salsomaggiore) e quindi "strano, chiuso, anarchico, verdiano", brutta razza insomma. Con una passione per la filosofia e la cultura della Grecia classica. Inguaribilmente pessimista. Da qualche tempo tiene il blog "i pensieri di Protagora" e si è imbarcato nell'avventura di scrivere un dizionario...

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