Francesco Cecchini

TORINO.

La Sindone

Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Forensic Sciences almeno la metà delle macchie di sangue della Sindone di Torino sarebbe falsa: solo alcune sarebbero compatibili con la posizione di un uomo crocifisso, ma altre non trovano giustificazione in nessuna posizione del corpo, né sulla croce né nel sepolcro. La ricerca di Matteo Borrini, dell’università di Liverpool, e Luigi Garlaschelli, del Cicap è stata fatta con tecniche di medicina forense che ha ricostruito la formazione delle macchie. Non è stata completata quindi non vi è un risultato defenitivo.
In Vaticano e nellarcidiocesi di Torino cè grande irritazione
E’ facile immaginare il nervosismo di Bergoglio, Papa Francesco, nel 2015, pregando davanti alla Sindone durante la sua visita a Torino era stato chiaro sulla posizione da sempre espressa dalla Chiesa aveva affermato: La Sindone attira verso il volto e il corpo martoriato di Gesù e, nello stesso tempo, spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata. Ci spinge nella stessa direzione del dono di amore di Gesù. Già nel 2013, pochi giorni dopo la sua elezione al pontificato, il Papa si era domandato perché luomo della Sindone ci invita a contemplare Gesù di Nazaret? Questa immagine, impressa nel telo, parla al nostro cuore e ci spinge a salire il monte del Calvario, a guardare al legno della croce, a immergerci nel silenzio eloquente dellamore. Lasciamoci dunque raggiungere da questo sguardo, che non cerca i nostri occhi ma il nostro cuore. Ascoltiamo ciò che vuole dirci, nel silenzio, oltrepassando la stessa morte.
SRINIGAR.

Tomba di Gesù, Roza Bal, Srinigar.
La vicenda riapre la riflessione se Gesù Cristo sia morto crocefisso sul Golgota e risorto dopo tre giorni o abbia avuto una vita e morte normale, magari in Kashmir, il paradiso in terra, come affermò l’imperatore Mughal Jahangir Se vi è mai un paradiso nel mondo, è qui, è qui, è qui. Chi non ha mai sentito della Valle del Kashmir. Con le sue rose, le più luminose che la terra abbia mai dato, i suoi templi e grotte e fontane così chiare, come occhi illuminati dallamore. e che abbracciano gli spruzzi?
Il Kashmir è da anni un paradiso in fiamme vedi un precedente articolo:
http://ancorafischia.altervista.org/kashmir-un-paradiso-fiamme
ma ai tempi di Gesù era come diceva l’imperatore Mughal Jahangir
Un storia racconta che Gesù sia morto come un uomo comune e giaccia in una tomba a Srinagar, capitale dello Stato indiano del Kashmir.

Ho visitato il Kashmir nel lontano 2006, 12 anni fa. In centro a Srinigar, nel sepolcro, di Roza Bal si trova la tomba di Gesù Cristo. Per la verità vi sono due tombe una è quello di un santo musulmano del periodo medievale, Syed Naseerudin, laltro è di un predicatore carismatico arrivato in Kashmir da Israele nel 30 d.C., Yuz Asaf, chiamato anche Issa. In kashmiri Yuz Asaf vuol dire il guaritore o il pastore. Chiedo ad Aditi, moglie kashmira di un collega indiano che mi accompagna in giro per la città, se la tomba ospiti anche Maria, la madre di Gesù. Aditi mi risponde: No, non è sepolta qui. Maria non sopportando i disagi del lungo viaggio, sarebbe morta lungo il cammino a pochi chilometri dalla frontiera col Pakistan. Kashmir pakistano, quindi? Chiedo Sembra di si, ma è leggenda, come la sepoltura qui di Gesù. Comunque alcuni ci credono. Molti pellegrini visitano i due luoghi di sepoltura. Io non lo credo. Dice Aditi. Il guardiano è però categorico, secondo lui si tratta di due tombe di due mussulmani. Un sarcofago è, però, posizionato da est verso ovest, come vuole la tradizione giudaica, al contrario di quella musulmana, che segue la direttrice nord-sud, ed è poi stato coperto da una pietra direzionata da nord a sud per conferire unidentità musulmana. Inoltre i piedi di Yuz Asaf, scolpiti sulla pietra, mostrano i segni di ferite del tutto simili a quelle inferte da un chiodo che li attraversa quando sono uno sopra allaltro durante la crocifissione, e in Asia non cè nessuna tradizione o traccia storica di crocifissione. Il santuario è chiuso al pubblico dal 2010, ma ne parla anche la guida turistica Lonely Planet. Alcunu libri raccontano la storia, tra gli altri: “The Bible in India” di un avvocato francese, Jesus in India, the lost tomb” di Suzanne Olsson, , “The Unknown life of Jesus Christ.” di Nicolas Notovich e perfino un thriller del 2007, The Rozabal line di Ashwin Sanghi.
CONCLUSIONE.
Come afferma Karl Marx le religioni sono l’oppio dei popoli, ma alcune leggende legate alle religioni sono divertenti.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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