Francesco Cecchini

Jair Bolsonaro
Jair Bolsonaro, candidato di estrema destra nel ballottaggio per la presidenza del Brasile, ha annunciato, domenica scorsa, che se vincerà perseguirà politici di sinistra e dissidenti. Una dichiarazione che probabilmente sarà piaciuta a Trump, Salvini e altri colleghi politici di Bolsonaro, ma è l’annuncio di un possibile disastro. E’ la prova che la classe dominante in Brasile, che appoggia Bolsonaro, non ha la minima lealtà verso la democrazia. Il popolo basiliano deve combattere fino all’ultimo, anche se oggi la vittoria del fscista sembra molto possibile. Un esempio di opposizione, lotta a questa presa di posizione di Bolsonaro. Il deputato del Partito dei Lavoratori del Brasile, Jorge Solla, ha dichiarato che le minacce di persecuzione di Bolsonaro vanno contro l’ordine legale e la Costituzione del paese. Jorge Solla, ha richiesto subito dopo, lo scorso lunedì, all’ Ufficio del Procuratore Generale l’arresto immediato del candidato di estrema destra brasiliano, Jair Bolsonaro, per un crimine contro la sicurezza . Le parole di Bolsonaro sono state: “L’azione sarà ampia… O escono o vanno in prigione, quei marginali rossi saranno banditi dalla nostra patria “. “Proporre la prigione o l’espulsione di oppositori politici è al di fuori del sistema legale brasiliano ed è una chiara dimostrazione pubblica che tenta di legittimare, attraverso il voto, azioni che distorcono la Costituzione e che hanno carattere arbitrario e persecuzione possibile solo nei regimi dittatoriali.” Ha detto Solla che ha sottolineato che quando si rivolge alla giustizia lo fa per tutta la militanza della sinistra, per le minoranze politiche e tutti i brasiliani, che vengono intimiditi dai fascisti che agiscono legittimati dal discorso di odio di Bolsonaro.
Non sarà facile sbarrare questa brutale deriva autoritaria della democrazia brasiliana, ma alle volte le cose non facili si realizzano.

 

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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