di Zoltan Grossman

 

Steve Bannon e Stephen Miller molto probabilmente stanno consigliando il Presidente Trump di seguire il modello ungherese per rapportarsi con i rifugiati ai confini sud del paese, allo scopo di ottenere un più ampio sostegno per le sue politiche autoritari di estrema destra. Trump sta ora seguendo il programma del Primo Ministro ungherese di estrema destra Viktor Orbán, che nel 2015-16 ha schierato la polizia nazionale e le truppe dell’esercito al contiguo bordo  meridionale dell’UE, al confine serbo. Hanno internato i Siriani e altri rifugiati musulmani in gabbie, la polizia li ha picchiati, i soldati hanno costruito una recinzione di filo spinato, e vigilantes fascisti hanno minacciato altri migranti. Una fotografa dei media, è inciampata in un siriano ed è stata arrestata al confine, ma la settimana scorsa la sua condanna è stata revocata. Per reagire alla violenza della polizia e ai suoi maltrattamenti, mentre cercavano di salire sui treni alla Stazione ferroviaria Est a Budapest, e per trovare maggiore sicurezza essendo in molti, i rifugiati musulmani hanno svolto una drammatica marcia a un posto di riparo al di là del confine austriaco, in una scena che somiglia alla carovana dei rifugiati in America Centrale.

Prima del 2015, l’estrema destra in Ungheria aveva soltanto i suoi vecchi  nemici Rom (gli zingari) e i liberali ebrei, per dare loro la colpa dei problemi del paese. Ora, però, hanno gli immigrati musulmani per spaventare gli elettori, proprio come i movimenti di estrema destra in Occidente.  La reputazione  di Orbán nei sondaggi e nelle elezioni cresceva così tanto, che il suo partito Fidesz  ha eclissato quello anche più a destra, Jobbik. Steve Bannon ha visitato l’Ungheria e ha cantato le lodi di Orbán, che idolatra apertamente Trump. Nello scorso anno Orbán è stato sufficientemente sicuro di sé da dare inizio a una campagna di odio contro il filantropo ebreo ungherese George Soros, incolpandolo di avere    la crisi dei rifugiati (con il tacito appoggio del Primo Ministro israeliano Netanyahu, e chiudendo l’Università Centrale Europea che ha fondato. Usare l’antisemitismo codificato è esattamente il modo in cui i seguaci di Trump al canale televisivo Fox News hanno collegato Soros alla caro vana dei rifugiati centro-americani. Dato che alcuni cittadini cristiani ungheresi ed ebrei avevano aiutato i rifugiati musulmani, Orbán, ha vietato questa assistenza umanitaria, e quini possiamo aspettarci quella stessa mossa da Trump.

Proprio come in Ungheria, ciò che accade ai rifugiati lungo il confine meridionale sarà un precedente per il modo in cui il regime tratta qualsiasi dissidente. Proprio come i partiti ungheresi liberali-di sinistra non sono scesi in campo contro             Orbán riguardo alla recinzione al confine, il Partito Democratico ha accettato la premessa che il oggi il dibattito riguarda l’immigrazione “illegale”. Tuttavia, cercare asilo dalla violenza, negli Stati Uniti, come negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, è del tutto legale, particolarmente per le persone che subiscono la violenza sistematica in paesi come la Siria e l’Honduras. Trump e Orbán non si stanno ora opponendo all’immigrazione illegale, ma stanno usando la xenofobia razzista per fermare l’immigrazione illegale. Molti leader e media si impegnano nella negazione del fascismo che minimizza la minaccia come una semplice febbre a favore di Trump che si farà diminuire con un’elezione.

La mia famiglia ungherese ha vissuto una situazione simile prima e durante la II Guerra Mondiale. Il mio nonno ebreo era nato a New Yorke quindi aveva il diritto di cittadinanza per nascita negli Stati Uniti dove ha sposato mia nonno ebrea ungherese. A metà degli anni ’30 è tornato nella città natale della sua famiglia, in Cecoslovacchia  dove mio padre era nato nel 1938. Quando i Nazisti, subito dopo, si sono impadroniti della Slovacchia, mio padre è stato  schiavizzato in una cava di pietra, e il Dipartimento di Stato Americano si è rifiutato di rinnovargli il passaporto in modo che la famiglia potesse scappare (hanno insistito che doveva andare all’ambasciata per fare la pratica, anche se agli Ebrei era proibito viaggiare). Questa è la stessa epoca in cui gli Stati Uniti rifiutavano ai rifugiati ebrei di sbarcare lì, o di bombardare le linee ferroviari che portavano dall’Ungheria ad Auschwitz.

I membri della mia famiglia sono diventati rifugiati nell’Ungheria fascista che è stata presa dai Nazisti nel 1944. Sono poi stati internati in un campo nemico, mentre il resto della mia famiglia è stato mandato ad Auschwitz. Quando gli Alleati hanno bombardato il campo, la mia famiglia ebrea è stata internata in una scuola che è soltanto a un isolato di distanza dalla Stessa Stazione ferroviaria est, dove i rifugiati musulmani hanno cercato la libertà 70 anni dopo. Alla vigilia di Capodanno del 1945, quando i Sovietici hanno accerchiato la città, mio nonno     con altri uomini ebrei vero il Danubio e sono stati giustiziati in un massacro infame. Mia nonna e mio padre che aveva 6 anni, sono stati trasferiti nel Ghetto, da dove in seguito sono scappati. Soltanto grazie alla cittadinanza di mio padre sono sopravvissuti all’Olocausto; altrimenti non sarei esistito.

Mio padre è morto in luglio a 80 anni e sono contento che non vede queste orribili scene che si svolgono in un paese che aveva chiamato patria fin da quando aveva 11 anni. Quindi, nel mio cuore e nella mia mente, il massacro degli Ebrei a Pittsburgh e lo schieramento di truppe  per affrontare una carovana di rifugiati, sono parte integrante della stessa minacci di fascismo che sta emergendo nel mio paese natale che si suppone sia un paradiso di libertà religiosa e di rifugio per gli immigrato che fuggono dalla persecuzione. Dovremmo tutti innalzare le nostre voci, le nostre acclamazioni e i nostri pugni per fermare queste atrocità prima che inizino, invece reagire a queste dopo il fatto.

Dovremmo mandare messaggi alle pagine Facebook delle unità militari dislocate sul confine, facendo notare che hanno il diritto legale di rifiutare ordini illegali di trattare in modo violento dei civili disarmati, o di rappresentare in modo errato i fatti al pubblico. Il Codice Uniforme della giustizia militare (Articolo 92) stabilisce il dovere di ubbidire a ordini legittimi, e quindi dovere di disobbedire a ordini illegittimi che sono chiaramente contrari alla Costituzione. Se il personale non è sicuro della legalità di un ordine di trattare in modo violento dei civili, può sempre inginocchiarsi per avere un consiglio.

Se davvero crediamo nei valori del “Mai più”, non possiamo banalizzare la crisi attuale soltanto come un’altra incivile controversia faziosa. Anche se tutti dobbiamo votare, questo voto non è soltanto per il midterm, ma per la futura sopravvivenza di qualsiasi parvenza di democrazia nel nostro paese.

Nella foto: immigrati al confine tra Ungheria e Serbia

Zoltán Grossman è professore di Geografia e di Studi Indigeni   presso l’Evergreen State College a Olympia, stato di Washington che è stato una persona sempre presente  nei movimenti per la pace, la giustizia e l’ambiente negli scorsi 35 anni. Il suo sito web è: http://academic.evergreen.edu/g/grossmaz.

La  sua  email è grossmaz@evergreen.edu

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://www.counterpunch.org/2018/11/05/trump-following-the-hungarian-model-in-demonizing-refugees-and-jews

Originale: non indicato

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2018 ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC BY NC-SA 3.0

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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