Francesco Cecchini

Giovedì scorso decine di migliaia di contadini sono arrivati a Delhi da tutta l’India, dall’Andhra Pradesh al Karnataka, dal Gujarat al Madhya Pradesh, dal Tamil Nadu  al Rajastan e hanno marciato per un paio di giorniper le strade della città fino a sfilare davanti al Parlamento per protestare contro una politica agraria del governo Modi, che li sta assassinando. La protesta e’ l’All India Kisan Sangharsh Coordination Committee (Aikscc), un’alleanza di 207 associazioni contadine. Molti contadini sono militanti del Partito Comunista dell’India (marxista), I contadini, ancora una volta, chiedono la cancellazione dei debiti contratti con le amministrazioni pubbliche e l’introduzione di un prezzo minimo per la vendita dei loro prodotti. Sotto la spinta delle pressioni, all’inizio del 2018 Modi ha approvato una riforma per assicurare ai contadini il 50% dei profitti del raccolto. Tuttavia il prezzo di riso, fagioli e semi di girasole continua a essere al di sotto dei limiti previsti dalle autorità. Se il governo avesse fatto rispettare questi limiti, lamenta Avik Saha, esponente del partito Swaraj Abhiyan, “lo scorso anno i coltivatori non avrebbero perso un guadagno pari a circa 360 miliardi di rupie (7 miliardi di euro)”. Negli ultimi  anni, dal 1995, oltre 300.000 contadini si sono suicidati per colpa di governi che li hanno sempre traditi. Non ultimo quello attuale di Modi. Uno degli slogan piu gridati è stato “Abbasso Modi”, sostendo che Modi ha tradito le promesse elettorali con cui ha vinto del 2014. E’ stata la più grande manifestazione di protesta da quando Modi ha preso il potere. In India il settore agricolo occupa quasi 800 milioni di persone, su un totale di 1,3 abitanti. Nonostante ciò, esso rappresenta solo il 15% dell’economia del Paese, che invece è trainata dal settore dei servizi.

La protesta di Delhi è l’ ultima di molte in anni recenti. Lo scorso marzo decine di migliaia di contadini provenienti dallo stato di Maharashtra avevano marciato 180 km per raggiungere Bombay protestare e chiedere le stesse richieste della marcia a Delhi..

Il link con un articolo sull’avvenimento pubblicato su Ancora Fischia il Vento è il seguente:

https://www.ancorafischiailvento.org/2018/03/29/india-marcia-di-contadini-a-bombay-e-guerra-popolare-nel-corridoio-rosso/

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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