A "No MUOS" demonstration outside the American military base NRTF-8 in Nisceni, Italy, March 30, 2013. Alessio Mamo—Redux
A “No MUOS” demonstration outside the American military base NRTF-8 in Nisceni, Italy, March 30, 2013. Alessio Mamo—Redux

Inizia oggi (5 dic.) il maxi processo contro il movimento No Muos. Intanto il prossimo 8 dicembre si torna in piazza a Niscemi mentre aumentano le tensioni con i Cinque Stelle.

Comincia oggi il maxi-processo per 129 manifestanti sotto accusa per la giornata di mobilitazione del 9 agosto del 2013, quando migliaia di persone invasero la base Usa di Niscemi  per rivendicare l’opposizione al MUOS e la difesa della pace e dell’ambiente. Una grandissima giornata di lotta popolare che vorrebbero tradurre in un problema di ordine pubblico e riscrivere la storia delle lotte nei tribunali. Non si è strattato di un problema giudiziario, ma di una grande giornata di lotta contro il Muos,  una invasione pacifica ma determinata e di massa contro una base coloniale, uno scempio paesaggistico ed urbanistico, devastante portatore di guerra, dove era in costruzione una grande opera militare “abusiva” ed illeggittima.

Tra i 129 manifestanti, denunciano i comitati, “34 dovranno rispondere anche dell’accusa di violenza e minacce a pubblico ufficiale, in quanto, secondo il pubblico ministero, «colpivano gli operatori di pubblica sicurezza con bastoni e diverse aste di bandiera e lanciavano verso loro pezzi di legno, bottiglie di vetro e pietre». Gli altri dovranno invece rispondere di invasione della base, dove «l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato» e rischiano o una sanzione di massimo 309 euro, o il carcere da tre mesi a un anno. Infine, dieci attivisti sono stati individuati come responsabili del taglio della recinzione con delle cesoie.”

Nei mesi scorsi il movimento è tornato in piazza ad Agosto si è tenuta una manifestazione a Niscemi, dopo quelle di Ragusa e Caltagirone. Intanto nuovi lavori sono stati portati avanti nella base con la complicità del governo locale e nazionale. L’arresto di Turi Vaccaro, tuttora detenuto nel carcere di Palermo, è stato un duro attacco contro il movimento, che si è impegnato nella campagna di solidarietà e la richiesta di liberazione.

 

Intanto sono esplose le tensioni tra i Cinque Stelle e il movimento No Muos nelle scorse settimane.

 

In un comunicato, il movimento chiama in causa il deputato regionale Giampiero Trizzino chiedendogli da che parte starà il governo.  “Sono ormai passati sette mesi dall’insediamento di questo governo e il nuovo esecutivo non solo non ha “mosso un dito” contro il Muos, nonostante lo stesso Trizzino abbia recentemente ribadito che l’obiettivo è lo smantellamento delle antenne, ma il governo giallo-verde, in piena continuità con il governo precedente, sta perseguendo un piano autorizzativo, eredità della Pinotti, che prevede nuovi lavori presso la base di Niscemi.”

Accusando il movimento Cinque Stelle di aver fatto un uso elettoralistico del movimento, i comitati di base contro il Muos dichiarano che “come già accaduto in passato, il governo “giallo-verde” in perfetta continuità con i governi Pd precedenti, potrebbe decidere di schierarsi nuovamente contro gli attivisti, le mamme e i cittadini siciliani che quel giorno hanno deciso, per qualche ora, di occupare la base della morte”. Si piegheranno anche loro davanti al governo USA chiedendo ingenti risarcimenti? Così scrivono in un comunicato diffuso sul sito.

Intanto il movimento ha partecipato all’assemblea di Venaus del 17 novembre, così come a Venezia e Firenze, rilanciando la lotta contro la base militare in Sicilia a partire dal prossimo 8 dicembre, quando una manifestazione NoMuos attraverserà Niscemi, con partenza ore 15 dalla Marinnuzza (Largo Spasimo).

Nel comunicato denunciano che si spendono “68 milioni di euro al giorno per le attività militari, quando mancano servizi primari per le persone, gli ospedali chiudono, aumentano le tasse, le strade e le montagne franano, la percentuale di disoccupazione e povertà è alle stelle, l’emigrazione ritorna massiccia”.

 

Mentre le spese militari aumentano, quelle sociali diminuiscono. Il governo attuale, in linea con i precedenti, continua a illudere i cittadini, e mentre non dà lavoro e servizi, fa dietrofront sulle grandi opere come TAV e TAP, e su Grandi Navi a Venezia e la Base Dal Molin a Vicenza.

 

Infine, “il governo prosegue quindi nei rapporti di sudditanza verso gli Stati Uniti, mentre sul MUOS gioca su annunci a effetto senza però chiedere realmente di smantellare questo sistema satellitare militare.” In piazza contro il Muos, quel giorno, torneranno le mamme No Muos, i comitati, gli abitanti, per rilanciare una lotta importante che sta subendo pesanti attacchi della magistratura e del governo. Ma la difesa della terra e della vita contro la militarizzazione, la morte e la guerra non si fermerà facilmente.

No Muos sotto processo: si torna in piazza l’8 dicembre

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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