SERGIO ENDRIGO


Francesco Cecchini


Il cantante Sergio Endrigo canta la giovinezza e la città dove ha trascorso l adolescenza Pola o Pula o Pulji, lasciata quando i suoi genitori scelsero di venire in Italia. Poi ritrovata perché Sergio Endrigo non ha mai voluto assumere il ruolo del fuggiasco e tagliare i legami con la sua terra. Internazionalista fu un italiano amico di tutti i popoli, anche degli slavi del sud, oltre il confine

1947
Da quella volta non l’ho rivista più, cosa sarà della mia città. Ho visto il mondo e mi domando se sarei lo stesso se fossi ancora là. Non so perché stasera penso a te, strada fiorita della gioventù. Come vorrei essere un albero, che sa dove nasce e dove morirà. È troppo tardi per ritornare ormai, nessuno piùmi riconoscerà. La sera è un sogno che non si avvera mai, essere un altro e, invece, sono io.

. Sergio Endrigo, è stato un comunista che con passione ha vissuto, scritto e cantato la vita, la passione, i conflitti e le contraddizioni del proprio tempo.
Significativa del suo impegno è la canzone,


LA BALLATA DELL’EX
Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano La notte solo il vento gli faceva compagnia Laggiù nella vallata è già pronta l’imboscata Nell’alba senza sole eccoci qua Qualcuno il conto oggi pagherà Andava per i boschi con due mitra e tre bombe a mano Il mondo è un mondo cane ma stavolta cambierà Tra poco finiranno i giorni neri di paura Un mondo tutto nuovo sorgerà Per tutti l’uguaglianza e la libertà…

Parlando di questa canzone il cantautore ha detto: È nata dalle letture di Calvino, Pratolini, il Cassola della Ragazza di Bube ed esprime lamarezza di quanti avevano creduto nella grande rivoluzione che doveva avvenire nel dopoguerra e che ovviamente non cè stata.
ANCH’IO TI RICORDERO’.
In questa canzone Sergio Endrigo ricorda Ernesto Che Guevara
Era mezzogiorno e prigioniero Aspettavi che si fermasse il mondo Fuori c’era il sole e caldi odori E parole antiche di soldati Forse vedevi la tua gente Cuba viva sotto il sole La sierra che ti ha visto vincitore Addio addio Chi mai ti scorderà Addio addio Anch’io ti ricorderò Era mezzogiorno in piena notte E gli uomini di buona volontà Tutti si guardarono negli occhi Poi ognuno andò per la sua strada È troppo tardi per partire Troppo tardi per morire Siamo troppo grassi comandante Addio addio Chi mai ti scorderà Addio addio Anch’io ti ricorderò Era mezzogiorno…

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “10 FEBBRAIO, RICORDARE SERGIO ENDRIGO.”

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