Giordano Bruno, da Nola, filosofo, magari anche un poco maliardo (come nei documenti per “mago” ndr), scienzato, astronomo e altro ancora, viene portato in questa bella piazza riscaldata da un grande falò, detto anche rogo.
Ignudo salvo la mordacchia alla bocca per impedirgli di parlare se ancora ne abbia desiderio e fiato.
Umiliazione : “No one shall be subjected to torture or to inhuman or degrading treatment or punishment – Articolo 5 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo – Nessun individuo dovrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o punizione crudeli, inumani, degradanti.(opera esposta al Macro Asilo di Roma 10 dicembre 2018 open call di Plexus International).
Nihil sub sole novum.
Così Giordano Bruno, condannato come eretico.
Così la raffinatezza dei metodi cinesi di tortura
Così Guantanamo.
Così gli orripilanti campi di sterminio tedeschi, dove una scienza infame sperimenta procedimenti infamanti affiancati a metodi di sterminio fino al genocidio,
Così le vergognose leggi razziali adottate e promulgate dal fascismo
Così i gulag
Così le foibe
Così gli stermini degli armeni
Così l’Africa in toto
Così il Nord e Sud America
Così la schiavitù
Così i palestinesi
Così gli israeliani e ancora ancora ancora
Così le guerre civili e le conseguenze derivanti dalle azioni dei vincitori sui vinti e chi sa quali e quanti eventi sciagurati mancano ma, ahimè, sono tutti presenti, attuali. Esseri “umani” che degradano e umiliano infliggendo dolore fisico e tormento psicologico ad altri esseri umani.
Dopo aver subito un processo estenuante in Venezia Giordano Bruno fu tradito dal Mocenigo, e subito trasferito in Roma. Detrattori ed esaltatori dal 1600 fino ad oggi. Regine e re e principi lo hanno ospitato durante il suo peregrinare per l’Europa, e con lui in italiano s’intratteneva la regina Elisabetta d’Inghilterra – lingua che oggi non è contemplata fra quelle ufficiali in Europa, ma l’Inghilterra ha sempre saltato alla corda per stravaganza con un piede dentro e uno fuori brexitsì brezitno e, quindi, non ha niente a che fare con la cultura del tempo quando l’Italia era importante e faceva scuola pur divisa in stati e staterelli. Si potrebbe esprimere meglio, ma questa è la realtà dei fatti.
Del suo soggiorno romano, sette anni, qui troviamo controverse versioni: una buia umida cella, o un comodo locale pieno di luce dove la biancheria viene cambiata due volte alla settimana e dove l’imputato può ricorrere, si noti, al barbiere, e sono contemplati a suo uso bagni e lavanderia…
Nei puntigliosi accurati verbali è documentata la
concessione di un copricapo di lana e di una copia della Summa di San Tommaso
Verità
dubbi. Autodafé o no ? Tortura feroce ? Lieve o del tutto assente? A Roma,
nel corso del 1597, forse subisce una seduta di tortura; “forse”
perché non va dimenticato che per l’Inquisizione la semplice minaccia di
tortura è registrata nei verbali come tortura effettuata.
Ripensamenti fino a che il Tribunale dell’Inquisizione, pone fine una volta per tutte senza accogliere un ennesimo invito-tentativo in extremis di Giordano Bruno ad una piena assunzione delle colpe attribuitegli ?
Come si fa a trarre conlusioni di assoluta certezza quando la massima parte degli incartamenti del Santo Officio andò persa o bruciata ad opera dei soldati francesi ?
O fu fatta opportunamente scomparire quando fu posto, finalmente, fine al Tribunale dell’Inquisizione ? In quale meandro o sotterraneo vaticano si dissolse la maggior parte dei documenti ivi conservati?
I quesiti sono molti e molti non hanno una risposta certa.
Eretico? Certo che sì – sentenzia il Tribunale di Roma – un giorno dei primi di febbraio del 1600. La sentenza è stata posta in atto, secondo un Avviso del 19 febbraio 1600, dove a mano si dà testimonianza che “… in Campo di Fiore ( luogo deputato all’esecuzione delle condanne a morte ndr) fu abbrugiato vivo quello scelerato frate domenichino da Nola (estrapolato) e diceva che moriva martire et volentieri et che se ne sarebbe la sua anima ascesa con quel fumo in paradiso.
Una lama di luce diretta verso l’alto, oltre il rogo oltre il puzzo di carne bruciata. Oltre. Il pensiero che sovrasta la cenere, la grettezza, la paura di perdere terreno e potere.
Il pensiero, illuminante bagliore che si spande dalle spalle rivolte a quella cupola che simboleggia l’inquisizione e le parole stampate e racchiuse nei volumi proscritti, all’indice.
La cena delle ceneri?
Ecco servito il cibo del pensiero indipendente e avanti al suo tempo. Fallace, forse, in certi punti; occorre ricordare che siamo nel corso del 1500 in mezzo a dispute feroci tra una scienza immobile e una in divenire, Indice di rivolta e di voglia di sapere.
Ogni 17 del mese di febbraio, Indice. Con il pensiero in piazza, scritto, declamato, dipinto, concretizzato. Chiamata aperta a tutti coloro che si proclamano svincolati da ogni tipo di schiavitù. Testimoni dell’oggi che è ancora e sempre quello di Bruno non lordato da bassezze.
La banda di Roma che alza le sue note, corone ufficiali e piccoli mazzi di fiori deposti sui gradini del basamento in una festa colorata di sole e cielo ,che ha inizio alle 10 di mattina e si protrae in varie fasi portate avanti fino a notte alta da cittadini e associazioni. Chiamata aperta di Marta Cavicchioni, Libero pensiero, Jerry Cutrillo A great team for a great “Giordano Bruno” night of wine, songs and poetry alla Libreria Fahrenheit.
L’onda martellante di Un valzer per il Mocenigo, colui che vendette all’Inquisizione Giordano. La musica di Jerry Cutillo mentre Venezia dorme ancora ma Giordano ne assapora già il profumo che avvolge, come in un abbraccio, questo suo ritorno tanto desiderato. Il filosofo ha accettato l’invito del nobile Mocenigo, interessato ad apprendere i segreti delle sue arti ma ciò si rivelerà una trappola che lo consegnerà presto nelle mani dell’Inquisizione.
Volge le spalle a tutti, in mezzo all’attenzione e alla musica e alle voci.
Volge le spalle per sempre, Giordano, a chi in quella piazza lo ha fatto abbrugiare ignudo e con la mordacchia mentre il suo pensiero e la sua parola continuano a incidere liberi per sempre le epoche a venire.