I CRIMINALI DITTATORI DEL PLAN CONDOR


Francesco Cecchini


Dopo anni di ricerche, dal giugno 1999 al giugno 2013, e il processo, il 17 gennaio 2017, in una sala del carcere di Rebibbia, è stata emessa la sentenza relativa ai casi di desaparecidos italo-americani dellepoca del Plan Condor. L accusa aveva chiesto 27 ergastoli, la corte ha sanzionato con lergastolo due cileni, un uruguaiano, due boliviani e quattro peruviani. Solo 8 ergastoli e in contumacia. Condannati solo circa un terzo degli ex militari latino-americani del Piano Condor. Colpevoli di aver attuato un piano di sterminio che ha infierito in America Latina e in particolare in Cile, Argentina e Uruguay negli anni 70 e 80 ai danni di unintera generazione di giovani militanti di sinistra, tra i quali numerosi quelli di origine italiana, torturati e spesso uccisi, in luoghi come Villa Grimaldi a Santiago del Cile o lofficina Automotores Orletti e lESMA a Buenos Aires in Argentina. Sono stati assolti quindi 19 ex militari, per lo più uruguaiani. Assolto Troccoli, lunico imputato residente in Italia e presente in aula, conosciuto allepoca come El torturador. Troccoli era accusato di aver partecipato al sequestro di cittadini italo-uruguaiani a Buenos Aires nel dicembre del 1977. I famigliari delle vittime presenti nella sala del carcere dopo la lettura della sentenza, hanno manifestato la propria delusione piangendo. Hanno dichiarato che faranno ricorso. Significativo quanto ha detto immediatamente dopo la sentenza Raul Sendic, vicepresidente dellUruguay e figlio di Raul Sendic eroe della lotta contro la dittatura militare uruguaiana, che trascorse parte della sua vita in prigione: Cè dolore e rabbia. Lo Stato uruguaiano ha fatto tutto il necessario in questo processo e faremo appello. Ci sentiamo ingannati dalla decisione del Tribunale.
Anche Javier Tassino, portavoce di Madres y Familiares de Detenidos Desaparecidos de Uruguay, dichIARç che lorganizzazione farà ricorso contro la sentenza del tribunale di Roma che ha assolto,


La richiesta di appello è stata ora accettata. Il 18 marzo 2019 i Pubblici Ministeri Francesco Mollace e Tiziana Cugini della Procura di Roma hanno deciso di fare appello rispetto la decisione di primo grado emessa da un tribunale italiano in merito a a membri delle giunte militari di Bolivia, Cile, Perù e Uruguay accusati della scomparsa di italiani nel quadro del denominata Operazione Condor, l’operazione repressiva coordinata dalle dittature di Cile, Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay, Bolivia e sporadicamente, Perù, Ecuador, Colombia, Venezuela, con la partecipazione degli Stati Uniti e che fu eseguita durante i decenni del 70 e 80. I Pubblici Ministeri Francesco Mollace e Tiziana Cugini chiedono ora l’ergastolo per tutti i criminali indagati.

COSA FU IL PIANO CONDOR.
Un documento declassificato della CIA in data 23 giugno, 1976 è lorigine del Piano Condor che venne messo in pratica negli anni 70 e 80. Agenti di sicurezza Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay e Bolivia si incontrarono a Buenos Aires per programmare e preparare azioni coordinate contro la sovversione comunista. In seguito si unirono Brasile, Perù ed Ecuador.
Argentina
È stata il centro, cuore e cervello, del Piano Condor, reprimendo sia allinterno che allestero. Organizzazioni per i diritti umani stimano che i disaparecidos siano stati 30.000. Importante per conoscere, capire cosa successe è il rapporto Nunca Mas della Comisión Nacional Sobre la Desaparición de Personas del 1984 presieduta dallo scrittore Ernesto Sábato. Le leggi di Punto Final (1986) e di Obediencia debida (1987) del governo di Raúl Alfonsin costituirono una amnistia per i crimini commessi durante la dittatura militare. I criminali Videla e Massera furono liberati grazie a un indulto firmato da Carlos Menen nel 1990, sulla base delle due leggi di cui sopra. Nel 2003, Patricia Walsh di Izquierda Unida, presentò alla Camera dei deputati un progetto di legge per annullare le due leggi che fu approvato. Da allora molti responsabili di crimini durante la dittatura militare, tra i quali Jorge Rafael Videla, furono processati e condannati.
Cile.
Il dittatore Augusto Pinochet non ha mai ammesso la partecipazione al Piano Condor. Suoi stretti collaboratori hanno, però, ammesso che riunioni di coordinamento delloperazione Condor sono avvenute in Cile nel novembre 1975. Nel 2002 Pinochet, quando perse il suo seggio di senatore a vita, fu incriminato e arrestato per la sua partecipazione al Piano. Venne processato per 75 omicidi attribuiti alla famigerata carovana della morte, che girò il Cile dopo l 11 settembre 1973. Pinochet non fu mai condannato. Si ritiene che lassassinio del ex comandante in capo dellesercito cileno, Carlos Prats e di sua moglie, avvenuto a Buenos Aires nel 1974, sia stata opera del Condor. Anche lassassinio a Washington nel 1974 dellex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier e del suo segretario Ronnie Moffitt. La morte nel 1982 dellex presidente Eduardo Frei fu considerata nel 2009 un omicidio, dopo unindagine e un processo a 6 persone. La dittatura di Pinochet è responsabile di migliaia di vittime, ma non cè una contabilità esatta.
Uruguay
In Uruguay, nessuno dei processati per violazioni dei diritti umani durante lultima dittatura è stato perseguito per aver partecipato al Piano Condor, né per omicidi eseguiti nellambito del Piano. Lex dittatore Juan Maria Bordaberry (1973-1976) è stato incriminato nel 2006 come co-autore dellassassinio di quattro esuli uruguaiani in Argentina nel maggio 1976, i deputati Zelmar Michelini e Hector Gutierrez Ruiz, ed i tupamaros William Whitelaw e Rosario Barredo. Lex dittatore Gregorio Alvarez (1981-1985) è stato condannato nellottobre 2009 a 25 anni per 37 omicidi di prigionieri politici, la maggior parte eseguiti dopo il loro viaggio clandestino da Buenos Aires a Montevideo nel 1978. Altri casi emblematici di coordinamento tra le dittature militari del Cono Sud, in cui ha partecipato un uruguaiano, è quello della figlia e della nipote del poeta argentino Juan Gelman. La figlia dello scrittore, Maria Claudia Garcia de Gelman, fu rapita a Buenos Aires nel 1976, a 19 anni gravida di sette mesi e trasportata in Uruguay, dove dieede alla luce e scomparve. Sua figlia Macarena Gelman fu data illegalmente alla famiglia di un ufficiale di polizia uruguaiano. La sua identità originale fu scoperta solo nel 2000. Proprio a causa del caso Gelman, la Corte interamericana dei diritti umani costrinse nel 2011 lUruguay a investigare i crimini della dittatura. Durante la dittatura uruguaiana sono scomparsi, nellambito del Piano Condor, circa 200 avversari, soprattutto in Argentina.
Paraguay.
I cosiddetti Archives of Terror, trovati nel 1992 vicino a Asunción provano il coinvolgimento della dittatura di Alfredo Stroessner nel piano Condor. Due militanti uruguaiani, Gustavo Inzaurralde e Nelson Santana, furono catturati e imprigionati ad Asunción e interrogati dal colonnello uruguaiano Carlos Calcagno. Indagini provano che i due assieme agli argentini José Nell, Alejandro Logoluso e Marta Landi, furono nel 1977 trasportati a Buenos Aires dove sparirono nellESMA, Escuela de Mecánica de la Armada. Laereo che li trasporto era quello personale del criminale Emilio Massa, con lo stesso ammiraglio a bordo.
Brasile.
Il Brasile ebbe un ruolo attivo nel Piano Condor. Lo prova la Commissione per la Verità creata nel 2012 dallallora presidente Dilma Rousseff, un exguerrillera detenuta e torturata dalla dittatura militare (1964-1985). Nel documento della Commissione si legge che il Piano Condor ha riguardato casi di violenza, prigionia, torture, rapimenti e sparizioni dentro e fuori del Brasile. Vi sono casi di rapimento e la scomparsa di brasiliani in Argentina, Cile e Uruguay e Argentina e Uruguay in Brasile. La commissione sta ascoltando le dichiarazioni di vittime sopravvissute in Messico, Perù, Argentina e Uruguay. In 8 stati brasiliani sono stati individuati 40 agenti o testimoni dellapparato repressivo che partecipato o furono presenti ad azioni del Piano Condor. La commissione sta indagando se ha anche le morti dei presidenti João Goulart e Juscelino Kubitschek siano da collegare al Piano.Sono circa 400 i morti e desaparecidos durante la dittatura militare in Brasile.
Perù.
In Perù lex dittatore Francisco Morales Bermúdez (1975-1980) ha sempre negato di aver partecipato nel Piano Condor.Tuttavia nel febbraio del 2012, un giudice argentino, Norberto Oyarbide, ha chiesto la sua cattura per azioni legate al Piano Condor: detenzione illegale e tortura nel 1978 di 13 persone poi portate in Argentina in un centro di detenzione federale. La giustizia italiana nel 2007 ha anche chiesto larresto e lestradizione di Morales Bermudez per la scomparsa di 25 cittadini italiani nellambito del Piano Condor. Il Tribunale di Roma lo scorso martedì 17 gennaio lo ha condannato allergastolo.
Bolivia.
Il generale Hugo Banzer, presidente dal 1971 al 1978, è stato accusato di aver coordinato la lotta contro la sovversione, con i suoi colleghi in Cile e Argentina, anche se ha negato qualsiasi connessione. Comunque è stato provato che Banzer sia stato responsabile dellarresto in Bolivia e la consegna ai militari argentini, nellagosto del 1976, dellargentina Graciela Rutilo e della sua giovane figlia Carla. Graciela sparì nel Centro di Detenzione Automotores Orletti a Buenos Aires. Juan José Torres, ex presidente della Bolivia fu ucciso nel 1976 a Buenos Aires, in unoperazione del Piano Condor.
Ecuador.
Secondo documenti della CIA, lEcuador iniziò a partecipare al Piano Condor. Un documento afferma: Lesercito è responsabile per lintelligenza e la condivisione delle informazioni tra i membri della operazione (Condor). La Marina è responsabile per le telecomunicazioni e lAir Force è responsabile per la guerra psicologica .


Le morti del Condor pesano ancora, le ferite dei suoi artigli sono ancora aperte. Ni perdon, ni olvido. Non bisogna perdonare, non bisogna dimenticare.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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