Riceviamo e pubblichiamo

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Donald Trump aveva affidato al genero Jared Kushner la stesura del Century Deal, accordo o affare del secolo, fra Palestinesi e Israeliani. Lo si conoscerà alla fine del mese di Ramadan, ma in questi giorni sono filtrate anticipazioni. Autentiche? O psyops per allarmare prima di rivelazioni ufficiali un pò meno rapaci?

Se tali rivelazioni sono verità,  l’Accordo è scritto sotto dettatura della destra israeliana e delle sue ambizioni di creare una Grande Israele, con pochi sostegni economici ai Palestinesi per alleggerire lo strangolamento della loro economia, e la creazione di un’entità “Nuova Palestina” nominalmente indipendente e ufficiosamente  sottomessa a Israele.

-In primo piano, la non contrattabilità del testo da parte dei tre firmatari : Israele, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) e, per Gaza,  Hamas  e Jihad islamica.
Se OLP e Gaza non firmano, gli Stati Uniti smettono di  finanziare i progetti a beneficio dei Palestinesi e chiedono ad altri paesi di astenersi. (nota*) .
Se OLP firma ma Hamas  e Jihad Islamica non lo fanno, viene lanciata una guerra contro Gaza con il pieno sostegno degli Stati Uniti.

Se Israele non firma? Gli Stati Uniti “cesserebbero il loro sostegno economico”, il che non è nemmeno immaginabile visto il peso determinante delle organizzazioni filo-israeliane a Washington.

-Firmato l’accordo, due stati alla pari? Israele è uno degli stati più armati al mondo, Nuova Palestina la si vorrebbe addirittura senza esercito.

-Territorio della Nuova Palestina:  quel che resta della West Bank (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza.
In Cisgiordania gli insediamenti israeliani illegali verrebbero annessi a Israele, ciò significa annessione della maggior parte dell’Area C  che, scrive Jonathan Cook,  a conti fatti lascerebbe allo stato N.P. circa il 12% della Palestina storica. (nota **) Il dodici percento di  territorio più povero di risorse – spogliato da Israele di fonti d’acqua, coerenza economica e risorse chiave sfruttabili, come le cave della Cisgiordania.
Il collegamento Cisgiordania – Gaza avverrebbe per mezzo di un’autostrada a …. 30 metri dal suolo sopra il territorio israeliano.
Nuova Palestina potrà avere un aeroporto, fabbriche, infrastrutture per il settore commerciale e agricolo … su terreni del Sinai … “offerti dall’Egitto” … “entro il termine di 5 anni” …. con  espresso divieto ai Palestinesi di risiedervi…

– La  capitale: l’Accordo prevede un capolavoro di insostenibilità. Gerusalemme capitale di entrambi gli stati, città indivisa, ma sotto il “controllo generale di Israele” .
I residenti palestinesi sarebbero cittadini della Nuova Palestina, ma la municipalità israeliana  rimarrebbe responsabile delle questioni relative al territorio; “Nuova Palestina” pagherebbe le tasse al municipio israeliano e in cambio potrebbe occuparsi delle scuole per ragazzi palestinesi.
Previsto un blocco immobiliare che impedisca compravendite di abitazioni fra palestinesi e israeliani.

I Palestinesi che vivono nella Gerusalemme occupata sono circa 435.000; attualmente detengono documenti di residenza permanenti – che Israele può però  revocare se vivono fuori città per un certo periodo di tempo – e non hanno diritti di cittadinanza; per l’accesso ai luoghi sacri anche in futuro dovrebbero dipendere dal controllo israeliano.

Dopo un anno dalla firma, in Nuova Palestina si terrebbero le elezioni e nel corso di 3 anni Israele “inizierebbe gradualmente” a liberare i prigionieri palestinesi in Israele.
Questi sono oltre 6.000, sottoposti acondizioni lontane anni luce dal rispetto dei diritti umani,  e circa 300 di loro  sono minorenni. 
La Grande Israele, con questo accordo sfuggirebbe alle conseguenze delle violazioni dei diritti umani perpetrati [vedere: KLWCT sentenzia: Israele e Yaron colpevoli ] e al divieto di acquisire territorio attraverso un conflitto.

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L’Istituto Science and Politics Foundation (SWP) della Germania conclude così l’articolo sul Century Deal(versione in italiano da traduttore online): 

La Germania e i suoi partner nell’UE dovrebbero precisare i principi nei quali ciascun progetto deve essere misurato al fine di contribuire alla soluzione duratura del conflitto israelo-palestinese: adempiere il diritto di entrambi Popoli, garanzia dei diritti umani individuali per l’intera popolazione tra il Mediterraneo e la Giordania, nonché l’attuazione del Diritto al Ritorno, che comprende sia il diritto individuale dei Profughi Palestinesi di scegliere che gli interessi delle attuali e future entità statali. Se la proposta degli Stati Uniti non soddisfa tali criteri, gli europei non dovrebbero sostenere singoli elementi del piano. 
In particolare, secondo l’esperienza degli ultimi 25 anni, lo sviluppo economico nei territori palestinesi non può essere conseguito attraverso massicci investimenti, se allo stesso tempo persistono ostacoli (in particolare le restrizioni alla mobilità, le procedure di autorizzazione e l’esaurimento delle risorse). È importante precisare chiaramente che cosa comporterebbe l’annessione di parti della Cisgiordania in impegni con Israele e quali sarebbero le conseguenze attese da parte europea. Gli europei non dovrebbero essere a disposizione per finanziare un’occupazione o un’annessione permanenti.

Dr. Muriel Asseburg, Senior Fellow nel gruppo di ricerca Medio Oriente e Africa.

© Stiftung Wissenschaft und Politik, 2019

Note 

(*) In realtà già dal 2018 gli USA hanno tagliato tutti i finanziamenti all’UNRWA, l’agenzia ONU per i profughi palestinesi, e interrotto i finanziamenti per gli ospedali palestinesi in Gerusalemme); oltre allo spostamento dell’Ambasciata americana a Gerusalemme e il riconoscimento della sovranità di Israele sulle (siriane) Alture del Golan, in aperta violazione del Diritto Internazionale secondo il quale l’acquisizione di territorio con la forza, ovvero in conseguenza di una guerra, è inammissibile. Il che si configura come un via libera americano per l’annessione futura della Cisgiordania-

(**) Lenta preparazione: nel marzo 2017, il Governo israeliano ha approvato per la prima volta in 25 anni un nuovo insediamento nella Cisgiordania centrale, nel 2019 in campagna elettorale Netanyahu ha fissato  l’obiettivo di estendere la sovranità israeliana alla Cisgiordania, soppresso la missione internazionale di osservatori a Hebron, che dal 1994, monitorava la città vecchia. Ci si aspetta che ciò acceleri la trasformazione della zona circostante con ulteriori  insediamenti e spostamenti della popolazione palestinese, l’enfasi sul patrimonio culturale ebraico contro quello islamico. Vedere La vergogna dell’Occupazione israeliana: i coloni di Hebron – Al Khalil 

Di AFV

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