Deportazione a Marsiglia, 1943

MARSIGLIA. UN’INCHIESTA APERTA PER CRIMINI CONTRO L’UMANITA’ DOPO LA RETATA E LA DEPORTAZIONE AL VIEUX PORT

Francesco Cecchini

Marseille est la plus belle ville du monde.        Cantano i Massila Sound.

Ho bevuto una birra, poi due, poi tre. Ero all’ombra, sulla terrazza della Samaritaine, sul porto. Qui, c’era sempre aria di mare, non era vera aria fresca, ma bastava non gocciolare il sudore ad ogni sorso di birra. Stavo bene qui. Nella più bella terrazza del Porto Vecchio. La sola in cui si può godere, dalla mattina alla sera, la luce della città. Non capiremo mai Marsiglia se siamo indifferenti alla sua luce. Qui è palpabile. Anche nelle ore più calde. Anche quando costringe ad abbassare gli occhi. Come oggi.

Da Solea di Jean Claude Izzo

Chi visita la città oggi  può vedere la Marsiglia di Jean Claude Rizzo, la sua luce, la sua bellezza, la sua vita. Jean Claude Rizzo ha raccontato Marsiglia nei suoi libri e racconti. E’ impossibile raccontare Marsiglia senza parlare di Jean Claude Izzo e viceversa. Il quartiere di Izzo è il Panier da dove si vede il Vieux Port e il mediterraneo. Per tutta la vita lo scrittore, che definì la città &una verità alla luce del sole&, si è battuto contro il suo snaturamento turistico.                                                                      & Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere a favore o essere contro. Essere violentemente. E non esiste la parola addio per chi l’ha vissuta nella sua intimità.&

La Marsiglia di Jean Claude Izzo.

Marsiglia ha vissuto anche giorni tragici. Le truppe tedesche occuparono Marsiglia dal 12 novembre 1942 e diversi attacchi le colpirono tra cui due attacchi il 3 gennaio 1943, che uccidero ufficiali e soldati tedeschi.

Il 14 gennaio 1943, due mesi dopo l’arrivo dell’esercito tedesco a Marsiglia, il generale Karl Oberg, capo della polizia tedesca, dichiarò dinanzi alle autorità francesi: &Marsiglia è il paradiso per banditi internazionali, questa città è il cancro dell’Europa, e l’Europa non può vivere fino a quando Marsiglia non verrà pulita.& Gli attacchi del 3 gennaio, quando i soldati del Grande Reich furono uccisi, furono il motivo per cui l’autorità tedesca volle ripulire tutti gli indesiderabili vecchi quartieri e distruggerli a ferro e  fuoco. La ritorsione fu confermata da una direttiva di Heinrich Himmler del 18 gennaio 1943.

Marsiglia fu investita da imponenti forze di polizia. Venerdì 22 gennaio tutto fu pronto e la grande retata di Marsiglia iniziò. Fu, dopo quella di Vel d’hiv a Parigi, la più grande retata sotto l’ occupazione nazista. Durante il rastrellamento in tutti i quartieri del centro di Marsiglia furono controllate 40000 persone e tra queste furono arrestate 5956 persone; 1642 vennero inviati alla prigione di Baumettes, inclusi 782 ebrei inviati la mattina del 24 gennaio a Camp Compiegne. Nessuno tornò dal campo di sterminio di Sobibor in Polonia. A questa operazione criminale parteciparono anche moltissimi poliziotti francesi, per lo più venuti da Parigi. Erano presenti Bousquet, Segretario generale della polizia di Vichy, Lemoine, Prefetto regionale, Barraud, delegato prefetto dell’amministrazione comunale, Chopin, Prefetto delle Bocche del Rodano, Rodelle de Porzic, Intendente di polizia.

Photo dated 1943 of the harbour of the city of Marseille. The city, occupied by the German army from November 1942 until August 1944 during World War II, continued to be an active centre of the French Resistance movement, which partly explains the German decision to dynamite the Panier district and the Old Port in 1943. AFP PHOTO INTERCONTINENTAL (Photo by INTERCONTINENTAL / AFP)

Distruzione del quartiere del Viex Port a Marsiglia

Settantasei anni dopo gli eventi, la giustizia francese indagherà su questo episodio. La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per &crimini contro l’umanità& al fine di trovare possibili responsabili  delle persecuzioni e il trasferimento forzato nel 1943 di migliaia di marsigliesi durante la cosiddetta retata del Vieux Port, Vecchio Porto, a Marsiglia. E’ dovuta a  una denuncia presentata contro X (anonimi)  da un avvocato di Marsiglia, Pascal Luongo, a nome di quattro sopravvissuti e discendenti di vittime. E’ una vittoria per le vittime, che hanno sempre reclamato il riconoscimento della retata del Vieux Port. Pascal Luongo, il cui nonno è stato una delle vittime di questa deportazione ha dichiarato:  &È il primo passo verso un giusto riconoscimento di un passato doloroso. Per tutta la vita, i sopravvissuti non hanno potuto mettere le parole su quello che era successo. Le indagini sono state affidate alla polizia di Marsiglia, che sarà in grado di ascoltare i sopravvissuti, ora ottuagenari.&.

E’ un esempio per tutti, anche per noi italiani.                    NON DIMENTICARE, NON PERDONARE E COLPIRE I COLPEVOLI!!!

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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