Salvini, Conte, Di Maio

Francesco Cecchini

L’origine del governo giallo verde è nota: dopo l’esito del voto alle politiche del marzo 2018 vi è stato il Contratto di governo tra Movimento Cinque Stelle e Lega, due forze politiche molto diverse tra loro. La Lega di destra, razzista e nazionalista e il M5s che si definisce interclassista e post ideologica. Il Contratto di governo è stato  marcatamente di destra riguardo  all’immigrazione, alla finanza, all’economia, alla sicurezza per non parlare dell’autonmia differenziata, che se attuata avrebbe messo in discussione l’unità della nazione italiana. M5s ha rincorso alla Lega rinunciando a punti importanti di programma con il quale si era presentato alle politiche del 2018 ottenendo un buon risultato elettorale: not Tap, chiusura dell’Ilva per bonfificarla, no alle spese militari con l’acquisto degli F-35, etc.,etc..  Quando sulla TAV Torino Leone i M5s non si sono allineati con il SI della Lega è scoppiata la crisi del governo giallo verde. Matteo Salvini prima ha chiesto un rimpasto del governo sostanzioso che avrebbe consolidato il suo peso, poi ha annunciato elezioni anticipate nelle quali chiederà agli italiani pieni poteri. La Lega presenterà entro breve la sua sfiducia a Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri.

DI FRONTE A QUESTA SITUAZIONE NON C’E’ OMOGENEITA’ DELLE FORZE POLITICHE SUL CHE FARE, ANZI.

Matteo Renzi sembra riprende la posizione di Franceschini e afferma in un intervista al Corriere della Sera che “Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle”. Inoltre punta il dito sul fatto che votare subito significherebbe un aumento dell’iva dal 20% al 25%, un danno considerevole per gli italiani. Renzi con questa proposta apre a un sostanziale accordo con M5s, ma aperto anche ad altre forze politiche come LEU e Forza Italia.

Anche Grillo è sceso in campo dichiarando: “Altro che elezioni. Salviamoci dai barbari” Il fondatore del Movimento 5 Stelle si è scagliato contro la Lega e contro le elezioni anticipate, invocando quella che si potrebbe leggere come un’apertura al Partito Democratico.

Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico ha dichiarato  Huffington post “no a una esperienza di governo Pd-M5s per affrontare la drammatica manovra di bilancio e poi magari dopo tornare alle elezioni”, anche per il “timore che questo darebbe a Salvini uno spazio immenso”.

Anche a sinistra le posizioni sono differenti. Nicola Fratoianni di Sinistra invoca contro Salvini un ampio fronte democratico col PD. Il segretario del PRC Maurizio Acerbo propone al PD e al M5S di fare in questo Parlamento un governo comune in grado di «mettere Salvini all’opposizione». Mentre per il Partito Comunista Italiano e per il  Partito Comunista dei Lavoratori, la crisi dl governo e le elezioni anticipate sono un’occasione per costruire un’alternativa politica reale.

Francesco Cancellato su Linkiesta, ha stilato un decalogo di ragioni a favore del rinvio del voto al fine di penalizzare Salvini.

PRIMO: perché non gli permetterebbe di capitalizzare il consenso.

SECONDO: perché si vedrebbe smontare tutto quel che ha costruito in un anno, o quasi,

TERZO: perché perderebbe la paternità di ogni successo di cui poteva bearsi,

QUARTO: perché non avrebbe più la visibilità mediatica che ha oggi, e nemmeno l’informazione asservita – basti il Tg2 come esempio – che si è costruito attorno alla sua leadership e che riverbera ogni suo messaggio.

QUINTO: perché si ritroverebbe a fare opposizione da solo.

SESTO: perché in Europa non conterebbe davvero più nulla.

SETTIMO: perché non toccherebbe palla sulle prossime nomine delle partecipate pubbliche.

OTTAVO: perché la Lega ha un disperato bisogno di soldi e gli imprenditori e le potenze estere tendono a finanziarti se sei al governo.

NONO: perché la Lega non è un monolite, e soprattutto al Nord c’è chi ha storto il naso di fronte alla svolta sovranista.

DECIMO: perché dall’opposizione non eleggi il Presidente della Repubblica, la carica più importante che c’è.

Il link con l’articolo di Francesco Cancellato sull’Inkiesta è il seguente:

https://www.linkiesta.it/it/article/2019/08/10/governo-pd-cinque-stelle-perche-salvini-non-vuole/43179/

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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