Francesco Cecchini

La famiglia Benetton è una multinazionale. Dietro limmagine pubblica vi sono sfruttamento, violazione dei diritti umani, povertà e corruzione. Benetton si è arricchita e si arricchisce legando la propria immagine a tematiche sociali forti e progressiste, sfruttandole per aumentare il proprio profitto. Ha creato un sistema di sub-sub-subappalti dove i contoterzisti vengono tenuti strettamente sotto controllo e scaricano i costi delle condizioni imposte da committente sulla pelle dei propri lavoratori. Ha esportato sempre più lontano il modello di sfruttamento sperimentato allinizio sui suoi fornitori veneti: prima nel meridione dItalia, poi nellEuropa del Sud e dellEst, in Nord Africa e infine in Estremo Oriente. Si è ostinato a negare qualsiasi coinvolgimento tutte le volte che venivano a galla le reali condizioni di lavoro nelle sue subforniture, sia che si trattasse di sottosalario a Bronte che di lavoro minorile in Turchia o di stragi operaie a Dacca. Ha abbandonato un territorio quando non gli serviva più, o lo considerava troppo oneroso, come la fabbrica di Chalons en Champagne, in Francia, perché erano state introdotte le 35 ore lavorative settimanali. Ha intascato finanziamenti pubblici. Tutto questo coperto da campagne pubblicitarie internazionali allinsegna dellimpegno sociale.
LA VITA PRIMA DEI PROFITTI! Presidio contro Benetton ad un anno dal crollo del Ponte Morandi.
14 agosto 2019 | Ore 10.00 Treviso, Piazza Duomo Tutte e tutti davanti alla sede di Edizione srl, la holding della famiglia Benetton, per far sentire la nostra voce: VOGLIAMO GIUSTIZIA!
Il 14 agosto 2018, alle ore 11.36, crollava a Genova il Ponte Morandi, causando 43 morti, numerosi feriti e centinaia di sfollati. Ad un anno da quella strage ci troviamo a Treviso per denunciare le responsabilità della società Autostrade per lItalia, concessionaria di quel tratto di A10 e parte del gruppo Atlantia, controllato dalla famiglia Benetton. Sono loro i principali responsabili di quella strage, nonché di quanto è avvenuto e avviene sugli oltre 3000 km di autostrade di cui è concessionaria in Italia.
La gestione delle autostrade non può essere affidata a privati, più preoccupati di far profitti che di sicurezza e manutenzione! Nel nostro Paese la metà delle concessioni autostradali fanno riferimento a società collegate ai Benetton, noti im-predatori veneti che hanno alle spalle una lunga storia di sfruttamento, nel nostro territorio e non solo:

  • negli anni 70 con il decentramento produttivo nel settore tessile hanno rovinato famiglie e territori in tutto il Veneto;
  • con le successive delocalizzazioni, soprattutto in Paesi asiatici come il Bangladesh, hanno sfruttato migliaia di lavoratrici e lavoratori e causato centinaia di morti per mancanza di misure di sicurezza nelle loro fabbriche;
  • dagli anni 90 occupano le terre ancestrali del popolo Mapuche in Argentina (1.100.000 ettari!), perseguitando, incarcerando e uccidendo chi tenta di opporsi a questa rapina;
  • negli ultimi 20 anni si sono buttati su autostrade, porti e aeroporti in tutto il mondo e realizzano utili a due cifre;
  • ora vogliono mettere le mani su Alitalia e si preparano a fare affari con le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026…
    Insomma, dall’Italia all’Argentina Benetton devasta e assassina: FERMIAMOLI!
    Benetton deve rispondere di tutti questi crimini: per le stragi come quella del ponte Morandi e del ORana Plaza a Dacca (Bangladesh, 2013), per le uccisioni di attivisti come Santiago Maldonado (Argentina, 2017), per aver calpestato i diritti di lavoratrici e lavoratori in tutto il mondo, per la rovina di famiglie e territori.
    Benetton non è un modello, se non per chi vuole ancora un sistema che si basa sulla distruzione della vita degli esseri umani e della natura! Le infrastrutture sono beni che devono servire alle comunità, non occasioni di profitto per aziende private: vogliamo che la loro gestione sia pubblica e vogliamo il ritiro delle concessioni subito!
    Esigiamo il rispetto della vita umana, di tutti i popoli e dellambiente.
    Per tutte queste ragioni ci diamo appuntamento il 14 agosto in Piazza Duomo a Treviso, ad un anno da una tragedia che è l’emblema di un intero sistema che va radicalmente messo in discussione e trasformato! Sta a noi farci sentire e organizzarci.
    Promuovono:
    Comitato no terza corsia A13 Padova-Monselice Red Internacional en defensa del Pueblo Mapuche Cucina Brigante Potere al Popolo

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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