Francesco Cecchini

Giallo Di Maio , gialloverde Conte, verde Salvini
Il gialloverde Premier Conte ha attaccato duramente il verde Vice Premier Matteo Salvini. ” Ha perseguito interessi personali. E’ irresponsabile, opportunista, irrispettoso delle istituzioni, autoritario” e così via. Viene da chiedersi dove erano in questi 14 mesi di governo Giuseppe Conte e M5s e perché non abbiano denunciato prima gli atteggiamenti di Matteo Salvini. Oltre a tacere non lo hanno denunciato. L’attacco critico di Giuseppe Conte a Matteo Salvini è un attacco critico, anche se involontario, a se stesso, che peserà sul suo presente e futuro politico.
Il verde Vicepremier Matteo Salvini Ministro degli Interni nella sua azione di governo si è caratterizzato per strappi costituzionali, violenza ad avversari e semplici cittadini colpevoli di dissentire, oscena opera di falsificazione della realtà precipitando un paese in crisi nel delirio xenofobo, anti europeista, razzista e pre golpista di tanta parte della sua gente. Significativo il suo appello ad avere pieni poteri. Salvini ha sbagliato nei modi e nei tempi nei quali ha provocato la crisi e anche i suoi futuri soci in caso di elezioni anticipate glielo hanno ricordato.
Anche il giallo Vice Presidente Ministro dell’Economia ne esce male per il silenzio sul verde Vice Premier e Ministro degli Interni Matteo Salvini e per il suo comportamento in questi ultimi giorni e prima. Luigi Di Maio è stato uno spettatore silenzioso della crisi di governo. Mentre Conte cercava, o almeno si sforzava, di costruirsi un lasciapassare politico attaccando in Senato Matteo Salvini, Di Maio si agganciato al Premier tacendo, ma la sconfitta era già arrivata. Il controllo di M5s l’ha persa . Liniziativa lha presa Beppe Grillo che lo ha commissariato imponendo la linea politica del non voto e riunendo la squadra di governo nella sua villa a Bibbona. Davide Casaleggio sembra aver scaricato il capo politico del M5S e aver dato il via libera alla trattativa col Partito democratico. Di Maio rimarrà ai margini del nuovo esecutivo a favore di un’area vicino al presidente della Camera Roberto Fico. Il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti ha fatto capire che vuole la testa di Di Maio, o meglio il suo ministero, per dare il via libera a un governo istituzionale con il Movimento Cinque Stelle.
I cinque punti indicati da Zingaretti nella relazione alla Direzione del Pd per trattare sulla nascita di un nuovo governo di legislatura vanno nel senso di escludere un posizione come quella di Luigi Di Maio per il suo ruolo passato e le posizioni sostenute.
1: “L’impegno e l’appartenenza leale all’Ue per una Europa profondamente rinnovata. Non l’Europa di Visegrad ma un Europa del lavoro, dei diritti e dei doveri, delle libertà, della solidarietà e della sostenibilità ambientale e sociale, del rispetto della dignità umana in ogni sua espressione”.
2: “Il pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa incarnata dai valori e dalle regole scolpite nella Carta Costituzionale a partire dalla centralità del Parlamento”.
3: “L’investimento su una diversa stagione dello sviluppo fondato sulla sostenibilità ambientale”.
4: “Una svolta profonda nell’organizzazione e gestione dei flussi migratori fondata sui principi di solidarietà, legalità e sicurezza. Nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e l’impegno prioritario per affermare un pieno e diverso protagonismo dell’Europa in questi temi”.
5: “Una svolta delle ricette economiche e sociali a segnare da subito un governo di rinnovamento in una chiave ridistributiva e di attenzione al lavoro all’equità sociale, territoriale, generazionale e di genere. Che riapra una stagione di investimenti pubblici e privati”.
In seguito si aggiunge un sesto punto: “evitare l’inasprimento della pressione fiscale a partire dalla necessità di bloccare con la prossima legge di bilancio il previsto aumento dell’Iva”.
La trattativa con il Partito Democratico non sarà gestita da Luigi Di Maio, ex capo politico oramai, ma dai due capigruppo grillini Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva.
NOTIZIA IMPORTANTE.

LUIGI DE MAGISTRIS
                   Luigi De Magistris                                                                                       Il sindaco di Napoli ed ex magistrato Luigi De Magistris ha detto che quando ci saranno le prossime elezioni politiche si candiderà alla guida del paese, e ha detto di essere al lavoro per costruire quella rete di convergenze collettive e individuali per battere soprattutto il salvinismo imperante. De Magistris è sindaco di Napoli dal 2011 e nel 2017 ha fondato il partito Democrazia Autonomia, di cui è presidente. Parlando con i giornalisti a margine di un evento pubblico a Napoli, ha detto: "Nel momento in cui dovesse arrivare — fra un mese, un giorno, tre mesi un anno, non lo possiamo sapere — lo scioglimento delle camere da parte del presidente della Repubblica, io un minuto dopo sarò candidato alla guida del paese".

Vignetta di Gabriele Berretta

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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