Mentre Conte annuncia, sulla scia delle direttive che arrivano da una decadente Berlino, niente di meno che un “Green new deal” all’assemblea ONU e Paolo Gentiloni ci informa che la Commissione UE “vuole investire oltre mille miliardi di sostenibilità’, non possiamo fare a meno di puntualizzare che nel Bel Paese è in corso una ubbidiente strategia, ugualmente “alternativa”, mirata sui “rigassificatori” che hanno la funzione di riportare il gas liquido( volume 600 volte superiore) al suo stato naturale gassoso che verde non è ed invece inquinante lo è assai.

Due sono già funzionanti. Il primo è un off-shore presso Rovigo. Il secondo è a Paningallia in provincia di La Spezia. Ai nastri di partenza Gioia Tauro che sarà il più grande. In costruzione uno a Porto Empedocle in Sicilia e un altro (off-shore) tra Pisa e Livorno in Toscana.
Brindisi, dopo il giudizio positivo sulla valutazione di impatto ambientale, attende la decisione politica.
Il rigassificatore di Cagliari, dopo il giudizio negativo dell’ufficio tecnico del Ministero e il discorso di Conte contrario alla dorsale, appare non più fattibile, con grande mestizia dei sindacati confederali, di Confindustria, di Regione sarda che, a mio giudizio, però non molleranno la presa, con grandi possibilità di riaprire la partita.1)

Sull’immane follia di costruire un rigassificatore a Cagliari, non in una piattaforma off-shore, ma in un Porto canale,2) attiguo al Porto passeggeri e turistico, a trecento metri da un centro abitato, con “rischio ambientale rilevante”, in un’area di alto pregio paesaggistico, dirò in un articolo successivo. Ora mi preme “demistificare” il carattere “alternativo” del metano.

E’ vero che si parla di emissioni di CO2 in misura minore, ma ricordo solo del 30/40%. Minore è anche la quantità nel metano di altri inquinanti. Comunque la sua sicurezza è stata smontata da studi specifici soprattutto negli Stati Uniti che hanno avuto modo di notare come, durante la fratturazione idraulica, fuoriescano miliardi di metri cubi che vengono immessi nell’atmosfera.
Tali studi mettono in evidenza che ciò può avvenire anche con impianti moderni e super-controllati e che la perdita di gas avviene anche durante il trasporto e nella distribuzione. Nonostante le tanto declamate garanzie di sicurezza.

Quindi nessuna alternativa sostanziale rispetto al classico fossile (petrolio o carbone). Niente di paragonabile alle fonti realmente alternative come l’eolico, il solare, l’idrico, il geotermico… Ma, per quanto riguarda il profitto e la spasmodica ricerca di fonti energetiche immediatamente spendibili, il metano, elemento di base del gas naturale, non ha rivali.

L’Occidente capitalistico, che attualmente ha nel fossile (l’85% dei consumi complessivi) il suo asse portante, non potrà certo dismetterlo, se non in percentuali ridotte. Potrà fare propaganda, dichiarazioni, appelli sulle fonti realmente alternative( Greta è stata molto utile per evidenziare il matrimonio d’interesse tra Capitale ed ambiente), potrà spendere forti somme per trovare nuove forme di business, nuove forme di investimento per combattere la recessione in atto a livello europeo, ma non rinuncerà alle sue disastrose fonti più agevoli e redditizie.

Si narrava che il gas naturale avesse scadenze non superiori ai 50/100 anni. Non è vero. Se si vuole distruggere il pianeta, scavando nei mari e negli oceani (per ora vicino alle coste) e se non si ha paura con la fratturazione idraulica di inquinare le falde acquifere e di provocare fenomeni sismici,3) il gas naturale può dare respiro al settore estrattivista per secoli

Gli stati, in tutto il pianeta, grandi o piccoli che siano, sono militarizzati, investono con un accanimento poderoso negli armamenti e le fonti energetiche hanno, in tale contesto, un ruolo militare e perciò saranno sempre più sotto ferreo controllo dei governi che non tollereranno opposizione, manifestazioni, proteste. Certo, qualche elemento di fonte pulita può essere data in pasto ai militanti perché si possa credere in una svolta alternativa…4)

Il metano diventerà un’arma strategica nel conflitto tra le grandi Potenze, conflitto attualmente commerciale, finanziario, diplomatico che suppongo possa sfociare in conflitto nucleare. La Repubblica Popolare Cinese sta rispondendo anche in questo campo, colpo su colpo, alle nuove iniziative statunitensi. La fratturazione idraulica, terrificante per l’ambiente ma assai conveniente dal punto di vista delle spese e dell’accesso alle fonti energetiche “di casa”5) è praticata ora con vigore anche dall’Impero Celeste, in una sfida che va ben al di là del predominio economico.

Le masse popolari possono stravolgere i piani dell’apparato politico-finanziario, ma solo se saranno milioni di persone, in un orizzonte conflittuale anticapitalistico, con un progetto denso e articolato di formazione sociale, a mobilitarsi…le deleghe elettorali non saranno sufficienti…nell’epoca in cui i conflitti non saranno più risolvibili pacificamente…

NOTE
1) Conte si è espresso favorevolmente a depositi GNL nelle aree industriali da servire con camion cisterna. I rigassificatori dovrebbero essere in piccola scala. Ha accennato anche ad un elettrodotto Sicilia-Sardegna da realizzare ovviamente in tempi lunghi, proposta respinta dal Presidente della Regione Sarda Christian Solinas
2) Il porto-canale, con il rigassificatore a due passi, entrerebbe in crisi ( è ciò che vogliono politici e sindacalisti confederali sardi ?) Quattro gasiere al mese pronosticate (potrebbero diventare otto) darebbero il colpo di grazia ad un investimento che è costato una valanga di milioni
3)”La fratturazione idraulica, o fracking, consiste nell’iniettare acqua, sostanze chimiche e sabbia silicea ad alta pressione nella roccia impermeabile allo scopo di forzarla a rilasciare idrocarburi( di solito gas naturale) da utilizzare come combustibili” Saskia Sassen, Espulsioni, Bologna 2015
4) il Consiglio Europeo, nel dicembre del 2018, ha confermato gli obiettivi già prefissati nel ’14 : un miglioramento del 32,5% per l’efficienza energetica, una quota del 32% per le fonti rinnovabili entro il 2030
Previsioni credibili mentre l’economia europea risulta sempre più in affanno, data l’emarginazione dello stato nella gestione finanziaria-economica e la pesante caduta del mercato interno ?
5) Gli Stati Uniti, con il fracking, si sono resi di fatto indipendenti dal petrolio del Golfo. Naturalmente il prezzo da pagare è altissimo, dall’inquinamento delle falde acquifere alla radioattività…La Cina vuole rendersi il più indipendente possibile. La dipendenza non solo dal Golfo ma anche dai suoi alleati come l’Iran e la Russia si alleggerisce. Ancora usa il carbone mentre è molto avanti nelle fonti rinnovabili. Con la fratturazione idraulica, a costi altissimi relativi all’ambiente, costruisce l’indipendenza politica e militare a fronte della minaccia anglosassone che punta alla balcanizzazione della Repubblica Popolare.

Pubblicato anche su L’interferenza

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

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