Francesco Cecchini

Il docu-film Frida. Viva la Vida, diretto da Giovanni Troilo, presentato al 37° Torino Film Festival — Sezione Festa Mobile sarà nelle sale cinematografiche italiane solo il 25, 26, 27 novembre. E’ una produzione Ballandi Arts e Nexo Digital in collaborazione con Sky Arte. Il docu-film racconta Frida Kahlo. E’ lattrice Asia Argento a condurre lo spettatore alla scoperta della pittrice, con parole della stessa Frida: lettere, diari e confessioni private. Nel docu-film è possibile vedere in sei capitoli per la prima volta fotografie, vestiti e altri oggetti personali di Frida conservati negli archivi del Museo Frida Kahlo normalmente non accessibili al pubblico, oltre alle stampe originali delle fotografie scattate da Graciela Iturbide durante lapertura del bagno di Frida nel 2004. La colonna sonora del docu-film è del compositore e pianista Remo Anzovino, che anche scritto la canzone Yo te cielo (cancion para Frida), il cui titolo proviene da una celebre lettera di Frida. La canzone è cantata da Yasemin Sannino, accompagnata dalla tromba di Flavio Boltro.
Il link con il trailer del docufilm è il seguente:



Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nacque a Coyoacán,un quartiere di Città del Messico il 6 luglio 1907. Nel suo diario nel 1940 scrisse: ” Ricordo che avevo cinque anni quando avvennero le tragiche dieci giornate, decena tragica. Con i miei stessi occhi sono stata testimone della battaglia dei campesinos zapatisti contro Carranza.” Frida per sempre si identificò con la rivoluzione messicana 1910-1920. Durante la sua vita incontrò alcune persone che ebbero un ruolo nei primi decenni del secolo scorso: il muralista Diego Rivera, che amò, il politico Leone Trotsky e Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria.

Tina Modotti e Frida Kahlo nel 1928


Con Frida Kahlo spartì molte cose, tra cui passione politica e, soprattutto, un’ amicizia intensa. Frida si vestì a lungo da rivoluzionaria europea, in grigio e nero, nello stile austero, elegante e inconfondibile di Tina, ed è così che la ritroviamo in tante foto di quel periodo. Tina, in cambio, scattò alcune tra le più belle e memorabili fotografie di Frida e Diego e contribuì alliconografia del loro mito.
Lola Alvarez Bravo, amica di Tina Modotti ed anche lei ottima fotografa scattò molte foto di Frida Kahlo. Sono sue le fotografie fatte a Frida Kahlo alla Casa Blu di Coyoacan tra il 1944 e il 1946. Frida Kahlo aveva subito vari interventi chirurgici in quegli anni, e Lola scattò foto che raccontarono quelle carni, le cicatrici, e le ossa spezzate sotto la pelle. Frida Kahlo subisce vari interventi chirurgici in quegli anni, e Lola scatta immagini con tenerezza. Conosce e rappresenta le carni, le cicatrici, le ossa spezzate sotto la pelle. Impara a trattare i corpi come materia metamorfica, come trame di lana, ragnatele rigide, muri scabri, gabbie fatte di ferro e di pelle al sole. Lola Alvarez Bravo nel 1953 organizzò nella sua galleria una mostra su Frida Kahlo. Frida partecipò all’inaugurazione stesa a letto. Aveva una gamba amputata sopra il ginocchio.

Frida Kahlo all’inaugurazione della mostra.


Nel 1954 si ammalò di polmonite ed ancora convalescente, contro il parere del proprio dottore, prese parte a una manifestazione contro l’intervento dell’imperialismo nord americano in Guatemala. Poco dopo Frida Kahlo, il 13 luglio, morì nella sua casa azul a Coyoacán.

Frida Kalho a pugno chiuso, poco prima di morire

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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