di Ellen Brown – 11 febbraio 2020

Mentre promotori e politici locali statunitensi lottano per ottenere la costituzione della loro prima banca pubblica, il nuovo presidente del Messico ha avviato la costruzione di 2.700 filiali di una banca governativa, da completare nel 2021, quando sarà la banca più grande del paese. A una conferenza stampa il 6 gennaio ha detto che il modello neoliberista ha fallito; le banche private non servivano i poveri e i residenti fuori dalle città, così il governo aveva dovuto intervenire.

Andrés Manuel Lopez Obrador (noto come AMLO) è stato paragonato al leader dell’opposizione di sinistra del Regno Unito Jeremy Corbyn, con una notevole differenza: AMLO è oggi al potere. Lui e la sua coalizione di sinistra hanno vinto a valanga le elezioni generali messicane del 2018, rovesciando il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) che aveva governato il paese per gran parte del secolo scorso. Definita “il primo esperimento di sinistra a tutto campo” del Messico, l’elezione di AMLO segna un cambiamento spettacolare nella direzione politica del paese. AMLO ha scritto nel suo libro del 2018 “Una nuova speranza per il Messico”: “In Messico la classe governativa costituisce una banda di saccheggiatori… il Messico non diventerà forte se le nostre istituzioni pubbliche resteranno al servizio delle élite ricche”.

Il nuovo presidente ha mantenuto le sue promesse elettorali. Nel 2019, il suo primo anno in carica, ha fatto quello che aveva promesso di fare Donald Trump – “prosciugare la palude” – purgando il governo da tecnocrati e istituzioni che considerava corrotte, dissolute o di ostacolo alla trasformazione del Messico dopo 36 anni di fallite politiche neoliberiste concentrate sul mercato. Altri traguardi hanno incluso un aumento sostanziale del salario minimo tagliando contemporaneamente i salari dei vertici governativi e le pensioni eccessive; la concessione di piccoli prestiti e sovvenzioni direttamente agli agricoltori; la garanzia dei prezzi dei raccolti per prodotti agricoli chiave; il lancio di programmi a vantaggio dei giovani, dei disabili e degli anziani; e l’avvio di un piano infrastrutturale da 44 miliardi di dollari. L’obiettivo di Lopez Obrador, egli afferma, consiste nel costruire un “nuovo paradigma” in politica economica che migliori il benessere umano, non limitandosi ad aumentare il prodotto interno lordo.

La fine dell’era neoliberista

Per mantenere tale promessa, nel luglio del 2019 AMLO ha convertito la cassa di risparmio federale di proprietà pubblica Bansefi in una “Banca dei poveri” (Banco del Bienestar o “banca del benessere”). Il 6 gennaio ha detto che l’era neoliberista aveva eliminato tutte le banche statali salvo una, che egli aveva avuto l’approvazione di ampliare con 2.700 nuove filiali. Aggiunte alle 538 filiali esistenti dell’ex banca Bansefi, il totale sarà portato in due anni a 3.238 filiali, distanziando di gran lunga ogni altra banca del paese. (Il Banco Azteca, attualmente il maggiore per numero di filiali, ne ha 1.860).

Sarà sviluppata anche la banca digitale. Parlando a un gruppo locale a dicembre, AMLO ha detto che il suo obiettivo era che la Banca dei Poveri raggiungesse le 13.000 filiali, più di tutte le banche private del paese messe insieme.

una conferenza stampa dell’8 gennaio ha spiegato perché era necessaria tale nuova banca:

Ci sono più di 13.000 comuni che non hanno una filiale bancaria. Stiamo distribuendo risorse [assistenziali] ma non abbiamo un modo per farlo… Le persone devono recarsi presso filiali che sono distanti due, tre ore. Se non portiamo questi servizi vicino alla gente, non porteremo sviluppo alle persone…

Sono già in costruzione. Vi inviterò nel giro di due mesi, tre al massimo, all’inaugurazione delle prime filiali, perché stanno già lavorando, stanno ottenendo i terreni… perché dobbiamo farlo rapidamente.”

Il presidente ha detto che i 10 miliardi di pesos (530,4 milioni di dollari) necessari per costruire le nuove filiali proverranno da risparmi governativi; e che 5 milioni erano già stati trasferiti al Banco del Bienestar, che trasferirà i fondi al Segretariato della Difesa, i cui ingegneri sono responsabili delle costruzioni. L’esercito sarà utilizzato anche per trasportare fondi fisici alle filiali per i versamenti assistenziali. AMLO ha aggiunto: “Mi stanno aiutando. Mi stanno puntellando. L’esercito si è comportato molto bene e non si tirerà assolutamente indietro. Mi dicono sempre: ‘sì, si può, sì lo facciamo, vai’”.

A preoccupazioni che la banca governativa porterebbe via depositi dalle banche commerciali e potrebbe competere in altri modi, ad esempio concedendo prestiti a tasso zero a piccole aziende, AMLO ha ribattuto:

Non c’è motivo di lamentare la nostra costruzione di queste filiali… Se le banche private vogliono costruire filiali hanno ogni diritto di recarsi nei paesi e di edificare le loro filiali, ma poiché loro non lo faranno perché ritengono che non sia un buon affare, dobbiamo farlo noi… è nostra responsabilità sociale, lo stato non può sottrarsi alla sua responsabilità sociale”.

Problemi con la Banca Centrale

Anche se il parlamento ha approvato la nuova banca, la banca centrale del Messico può ancora bloccarla se saranno violate norme bancarie. Ricardo Delfin, che lavora per la società di revisione internazionale KPMG, ha dichiarato la giornale La Razon che se il denaro per finanziare la banca proverrà da un prestito del governo federale anziché dal capitale, ciò influirà negativamente sul “rapporto di capitalizzazione” della banca. Ma AMLO sostiene che la banca sarà autosufficiente. Il finanziamento per la costruzione proverrà da risparmi federali da altri programmi e le spese di gestione della banca saranno coperte da modeste commissioni pagate per ogni transazione dai clienti, la maggior parte dei quali è beneficiaria di assistenza. Le filiali saranno costruite su terreni di proprietà del governo o donati e società di software hanno offerto consulenza gratuita.

A proposito della banca centrale ha detto:

“Parleremo con quelli della Banca del Messico rispettando l’autonomia della Banca del Messico. Dobbiamo istruirli perché per loro questo è un anacronismo, persino un sacrilegio, perché loro hanno altre idee. Ma siamo arrivati qui [al governo] dopo aver detto alla gente che la politica economica neoliberista sarebbe cambiata.”

“Non dovrebbero esserci ostacoli. Come farà la Banca del Messico a impedirci di avere una filiale [bancaria] che distribuisce risorse a favore della gente? Quale danno fa? Chi danneggia?”

AMLO ha promesso ripetutamente di non interferire nell’attività della banca centrale, che è nell’ultimo quarto di secolo è stata autonoma. Ma ha anche detto che vorrebbe che il suo mandato si ampliasse dal solo difendere il valore del peso combattendo l’inflazione, a includere la promozione della crescita. La preoccupazione, secondo il The Financial Times, è che potrebbe usare la banca centrale per finanziare programmi governativi, seguendo le orme dell’ex presidente dell’Argentina Cristina Fernandez de Kirchner “le cui politiche eterodosse hanno condotto a un’elevata inflazione e, ritengono molti economisti, all’attuale crisi del paese”.

Mark Weisbrot, tuttavia, controbatte sul The New York Times che i problemi dell’Argentina sono stati causati non dalla stampa di moneta per finanziare lo sviluppo interno, bensì da un enorme debito estero.  L’iperinflazione si è di fatto verificata sotto il successore della Fernandez de Kirchner, il presidente Mauricio Macri, che l’ha sostituita nel 2015. Il debito pubblico è aumentato dal 53 per cento a più dell’86 per cento del PIL, l’inflazione è esplosa dal 18 cento al 54 per cento, i tassi d’interesse sono balzati al 75 per cento e la povertà è aumentata dal 27 per cento al 40 per cento.

In un’elezione agitata nell’agosto del 2019 il pubblico argentino indignato ha rieletto la Fernandez de Kirchner a vicepresidente e il suo ex capo del gabinetto dei ministri a presidente, ripristinando i dodici anni dell’eredità avviata da suo marito, Nestor Kirchner, nel 2003 e considerata da Weisbrot tra le presidenze di maggior successo nell’emisfero occidentale.

Più appropriato dell’Argentina quale modello di quanto può essere realizzato da un governo che opera in collaborazione con la sua banca centrale è il caso del Giappone in cui il primo ministro Shinzo Abe ha finanziato i suoi programmi di stimolo vendendo titoli governativi direttamente alla Banca del Giappone (BOJ). La BOJ oggi detiene quasi il 50 per cento del debito governativo, tuttavia l’inflazione dei prezzi al consumo rimane basse, tanto bassa che la BOJ non riesce a portare il dato nemmeno al suo obiettivo del 2 per cento. 

Altre opzioni di finanziamento

E’ improbabile che AMLO segua quella via, perché ha promesso di non interferire con la banca centrale; ma analisti affermano che deve introdurre un qualche genere di stimolo economico, perché il PIL del Messico è sceso nell’ultimo anno. Il presidente messicano ha criticato il PIL come parametro definitivo, sostenendo invece un modello di sviluppo che comprenda nelle sue misurazioni la distribuzione della ricchezza e l’accesso all’istruzione, alla sanità, alla casa e alla cultura.

Ma, come ha avvertito Kurt Hackbarth su Jacobin a dicembre, “per dispiegare interamente il [suo] programma senza semplicemente saccheggiare altre articoli di spesa per finanziarlo richiederà di fare qualcosa che AMLO ha finora categoricamente escluso: aumentare le imposte ai ricchi e alle grandi imprese che, non sorprendentemente, lucrano come assoluti banditi nel manipolato sistema finanziario messicano”.

AMLO ha continuamente promesso, tuttavia, di non aumentare le imposte ai ricchi. Ha invece arruolato magnati economici messicani come investitori in partenariati pubblico-privato, consentendogli di evitare la “trappola della tequila” che ha portato al crollo l’Argentina e lo stesso Messico in anni precedenti: restare bloccati nel debito verso investitori stranieri e il Fondo Monetario Internazionale. I leader imprenditoriali del Messico sembrano felici di investire nel paese, nonostante un certo declino del PIL.

Come indicato da Carlos Slim, l’uomo più ricco del Messico: “Il debito non è aumentato, non c’è alcun deficit di bilancio e l’inflazione è scesa”. A novembre 2019 il Segretariato dell’Economia ha riferito che gli investimenti esteri diretti hanno mostrato un aumento del 7,8 per cento nei primi nove mesi di quell’anno rispetto allo stesso periodo del 2018, raggiungendo il secondo massimo livello da sempre; e alla fine del 2019 il peso era in aumento circa del 4 per cento. Anche le azioni sono salite del 4,5 per cento e l’inflazione è calata dal 4,8 al 3 per cento.

Associarsi a leader imprenditoriali locali è politicamente utile, ma i partenariati pubblico-privato possono essere costosi; e come segnala il professore britannico Richard Werner, attingere a investitori privati non fa altro che rimettere in circolazione denaro già esistente nell’economia. Meglio sarebbe indebitarsi direttamente presso le banche che creano nuovo denaro bancario quando finanziano, come ha confermato la Banca d’Inghilterra. Tale denaro fresco circola poi nell’economia, stimolando la produttività.

Oggi il modello migliore di tale approccio è la Cina, che finanzia infrastrutture indebitandosi presso le sue stesse banche statali. Come tutte le banche, esse creano prestiti sotto forma di credito bancario sui loro libri, che è poi rimborsato con i ricavi dei progetti creati con tali prestiti. Non c’è necessità di attingere alla banca centrale a investitori ricchi alla base fiscale. Le banche governative possono creare denaro sui loro libri proprio come fanno le banche centrali e quelle private.

Per il Messico, tuttavia, usare le proprie banche pubbliche come fa la Cina sarebbe qualcosa di futuro, casomai ci fosse. Nel frattempo AMLO è stato un apripista nel mostrare come un sistema bancario nazionale pubblico possa essere avviato rapidamente ed efficientemente. La chiave, pare, è solo avere la volontà politica, assieme a un forte sostegno da parte del pubblico, del parlamento, di leader imprenditoriali locali e dell’esercito.

Ellen Brown è un avvocato, presidente del Public Banking Institute e autrice di tredici libri, tra cui il suo più recente ‘Banking on the People: Democratizing Money in the Digital Age’.

da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/mexico-is-showing-the-world-how-to-defeat-neoliberalism/

Originale: Truthdig

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2020 ZNET Italy

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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