E niente, a quanto pare l’apocalisse continua a essere rimandata. Secondo i più recenti dati riportati da Bloomberg, nel Regno Unito – che stando ai nostri media era devastato e sconvolto dai tormenti per la Brexit – negli ultimi tre mesi del 2019 l’occupazione è esplosa, portando i disoccupati al livello minimo da quattro anni. E i salari sono cresciuti, superando l’inflazione. Quanto al numero di cittadini dell’UE che lavorano in Gran Bretagna, nell’ultimo trimestre prima della dipartita di quest’ultima è aumentato di 36.000 unità. 

Di Lucy Meakin and Andrew Atkinson, 18 febbraio 2020

Il numero di lavoratori aumenta più del previsto nel quarto trimestre. 

Il tasso di disoccupazione si mantiene sul livello più basso degli ultimi quattro anni, anche se la crescita si ferma. 

L’economia britannica ha creato posti di lavoro a un ritmo impressionante nel quarto trimestre, sfidando le turbolenze politiche per la Brexit.

Il numero di persone che lavorano è cresciuto di oltre 180.000 unità rispetto alle previsioni, portando il tasso di disoccupazione al suo minimo da quattro anni: 3,8%, secondo quanto riferito dall’Office for National Statistics. I numeri probabilmente rafforzeranno le previsioni che dicono che quest’anno la Banca d’Inghilterra si asterrà dall’abbassare i tassi di interesse.

Il balzo dell’occupazione è avvenuto in un trimestre in cui è stata mancata la seconda scadenza per la Brexit e in cui il primo ministro Boris Johnson ha imposto le elezioni generali per interrompere lo stallo parlamentare. La sua schiacciante vittoria ha attenuato l’incertezza, aiutando l’economia a evitare la contrazione dopo una crescita migliore del previsto a dicembre.

Oltre alla ripresa dell’attività dopo la vittoria di Johnson, il governo si sta preparando ad annunciare un grande stimolo fiscale il prossimo mese, volto a sostenere la crescita. La sterlina non si è mossa molto dopo i dati sull’occupazione di martedì.

I rischi rimangono, tuttavia. Johnson ha escluso di prolungare il periodo di transizione della Brexit oltre il 31 dicembre, anche se non è stato concluso alcun accordo commerciale.

La più recente fotografia del mercato del lavoro suggerisce che le condizioni resteranno ben salde.

I posti vacanti, che erano in calo, sono aumentati di 7.000 unità nei tre mesi fino a gennaio mentre l’occupazione nel quarto trimestre ha raggiunto un livello record, trainata dai lavoratori dipendenti assunti a tempo pieno. Le donne hanno rappresentato oltre l’80% della crescita dell’occupazione e ora costituiscono quasi la metà del totale dei lavoratori.

Tenendo conto dell’inflazione, la retribuzione regolare è salita al di sopra del picco pre-crisi che era stato toccato nel 2008. Le retribuzioni totali nel quarto trimestre hanno subito un rallentamento, con le retribuzioni regolari in aumento del 3,2% sull’anno e i salari, inclusi i bonus, che hanno guadagnato il 2,9%, la crescita più bassa dal 2018. Tuttavia, stanno ancora superando l’inflazione, inferiore al 2%.

La produttività, che dalla crisi finanziaria ha subito un rallentamento, è cresciuta dello 0,3% rispetto all’anno precedente su base oraria: il secondo guadagno trimestrale consecutivo.

Nel trimestre precedente all’uscita dal blocco della Gran Bretagna il numero di cittadini dell’Unione Europea che lavorano nel Regno Unito è aumentato di 36.000 unità rispetto all’anno precedente, pari all’1,6%.

http://vocidallestero.it/2020/02/20/regno-unito-loccupazione-vola-ai-livelli-massimi/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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