Nessuno deve essere lasciato solo” e nemmeno “indietro“. Queste sono state le parole del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nell’esporre le misure di emergenza sanitaria ed economica che sta investendo l’Italia, l’Europa, praticamente il mondo intero.

Se esistono discriminazioni e pregiudizi mefreghistici nei confronti ad esempio degli animali, per cui diventa importante in tempi di calamità globale salvare solo la specie umana, all’interno della stessa specie si rifanno ciclicamente vive le discriminazioni tra “etnia” (brutta parola…) e resto del popolo.

Laddove per “etnia” si intende maldestramente una “minoranza” trascurabile e dove per “popolo” intendiamo noi stessi, noi italiani. Gli autoctoni, insomma…

Dunque, per migranti, rom, sinti, caminanti, senzatetto, poveri e indigenti di lungo corso costretti ad esempio a vivere in un’automobile, per chi viene spinto ai margini della società da una economia crudele e da tutta una serie di pregiudizi e di odi e disprezzi figli della cattiveria gratuita e del sovranismo moderno, non esistono quei doveri che si chiede a tutta la popolazione di mettere in pratica perché nemmeno esistono i diritti che consentirebbero loro di provare a gestire l’emergenza Coronavirus proprio come facciamo noi.

Ci sono migliaia e migliaia di persone lasciate senza alcuna assistenza sanitaria, che non mangiano da una settimana, che sono oltre lo stato di povertà: sono “la” povertà per antonomasia.

Marcello Zunisi, legale rappresentante dell’”Associazione Nazione Rom“, ci spiega questo dramma brevemente. Ma è bene che tutte e tutti se ne sia consci, perché l’umanità non va dimenticata in tempi emergenziali e schiacciata sotto il rullo compressore del “si salvi chi può” grazie alle possibilità economiche o del “prima gli italiani” di razzista e xenofoba memoria.

Se davvero tutte e tutti abbiamo diritto ad essere tutelati dallo Stato italiano, dalla Repubblica in base alla Costituzione e ai fondamentali diritti universali dell’uomo (dell’essere umano, anzi, degli esseri viventi sarebbe meglio dire), allora, dobbiamo rilanciare con forza l’appello di Marcello e farlo diventare, come si usa dire oggi, “virale“, per reclamare uguaglianza di trattamento per tutti. Per restare umani, per non cedere alla tentazione di sgomitare il nostro vicino, considerandolo meno degno di essere salvato…

https://www.lasinistraquotidiana.it/migranti-rom-sinti-e-senzatetto-che-ne-facciamo/

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

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