Francesco Cecchini

30 aprile 1975 a Saigon, i carri armati appoggiati dalle forze Vietcong, presero il palazzo presidenziale di Saigon. Il governo fantoccio sud-vietnamita degli USA crollò, l’ambasciatore yankee abbandonò la città nella vergogna, con la bandiera a stelle e strisce arrotolata come uno strofinaccio sotto il braccio.

Il 30 aprile in Vietnam è un giorno di festa nazionale conosciuto come il “giorno della Riunificazione”  o “giorno della Liberazione”.

Quarantacinque anni fa le forze comuniste, l’esercito del Vietnam del Nord e i Vietcong, conquistavano Saigon e sconfiggevano definitivamente il regime sudvietnamita. La guerra che devastava il paese da vent’ anni, era iniziata il primo novembre 1955,  terminava lasciando sul campo tre milioni di morti, tra i quali  oltre 60.000 soldati americani ed alleati degli Stati Uniti , oltre 300.000 soldati nordvietnamiti e vietcong, centinaia e centinaia di migliaia di civili oltre milioni di feriti ed handicappati.  Il popolo vietnamita soffre ancora degli innumerevoli postumi delle odiose armi chimiche usate dagli imperialisti pronti a tutto, all’epoca come oggi in altre regioni del mondo, pur di distruggere le nazioni che resistono alla loro dominazione. E se l’uranio impoverito dell’Iraq e della Jugoslavia ha sostituito il gas arancio del Vietnam, la strategia omicida dell’imperialismo è sempre la stessa.

Dopo la vittoria Saigon venne chiamata Ho Chi Minh City, in onore del padre della rivoluzione vietnamita, morto ad  Hanoi, 2 settembre 1969, sei anni prima.

Ho Chi Minh

La superpotenza, che aveva neutralizzato la Germania di Hitler, fu definitvamente sconfitta, anche se già dal 1972 si era disimpegnata. Il simbolo del capitalismo occidentale fu messa in ginocchio. Mentre un soldato statunitense tirava giù dal pennone dell’ambasciata la bandiera americana,  un soldato vietnamita innalzava la bandiera Viet Cong sul pennone del palazzo presidenziale, nel centro della città. Le forze nord vietnamite, erano sotto il comando del generale Văn Tiến Dũng. Il generale Giap, teorico della guerra di popolo e grande stratega, non aveva allora il  comando diretto dell’ esercito, ma è considerato chi storicamente sconfisse il colonialismo francese e l’imperialismo americano. Dopo la riunificazione  del nord e del sud Vietnam, prestò servizio come ministro della Difesa vietnamita e in seguito come vice primo ministro.

Võ Nguyên Giáp

Anni dopo il generale Giap dichiarò: “Il 30 aprile è uno dei grandi ricordi che non dimenticherò mai. Si trattò della vittoria dell’ intelligenza vietnamita sui dollari e le tecnologie americane in una guerra per la quale tutto il popolo vietnamita si mobilitò.”

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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