Negli ultimi mesi la lira siriana corre verso l’abisso, deprezzandosi sempre di più. Il governo siriano si trova nell’impossibilità di acquistare medicinali e beni di prima necessità. La produzione agricola è ancora insufficiente, mentre i principali pozzi di petrolio sono controllati dall’esercito statunitense che ha imposto ai curdi di venderlo a Damasco. Le sanzioni (confermate anche dalla democraticissima UE) stanno strangolando il popolo siriano e i due principali sponsor di Assad Russia e Iran si trovano a loro volta a dover fare i conti con sanzioni difficoltà economiche. Infine, la crisi economica in Libano ha dato il colpo di grazia all’economia siriana. Faccio notare che non sono i grandi ricchi del potere a soffrire della situazione economica, ma i meno abbienti e la classe media che sono stati messi in ginocchio. La gravissima crisi economico-monetaria sta coinvolgendo tutto il territorio siriano. I civili non soffrono solo nelle aree di Assad, ma anche nei territori controllati da jihadisti, turchi e curdo-americani. Insomma, la catastrofe incombe su Damasco e solo un immediato annullamento delle sanzioni potrà salvare questo Paese martoriato dalla guerra, che è sopravvissuto al terrorismo. In questi giorni il mondo protesta per l’uccisione di un uomo negli Usa ma tutti ignorano le sofferenze di milioni di persone in Siria. Sofferenze che potrebbero essere alleviate notevolmente togliendo semplicemente le sanzioni ad un Paese che, dopo aver vissuto quasi 10 anni in guerra, dovrebbe ripartire e ricostruire, ma invece corre verso il baratro.

Da news dai campi di battaglia nel mondo

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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