Foto da agenziadelleentrate.gov.it

I contribuenti che presentano il 730 online possono verificare come sono state utilizzate le imposte che hanno pagato nel 2019 

Per sapere come l’Erario ha impiegato le imposte versate lo scorso anno con il modello 730 è sufficiente entrare nel sito delle Agenzia delle Entrate utilizzando lo Spid o con una delle altre modalità di accesso previste dall’Ente. È una lettura interessante. Ad ogni voce di spesa corrisponde l’ammontare della somma utilizzata tra quelle trattenute ogni mese nella busta paga dal datore di lavoro. Ogni singolo contribuente può appurare con quanto ha contribuito ai diversi servizi erogati dallo Stato come Sanità, Istruzione, Difesa, etc…

Ecco un esempio concreto. La dichiarazione si riferisce al 2019. Il reddito lordo indicato nel 730 è stato di circa 23 mila euro, a cui corrisponde una retribuzione netta di circa 1.500 euro al mese. Le imposte trattenute dal datore di lavoro sono state circa 4.600 euro. Di queste oltre 1800 euro (40%) sono state impiegate per garantire i servizi di Protezione sociale (assistenza) e per il Servizio Sanitario Nazionale. Circa 500 euro ciascuno (10,80%) sono stati utilizzati per l’Istruzione, gli interessi sul debito pubblico, per la Pubblica amministrazione, per la Difesa e l’ordine pubblico. La spesa per lo Sviluppo economico ed i Trasporti è stata poco più di 400 euro (8,70%). Circa 100 euro (2,17%) sono serviti per contribuire al bilancio dell’Unione europea ed altrettanti per l’Ambiente e lo Sport. Poco più di 50 euro (1,08%) sono stati utilizzati per il Territorio.

Tra questi dati due sono particolarmente significativi: la spesa per gli interessi e quelli per la Sanità. È bene ricordare che il rinnovo periodico di Bot e Btp non avviene gratis, costa alle casse dell’Erario decine di miliardi di euro ogni anno. Nel 2019 sono stati spesi circa 63,9 miliardi di euro per corrispondere a creditori gli interessi sul debito pubblico. Una somma simile a quella che lo Stato spende per pagare insegnanti, docenti universitari, strutture scolastiche, etc… Nel nostro Paese Rendite finanziarie e Istruzione hanno lo stesso ‘peso’, almeno in relazione ai costi sostenuti.

La maggior parte delle risorse, circa il 40% del totale, è stata utilizzata per l’Assistenza e per il sistema Sanitario. Tutti hanno potuto constatare con la pandemia dovuta al Coronavirus come sia importante un sistema sanitario e di assistenza sociale efficiente. Per ridurre le disuguaglianze è fondamentale investire in questi due settori. Un sistema di sicurezza sociale funzionante è indispensabile per tutelare i più deboli e le classi sociali che sono a rischio di povertà o di esclusione sociale. Il miglior modo per redistribuire la ricchezza è quello di incrementare gli investimenti pubblici nei servizi di base essenziali, come sono, appunto, Sanità e Assistenza, il resto sono solo chiacchiere. 

Fonte agenziaentrate.gov.it

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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