riceviamo e pubblichiamo

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L’ambasciatore degli Emirati Uniti in America ha lanciato  un salvagente, la cui tenuta è da verificare, nel mare agitato della rielezione di Trump e delle tentazioni elettorali di Netanyahu. Intanto nei flutti restano i Palestinesi e la  rotta della Russia viene deviata.

Tutto inizia da qui:  “Di recente, i leader israeliani hanno promosso discorsi entusiasti sulla normalizzazione delle relazioni con gli Emirati Arabi Uniti e altri stati arabi. Ma i piani israeliani per l’Annessione e il discorso sulla normalizzazione sono in contraddizione.” E’ un articolo in ebraico che a sorpresa l’ambasciatore Yousef Al-Otaiba ha inviato a un giornale israeliano. Scelta suggerita: Annessione oppure normalizzazione dei rapporti con gli Emirati Uniti.

  • Netanyahu: Siccome il piano di Annessione era già stato dilazionato per volontà di Trump, la convenienza era abbrancare il salvagente. Lo ha fatto da one man show, all’insaputa del suo “vice” nonché ministro della Difesa Gantz e del ministro degli Esteri. Un punto segnato in vista di una non troppo improbabile nuova elezione, la quarta nel giro di due anni, per tentare di assicurarsi la maggioranza e liberarsi di fastidiose necessarie coalizioni.
  • Trump: Il Presidente in campagna elettorale apertamente chiede finanziamenti alla lobby ebraica e con questo “successo” cancella l’impressione di un voltafaccia sul Deal of the Century, offrendo  a Israele il terzo riconoscimento ufficiale da parte araba dopo gli ormai stagionati trattati di pace con Giordania e Egitto. Ma con questo accordo quegli Ebrei americani che – per la prima volta nella storia – hanno protestato davanti alle ambasciate israeliane, allo stesso modo dei giovani di Tel Aviv e Gerusalemme, voteranno per Trump a novembre?. 
  • Gli Emirati stringono un’aperta alleanza contro nemici comuni, sia pure in varia misura: Turchia, Iran, Qatar legando  più fortemente a sé gli Usa. Mohammed Bin Zayed non è un pacifista, è lo sceicco militare che ha voluto l’intervento in Yemen, nè un sostenitore dei diritti umani. Le prigioni segrete in UAE da lui sono negate, ma non molti gli credono. 

Cosa c’è nell’accordo? Qui il testo completo ita-en.Dichiarazione congiunta Usa, UAE, Israele

Sull’Annessione un capolavoro di ambiguità: Israele sospenderà la dichiarazione di sovranità sulle aree delineate nella Vision for Peace del presidente americano. Commento di un alto funzionario vicino a Netanyahu:  l’applicazione della sovranità israeliana in Cisgiordania è stata solo sospesa. Ma, dicono commentatori israeliani, solo i fessi possono crederlo. Allora la domanda è: perdoneranno i Coloni e la Destra estrema la fine delle loro speranze o aspetteranno le elezioni per punire Netanyahu che ha salvato soprattutto se stesso dal calo di popolarità [processi in corso da far andare per le lunghe, dimostrazioni davanti alle sue abitazioni contro la corruzione e la gestione del Covid] ?
L’accordo non impegna UAE a immediata apertura di Ambasciata, a tempi brevi c’è business. Le delegazioni di Israele e degli Emirati Arabi Uniti si incontreranno nelle prossime settimane per firmare accordi bilaterali in materia di investimenti, turismo, sanità (ricerche per vaccino Covid19) ecc.

Essendo  i due firmatari allineati agli USA  per quanto riguarda le minacce e le opportunità nella regione, nonché l’impegno  a promuovere la stabilità attraverso l’impegno diplomatico e un più stretto coordinamento della sicurezza, con Israele che si impegna a concentrare i suoi sforzi sull’espansione dei legami con altri paesi nel Mondo arabo e musulmano, ciò che si formalizza è un’alleanza contro Iran, potenza invisa ai tre, contro Turchia, con la quale solo Trump mantiene ambigue relazioni, contro Qatar, al quale Israele ha, il giorno seguente, sospeso gli aiuti finanziari che mensilmente invia a Gaza.

La promessa di un più facile accesso dei musulmani alla Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme accompagna il chiarissimo messaggio a tutti i paesi arabi: monito a quelli non allineati con gli Usa, e  incitamento a quelli  che con Israele mantengono relazioni non ancora ufficiali, per primo  il Marocco – accomunato dall’essere “potenza occupante” e sfruttatrice di territorio non suo: il Sahara Occidentale. Ma anche altri che temono la crescente influenza dell’Iran nella regione; già, secondo dichiarazioni israeliane, il Barhain avrebbe espresso la volontà di normalizzare i rapporti.
Del resto Netanyahu ora è in posizione di forza:  Peres,  Sharon, i due Ehud, Barak e Olmert sarebbero finiti in isolamento globale non accettando la costituzione di uno stato palestinese, ma Netanyahu pensava si trattasse solo di un bluff e, per ora, ha ragione: gli stati arabi non hanno fiatato circa il futuro dei Palestinesi.

Russia: La Tass non ha dato direttamente la notizia, ha laconicamente riportato nella stessa giornata del 13 agosto le reazioni di Mahmoud Abbas,  il quale ha richiamato per protesta l’ambasciatore palestinese in UAE.
Non può aver soddisfatto Putin quest’accordo Emirati Arabi Uniti – Israele col patrocinio di Trump. Tre mesi fa si parlava di una marcata ripresa della cooperazione tra Russia e UAE. Il riemergere della Russia come influente attore diplomatico nella penisola arabica non poteva lasciare indifferente  la politica estera statunitense.

La geopolitica condotta per salvare la faccia a leader in difficoltà crea matasse progressivamente più aggrovigliate. La sensazione è che il XX° secolo si stia ripiegando, e che lo spirito del XXI° si vada riallacciando alla protervia rimodellatrice del M.O. che agì durante e al termine della 1a Guerra Mondiale.

Di AFV

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