NELLE CAMPAGNE DI LATINA UN LAVORATORE CADE DA 4 METRI, I CAPI FINGONO DI PORTARLO IN OSPEDALE E LO ABBANDONANO IN MEZZO AI CAMPI.
CON QUESTE AZIENDE SI VOLEVA OTTENERE L’EMERSIONE DAL LAVORO NERO? ECCO PERCHÈ LA SANATORIA È FALLITA. E ORA?

Amrinder Singh è precipitato da un’altezza di 4 metri mentre lavorava in una serra dell’azienda AgriLatina nell’agro pontino e i datori di lavoro invece di soccorrerlo e portarlo in ospedale lo scaricano a diversi chilometri dal luogo dell’incidente in un campo di patate. È successo sabato 22 e lo apprendiamo oggi dal Manifesto insieme alla notizia che i lavoratori dell’azienda si stanno mobilitando.
È il segnale, l’ennesimo, del fallimento totale del decreto sull’emersione che doveva regolarizzare le condizioni di lavoro nelle campagne.
I datori di lavoro avevano denunciato una carenza di manodopera nelle campagne di ben 300 mila persone, a causa dell’emergenza Covid-19. E fu questo grido d’allarme, lanciato a marzo, a spingere il governo Conte a varare un provvedimento di “sanatoria” ed emersione dal lavoro nero che doveva servire a regolarizzare i lavoratori in un settore come quello agricolo dove l’ISTAT denuncia un 36% di lavoro nero tra i subordinati. Il risultato finale è stato quello di sole 30mila domande di emersione in agricoltura che certificano il totale fallimento del decreto.
Che il decreto non avrebbe funzionato era fin troppo evidente. Non ci sono in giro molte aziende disponibili ad assumere regolarmente braccianti quando possono continuare a sfruttare tranquillamente la condizione di impunità con la quale assoldano, al nero e per pochi euro l’ora, lavoratori ricattabili perché non in regola con il permesso di soggiorno. E che possono trattare come “scarpe vecchie”, che è il trattamento riservato ad Amrinder. E questo vale anche per le aziende premiate, quelle che vendono a km0, come è il caso della AgriLatina, una delle aziende a produzione biodinamica e a km0 più importanti d’Italia, o della straBerry di Cassina de’ Pecchi vicino Milano, beccata dalla Guardia di Finanza a pagare i lavoratori 4,5 euro l’ora, in una delle rarissime occasioni in cui queste aziende vengono colte con le mani nel sacco.
Le ministre Lamorgese, Bellanova e Catalfo, che hanno collaborato alla stesura del Decreto, tacciono. I raccolti estivi sono stati salvati ed era questa, a quanto pare, la loro unica vera preoccupazione.
Ora però arrivano i raccolti dell’autunno: quali provvedimenti intendono assumere a fronte di una irregolarità diffusa che non è stata neppure scalfita?
L’USB è tornata a chiedere un nuovo incontro interministeriale per conoscere la valutazione che i tre ministeri fanno del fallimento del loro Decreto e per discutere le proposte che USB avanza da tempo per favorire la regolarizzazione vera dei lavoratori delle campagne.

USB Unione sindacale di Base pagina FB

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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