Ieri in #Bolivia è successo un fatto storico. Il partito socialista, lo stesso che aveva vinto le elezioni lo scorso anno e che era stato accusato di brogli, lo stesso che era stato estromesso da un colpo di Stato, lo stesso che vince le elezioni in Bolivia ininterrottamente dal 2006, ha rivinto le elezioni cacciando i golpisti che si erano appropriati del potere con l’esercito e la polizia.

Nessuna vetrina rotta, nessun saccheggio, nessun incappucciato con le molotov, solo milioni di indigeni che nelle urne, col 52% dei voti, hanno distanziato di 22 punti in percentuale il candidato sostenuto da Washington: Carlos Mesa, che ha raggiunto il 30%.

È incredibile che un anno fa, quando lo stesso partito socialista, capeggiato da Evo Morales, sconfisse lo stesso Mesa di 10 punti percentuali, i media mondiali e la Unione Europea parlarono di brogli e definirono i golpisti come “un governo di transizione per indire nuove elezioni entro 3 mesi”.

Di mesi ne sono passati 12, in questo periodo il governo golpista e la autoproclamata presidente Áñez, sostenuti dagli Stati Uniti, hanno compiuto privatizzazioni dei beni pubblici e delle risorse energetiche, repressioni con omicidi di dimostranti, perseguitato ed incarcerato i leader politici oppositori, chiuso la televisione statale, rinviato 3 volte le elezioni ma ieri finalmente sono stati sconfitti nelle urne.

Sarebbe stata una notizia interessante e bella da pubblicare: “IN BOLIVIA VINCE LA DEMOCRAZIA”, e invece tutto (o quasi) tace.
E non si dica che la Bolivia è un paese poco interessante, perché lo scorso anno i “presunti brogli di un Morales attaccato al potere per il terzo mandato” riempirono le pagine ed i servizi giornalistici.

Persino Washington ieri ha riconosciuto in una dichiarazione ufficiale la vittoria del candidato socialista https://www.hispantv.com/noticias/ee-uu-/479816/bolivia-evo-morales-elecciones; anche i leader del governo golpista sconfitti lo hanno fatto.

Gli unici che ancora non si sono espressi sono il Tribunale Supremo Elettorale (nominato con la forza dal governo golpista che incarcerò la presidente anteriore) il quale afferma di avere 7 giorni di tempo per annunciare la proclamazione ufficiale, la stampa “democratica” italiana e i rappresentanti della Unione Europea.

Un bel terzetto…

Rete solidarietà rivoluzione bolivariana

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy