“Va ricordato che Open Arms è l’unica imbarcazione tra quelle umanitarie che non è stata costretta a rimanere ormeggiata in un porto europeo.
Da marzo a oggi il governo italiano, di fatto, ha bloccato sei navi umanitarie. Lo scorso 26 settembre era scattato il fermo amministrativo, l’ultimo in ordine cronologico, che ha riguardato la Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans. In porto forzatamente ormeggiate vi erano già le Sea Watch 3 e 4, la Ocean Viking di MSF, la Alan Kurdi della Ong SeeEye e la Aita Mari che fa capo agli attivisti baschi di Proyecto Maydayterraneo.

Tutte le contestazioni rivolte riguardano l’attività di «assistenza a migranti in mare», categoria giuridica che di fatto non esiste nel diritto della navigazione. “Se le persone da noi soccorse non fossero migranti, le stesse presunte irregolarità non verrebbero contestate – aveva spiegato Giorgia Linardi, giurista e portavoce della Ong Sea Watch in un editoriale su Il Domani -. Per questo non possiamo che pensare che alla base del fermo della nostra nave vi siano, anche in questo caso, delle considerazioni di natura politica più che legale”. “La principale di queste contestazioni, per esempio, riguarda il fatto che Sea-Watch 4 ha trasportato un numero di persone superiore rispetto a quelle per cui la nave è certificata. È un’accusa assurda, se si pensa che le persone che abbiamo portato a bordo erano state salvate nell’ambito di operazioni di emergenza, è un obbligo di diritto internazionale soccorrere chiunque si trovi in pericolo in mare”.

I ricorsi giudiziari delle Ong sono già partiti, ma contestualmente in questi mesi migliaia di altre persone sono annegate nel Mediterraneo centrale svuotato dalle navi di soccorso, nell’indifferenza delle autorità europee.”

Stefano Lugli PRC

Di Red

„Per ottenere un cambiamento radicale bisogna avere il coraggio d'inventare l'avvenire. Noi dobbiamo osare inventare l'avvenire.“ — Thomas Sankara

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