Sin dal primo turno, il risultato ha premiato il partito al governo, Sogno Georgiano – Georgia Democratica (K’art’uli Ots’neba – Demokratiuli Sak’art’velo), che si è assicurato il 48.22% dei consensi, guadagnando ben 73 seggi, solamente tre in meno di quelli necessari per raggiungere la maggioranza assoluta dell’emiciclo. In questo modo, il primo ministro Giorgi Gakharia (in foto) ha affrontato il secondo turno elettorale con grande tranquillità, consapevole del fatto che il suo partito avrebbe potuto formare quasi certamente un governo monocolore.

All’opposizione, nonostante l’alleanza tra diverse forze politiche formata sotto gli auspici dell’ex presidente in esilio Mikheil Saak’ashvili, il Movimento Nazionale Unito (Ertiani Natsionaluri Modzraoba – ENM) ha ottenuto il 27.18% dei consensi, facendo registrare un incremento di nove seggi, per arrivare a quota trentasei rappresentanti. Tra gli altri partiti, Georgia Europea (Evropuli Sak’art’velo) ha eletto cinque deputati con il 3.79% dei consensi, mentre quattro seggi a testa sono andati alle liste Lelo per la Georgia (3.15%), Strategia Aghmashenebeli (3.15%), Alleanza dei Patrioti della Georgia (3.14%) e Nuovo Centro Politico Girchi (2.89%). Eletti anche due candidati della lista Cittadini (1.33%) ed uno per il Partito Laburista Georgiano (1.00%), storica forza politica guidata da Shalva Natelashvili.

Con la soglia di sbarramento fissata all’1%, il partito dell’ex presidente del parlamento Nino Burjanadze, il Movimento Democratico – Georgia Unita (Demokratiuli Modzraoba — Ert’iani Sak’art’velo), è rimasto escluso dall’emiciclo, avendo raggiunto solamente lo 0.85% delle preferenze. Al primo turno, l’affluenza alle urne ha raggiunto il 56,11%.

Al secondo turno sono stati messi in palio i rimanenti diciassette seggi che non erano stati assegnati nella tornata del 31 ottobre. Secondo i dati pubblicati dalla Comissione Elettorale Centrale, tutti i diciassette scranni in palio sono stati conquistati dal partito di governo, portando a quota 90 seggi la rappresentanza di Sogno Georgiano – Georgia Democratica. Questo significa che la forza del premier Gakharia potrà disporre di una maggioranza netta, anche se ha comunque subito un calo di venticinque seggi rispetto alle elezioni del 2016. Tra gli eletti anche l’ex calciatore della nazionale Mikhail Kavelashvili ed il presidente della federazione calcistica georgiana, Levan Kobiashvili. I candidati di Sogno Georgiano – Georgia Democratica hanno potuto beneficiare anche del boicottaggio organizzato dalle opposizioni, che non hanno riconosciuto il risultato del primo turno.

Non sono mancate neppure le manifestazioni di protesta e le tensioni con le forze dell’ordine. Le proteste hanno avuto inizio subito dopo la pubblicazione dei risultati del primo turno, quando alcuni manifestanti del Movimento Nazionale Unito, guidati da uno dei leader del partito, Khatiya Dekanoidze, hanno montato due tende davanti al palazzo del parlamento nella capitale Tbilisi. In alcune occasioni, la polizia georgiana ha utilizzato cannoni ad acqua per disperdere i manifestanti.

Le autorità georgiane, già prima delle elezioni, avevano affermato di temere delle manifestazioni popolari in seguito alla proclamazione dei risultati, puntando il dito verso l’ex presidente Mikheil Saak’ashvili, considerato come l’eminenza grigia dell’opposizione. Irakli Kobakhidze, segretario esecutivo del partito di governo, ha affermato di avere “informazioni che il pubblico dovrebbe conoscere”. Secondo quanto affermato da Kobakhidze, “oltre ad avere il suo quartier generale elettorale ufficiale, il Movimento Nazionale Unito ha un cosiddetto quartier generale rivoluzionario guidato dal criminale Vano Merabishvili [ex primo ministro della Georgia sotto Saakashvili, ndr], lo scopo del quale è quello di incitare i cittadini, fomentare la violenza e guidare i processi politici lungo un corso rivoluzionario”.

Al momento, comunque, la tipologia di proteste registratesi a Tbilisi ed in altri centri del Paese caucasico non lasciano presagire lo scenario catastrofico preconizzato da Kobakhidze, che addirittura aveva parlato di ex poliziotti e militari armati pronti a dare vita a scontri violenti per sovvertire il potere costituito.

L’altra questione che tiene banco in Georgia è quella delle relazioni con la Russia, le cui tensioni sono legate soprattutto alle due repubbliche autoproclamatesi indipendenti dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. “Le opportunità per un miglioramento delle relazioni tra Russia e Georgia emergeranno solo se Tbilisi riconoscerà i suoi errori che hanno portato all’autoproclamata indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia meridionale. Per il momento, non c’è motivo di aspettarsi che le relazioni bilaterali possano iniziare a migliorare qualunque sia l’esito delle elezioni georgiane”, aveva avvertito Konstantin Kosachyov presidente del comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione Russa. “Una tale possibilità emergerà quando i politici georgiani accetteranno di riconoscere la nuda verità, per quanto spiacevole possano trovarla: l’autoproclamata indipendenza dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, che è diventata una realtà nel 2008, non è stata il risultato delle politiche della Russia. La colpa è da attribuire alle politiche errate della Georgia che sono durate per molti decenni, anche nell’era sovietica”. “Purtroppo di politici così onesti e coraggiosi nella moderna Georgia nazionalista ve ne sono pochissimi“, ha concluso Kosachyov.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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