La pro­po­sta di una pa­tri­mo­nia­le del 10% sul 10% più ricco del paese in­te­res­sa ve­ra­men­te le real­tà sin­da­ca­li e con­flit­tua­li pre­sen­ti nel paese? E qua­lo­ra la ri­spo­sta si af­fer­ma­ti­va, ipo­te­si tut­t’al­tro che scon­ta­ta, quali sa­ran­no gli stru­men­ti e i per­cor­si per co­strui­re una mo­bi­li­ta­zio­ne fi­na­liz­za­ta al rag­giun­gi­men­to di que­sti obiet­ti­vi?

Se­con­do noi di Pa­tri­mo­nia­le si parla poco e male, lo si fa spes­so na­scon­den­do­si die­tro a con­cet­ti ideo­lo­gi­ci e a una let­tu­ra della real­tà che non tiene conto degli ef­fet­ti pan­de­mi­ci sulla di­stri­bu­zio­ne di red­di­to e ric­chez­ze.  Sem­bra quasi un er­ro­re ri­ven­di­ca­re la tas­sa­zio­ne dei ca­pi­ta­li in un paese nel quale pa­ga­re meno tasse è di­ven­ta­to lo slo­gan più get­to­na­to in­clu­den­do tra i fau­to­ri i la­vo­ra­to­ri au­to­no­mi, anche di se­con­da ge­ne­ra­zio­ne, i la­vo­ra­to­ri di­pen­den­ti e i pen­sio­na­ti.

Molte volte ci siamo im­bat­tu­ti in pa­ro­le d’or­di­ne ro­boan­ti, con­di­vi­si­bi­li ma lon­ta­ne dalle real­tà, ad esem­pio ove si parla di so­cia­liz­za­re i pro­fit­ti e di na­zio­na­liz­za­zio­ni sotto il con­trol­lo ope­ra­io; senza du­bi­ta­re della bontà di que­sti obiet­ti­vi non ve­dia­mo in giro al­cu­na con­sa­pe­vo­lez­za ef­fet­ti­va sui per­cor­si da co­strui­re al­me­no per sen­si­bi­liz­za­re nu­me­ri cre­scen­ti di la­vo­ra­to­ri e la­vo­ra­tri­ci che non siano la so­li­ta cer­chia dei po­li­ti­ciz­za­ti.

 Per quan­to ci ri­guar­da il ra­gio­na­men­to da fare è sem­pli­ce: con il covid sono cre­sciu­te ul­te­rior­men­te le di­su­gua­glian­ze so­cia­li e il no­stro si­ste­ma sa­ni­ta­rio pub­bli­co ha bi­so­gno di es­se­re po­ten­zia­to, lo stes­so di­ca­si per i set­to­ri della Pa. Con quali soldi? An­dan­do­li a pren­de­re da chi ha ac­cu­mu­la­to negli ul­ti­mi 30 anni enor­mi pro­fit­ti be­ne­fi­cian­do di ali­quo­te fi­sca­li fa­vo­re­vo­li per i red­di­ti da ca­pi­ta­le. La ri­ven­di­ca­zio­ne è poi quel­la di nuove ali­quo­te fi­sca­li che re­sti­tui­sca­no pro­por­zio­na­li­tà ed equi­tà alle tas­sa­zio­ni, l’al­ter­na­ti­va è che a pa­ga­re siano sem­pre i so­li­ti. 

Non pos­sia­mo ver­go­gnar­ci da­van­ti a una ri­ven­di­ca­zio­ne come la pa­tri­mo­nia­le, nel paese con­cet­ti, e pra­ti­che con­se­guen­ti, come quel­la della del­l’u­gua­glian­za sono stati som­mer­si da mon­ta­gne di men­zo­gne a tal punto che anche agli occhi delle clas­si su­bal­ter­ne la sete di giu­sti­zia è di­ven­ta­ta una as­sur­di­tà

Sto­ri­ca­men­te go­ver­ni mo­de­ra­ti nel do­po­guer­ra hanno fatto ri­cor­so a leggi pa­tri­mo­nia­li, ma­ga­ri per pa­ga­re i de­bi­ti di guer­ra e fi­nan­zia­re la ri­co­stru­zio­ne. Una guer­ra c’è stata negli ul­ti­mi anni, quel­la con­dot­ta dal li­be­ri­smo con­tro le clas­si la­vo­ra­tri­ci e su­bal­ter­ne a tu­te­la del ca­pi­ta­le e delle pri­va­tiz­za­zio­ni. Sa­reb­be nel­l’in­te­res­se anche di forze mo­de­ra­te ap­pro­va­re una legge pa­tri­mo­nia­le, non lo fanno per paura dei ri­cat­ti da parte delle as­so­cia­zio­ni da­to­ria­li e pa­dro­na­li. 

La ri­ven­di­ca­zio­ne di una im­po­sta pa­tri­mo­nia­le pro­gres­si­va è in­ve­ce uno sto­ri­co ca­val­lo di bat­ta­glia dei co­mu­ni­sti, qui non si trat­ta di fare la ri­vo­lu­zio­ne ma di ab­bat­te­re le di­su­gua­glian­ze e ri­lan­cia­re l’in­ve­sti­men­to pub­bli­co ben sa­pen­do che pro­prio i la­vo­ra­to­ri e le la­vo­ra­tri­ci avreb­be­ro tutto da gua­da­gnar­ci. E una cam­pa­gna per ab­bat­te­re le di­su­gua­glian­ze avreb­be al­me­no come ri­sul­ta­to quel­lo di sot­trar­re dal di­men­ti­ca­to­io nu­me­ro­se pa­ro­le d’or­di­ne avan­za­te che hanno per de­cen­ni in­fluen­za­to so­cial­men­te e po­li­ti­ca­men­te le clas­si su­bal­ter­ne.

Se in Ita­lia non si parla di ali­quo­te e di “im­po­sta for­te­men­te pro­gres­si­va” la ra­gio­ne sta nel fatto che da una parte ha trion­fa­to il neo­li­be­ri­smo dal­l’al­tra la let­tu­ra della real­tà è quel­la ideo­lo­gi­ca ti­pi­ca degli scon­fit­ti che mi­su­ra­no le loro pa­ro­le d’or­di­ne se­con­do pa­ra­me­tri di pu­rez­za teo­ri­ca, o me­glio pre­sun­ta tale, to­tal­men­te dis­so­cia­ti dalla real­tà. E i 40 anni di neo­li­be­ri­smo hanno ac­cre­sciu­to di­su­gua­glian­ze sot­traen­do ai red­di­ti e allo stato so­cia­le ri­sor­se cre­scen­ti fino alle po­li­ti­che di au­ste­ri­tà della Bce.

In Spa­gna il go­ver­no so­ste­nu­to da Po­de­mos ha preso l’i­ni­zia­ti­va in­nal­zan­do di ap­pe­na l’1% l’a­li­quo­ta sui pa­tri­mo­ni su­pe­rio­ri ai dieci mi­lio­ni (oggi al 3,5%) anche se viene la­scia­ta alle am­mi­ni­stra­zio­ni re­gio­na­li la fa­col­tà di de­ci­de­re cosa fare nei ter­ri­to­ri am­mi­ni­stra­ti crean­do quin­di in pro­spet­ti­va nuove di­su­gua­glian­ze. In Ita­lia siamo an­co­ra più ar­re­tra­ti di altri paesi eu­ro­pei con l’ag­gra­van­te che le forze sin­da­ca­li più forti sono sorde a qua­lun­que ri­chia­mo ad una pa­tri­mo­nia­le, manca una ana­gra­fe ag­gior­na­ta delle ric­chez­ze e delle pro­prie­tà, manca de­ci­sa­men­te la vo­lon­tà di com­bat­te­re le di­su­gua­glian­ze. Ecco per­ché serve una Pa­tri­mo­nia­le.

Re­da­zio­ne pi­sa­na di Lotta Con­ti­nua

(Da: https://​delegati-​lavoratori-​ind​ipen​dent​i-​pisa.​blogspot.​com )

https://www.lotta-continua.it/index.php?option=com_easyblog&view=entry&id=698&Itemid=319

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy