Questo non è un paese è una fossa comune con inno nazionale


Francesco Cecchini


Ci sono ragioni, fatti documentati e prove giudiziarie sufficienti per dimostrare dinanzi ai tribunali internazionali che c’è un genocidio in Colombia, come l’annientamento e lo sterminio pianificati di uno o più gruppi sociali per vari motivi: razziale e sociale contro i popoli indigeni e politico contro il partito politico FARC.
La situazione è stata raccontata da due articoli pubblicati su Ancora Fischia il Vento.
https://www.ancorafischiailvento.org/2021/01/05/colombia-2020-annus-horribilis/
https://www.ancorafischiailvento.org/2021/01/19/genocidio-colombiano/
La JEP, Jurisdicción Especial para la Paz, ha recentemente informato che il 2021 ha avuto l’ inizio dell’anno più violento dalla firma dell’ Accordo di Pace: 14 scontri armati tra strutture criminali e forze pubbliche, 14 leader sociali assassinati, 6 massacri e 5 assassinii di ex guerriglieri delle FARC-EP.
Tutto ciò è l’ ultimo capitolo di una lunga storia, per cui il Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) ha deciso di giudicare, nella sua 48ª sessione, simbolicamente, lo Stato colombiano per genocidio politico, impunità e crimini contro la pace, praticati per quasi un secolo. Il TPP torna a occuparsi della Colombia per la terza volta, dopo il 1991 e il 2008.
Il TPP ha sede presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso a Roma e fu fondato da Lelio Basso (1903-1978), avvocato e leader politico socialista italiano che aveva in precedenza partecipato alla Corte Russell I e II.
La quarantottesima sessione del Tribunale permanente dei popoli (TPP) è iniziata in maniera virtuale il 26 gennaio, i lavori riprenderanno a fine marzo, 26, 27 marzo, e la sentenza è prevista in aprile
Il segretario generale del TPP, Gianni Tognoni ha dichiarato in apertura: “E’ impressionante vedere come esattamente dopo il processo di pace, la Colombia scompaia dalle cronache pubbliche, nessuno sa cosa succede”.
La giurista colombiana Ángela María Buitriago, pubblico ministero in questo processo simbolico, ha affermato che “il genocidio è sempre stata una pratica utilizzata dallo Stato, che a sua volta è stato alleato con i gruppi paramilitari”.
Il giurista italiano Luigi Ferrajoli, che ha visitato la Colombia nel settembre 2015, ha parlato di criminalità sistematica, strutturata; in Colombia ci troviamo di fronte a un autentica forma di criminalità istituzionalizzata.
Del TPP fa parte anche Luciana Castellina.
Nellambito di questa sessione 48 del TPP, varie organizzazioni della società civile e indigene, che operano in difesa dei diritti umani, avranno la possibilità di far conoscere i massacri e le continue uccisioni di leader sociali e di ex guerriglieri delle Farc, in seguito alla firma degli accordi di pace del 2016, oltre che la situazione d impunità in cui operano le organizzazioni armate paramilitari e le bande criminali.
È possibile che la sessione 48 del TPP si occupi anche della morte, avvenuta nel luglio scorso, del cooperante italiano Mario Paciolla, impegnato in una missione Onu a San Vicente del Caguán.
La sentenza del Tribunale permanente dei popoli, ovviamente, non è vincolante per il giudicato, il governo colombiano , ma informa a livello internazionale e serve all’ opposizione al sistema oligarchico colombiano responsabile del genocidio politico.
Questa situazione, il genocidio politico, però non può essere risolta dal governo di Iván Duque. Duque e il suo capo Álvaro Uribe sono storicamente i principali nemici della pace in Colombia.
Una possibilità di alternativa a Iván Duque e a Álvaro Uribe è l’ alleanza strategica elettorale Colombia Humana — Unión Patriótica (UP) che attualmente sta promuovendo per le elezioni del 2022 la candidatura di Gustavo Francisco Petro Urrego alla Presidenza della Repubblica. Un’ opinione che circola in Colombia vede altri partiti uniti a Colombia Humana e UP, quali FARC e Polo Democrático Alternativo del senatore Iván Cepeda, la cui presa di posizione ha portato lo scorso agosto la Corte Suprema di giustizia a decidere gli arresti dimiciliari dell ex presidente e attuale senatore Álvaro Uribe. Oltre naturalmente i sindacati, Central Unitaria de Trabajadores (CUT),Confederación de Trabajadores de Colombia (CTC), Confederación de Pensionados de Colombia (CPC), Confederación General del Trabajo (CGT) e FECODE. Non c è da perdere tempo per costruire questo schieramento politico e sociale, che nel 2022 può vincere i nemici della pace, Ivan Iván Duque e Álvaro Uribe.
Sta inoltre crescendo il movimento per il referendum Chao Duque il cui obiettivo è mandare a casa il presidente Iván Duque. In una recente lettera la CUT (Central Unitaria de Trabajadores) ha dichiarato di opporsi al governo e alle sue politiche e di aderire all’ iniziativa del referendum Chao Duque e di aver invitato tutte le sue strutture e i suoi iscritti a aderire a questa iniziativa e a impegnarsi a raccogliere i 3 milioni di firme necessaria per il referendum.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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