La 47ma edizione della Coppa America, il torneo più antico del calcio internazionale, avrà regolarmente luogo dal 13 giugno al 10 luglio, nonostante le rinunce di Colombia e Argentina, i due Paesi che inizialmente avrebbero dovuto organizzare la manifestazione, originariamente prevista nel 2020.

La prima a rinunciare era stata la Colombia, in preda ad oltre un mese di proteste popolari contro il governo del presidente di destra Iván Duque Márquez, con annesse violenze della polizia sui manifestanti al punto da provocare morti e sparizioni. Tuttavia, il governo colombiano ha sostenuto che la ragione di questa scelta sarebbe da ricercare nella situazione sanitaria, con il Paese che si avvia a superare i 3.5 milioni di casi positivi al Covid-19.

A quel punto, l’Argentina avrebbe dovuto sobbarcarsi da sola l’organizzazione del torneo in questa situazione più che mai delicata, essendo a sua volta alle prese con una situazione tutt’altro che semplice, con quasi 3.9 milioni di casi positivi registrati da inizio epidemia. Nonostante il tentativo di convincimento operato dal presidente della confederazione calcistica del continente, la Conmebol, il paraguaiano Alejandro Domínguez, che ha personalmente incontrato il capo di Stato argentino, Alberto Fernández, il governo di Bueno Aires ha alla fine rinunciato all’organizzazione, come annunciato nella giornata del 30 maggio, a circa due settimane dalla partita inaugurale.

Organizzare l’evento in territorio argentino è impossibile, mantenere la competizione è molto difficile in funzione della situazione sanitaria”, aveva dichiarato allora il ministro degli Interni argentino, Wado de Pedro. Certamente, il ministro peronista non si sarebbe aspettato che a garantire lo svolgimento della rassegna sarebbe stato il Brasile, che con oltre 16.8 milioni di casi positivi e circa 470.000 morti è uno dei Paesi che più di ogni altro ha subito le conseguenze della pandemia. Invece, il 31 maggio, la Conmebol ha dato uno degli annunci più assurdi e paradossali della storia ultrasecolare della Coppa America.

La scelta del Brasile è stata possibile previa la disponibilità data dal governo di Jair Bolsonaro, che ha bellamente ignorato sia la crisi pandemica che colpisce il suo Paese che le ingenti manifestazioni popolari che continuano a svolgersi quotidianamente in oltre duecento città contro il suo governo: ovvero un concentrato delle due ragioni che hanno portato alla più lungimirante rinuncia di Colombia e Argentina.

Immediate sono arrivate le reazioni alla surreale decisione, sia da parte del mondo politico che di quello sportivo. “Abbiamo appreso che Bolsonaro ha autorizzato lo svolgimento della Coppa America qui in Brasile, nel bel mezzo della pandemia, all’arrivo della terza ondata, con il rischio per la mancanza di letti e provviste e con la vaccinazione che procede lentamente”, ha dichiarato Gleisi Hoffmann, presidente del Partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores, PT). “La domanda non è se ti piaccia o non ti piaccia il calcio. Io lo adoro! La questione è di non giocare con la vita dei brasiliani e non fare demagogia in cambio della morte di innocenti“, ha rincarato Ciro Gomes, leader del Partito Democratico Laburista (Partido Democrático Trabalhista, PDT).

Il vicepresidente della Commissione pandemia del Senato, Randolfe Rodrigues, del partito ambientalista Rete Sostenibilità (Rede Sustentabilidade, REDE), ha chiesto la convocazione del presidente della federazione calcistica brasiliana, Rogerio Caboclo, per spiegare le misure sanitarie che verranno prese per permettere lo svolgimento del torneo. “La nostra missione è indagare sui fatti e fermare questa crisi, evitando ulteriori morti”, ha affermato il senatore. “Amo il calcio, ma sono un difensore della vita“, ha aggiunto.

Un altro senatore, Renan Calheiros, esponente del Movimento Democratico Brasiliano (Movimento Democrático Brasileiro, MDB) ha chiesto direttamente a Neymar e agli altri giocatori della nazionale di rifiutarsi di giocare la competizione: “È incredibile che il governo voglia ospitare la Coppa America in Brasile, in un momento in cui la pandemia peggiora e riempie i nostri cimiteri e ospedali come mai prima d’ora“, ha detto Calheiros.

Anche molti governatori degli Stati federati brasiliani hanno mostrato reticenze, e potrebbero rifiutarsi di organizzare le partite nelle proprie città. Fátima Bezerra (PT), governatrice del Rio Grande do Norte, e Paulo Câmara, governatore del Pernambuco in forza al Partito Socialista Brasiliano (Partido Socialista Brasileiro, PSB), hanno già affermato che nessuna partita si svolgerà in quegli Stati, mentre alcune perplessità sono state esternate da João Doria, governatore di San Paolo ed esponente di spicco del Partito della Social Democrazia Brasiliana (Partido da Social Democracia Brasileira, PSDB).

Anche alcuni giocatori hanno palesato dubbi nei confronti dello svolgimento della manifestazione in Brasile: “Se la situazione è complicata in Brasile, non si può giocare. È molto difficile dare un’opinione, noi giocatori vogliamo giocare, ma il problema è trovare un buon posto dove giocare”, ha scritto sul proprio account Twitter l’attaccante argentino Sergio “Kun” Agüero, che ha già contratto il virus in precedenza.

Il giocatore del Manchester City è stato tra i pochi ad esporsi in maniera così netta sulla questione dell’organizzazione del torneo. Commenti molto eloquenti sono invece arrivati dai commissari tecnici di Cile e Argentina, rispettivamente Martín Lasarte e Lionel Scaloni, entrambi concordi nell’affermare che il Brasile non è la sede ideale in questo momento a causa dell’aumento dei casi di Covid-19 e del rischio di contagio per i partecipanti. Lasarte ha affermato che “sembra un rischio enorme” giocare la Coppa America in Brasile, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia di Covid-19 nell’arena globale, perché “la cosa più importante è la salute“. Il tecnico cileno ha poi aggiunto che questa situazione sta provocando grande incertezza in merito alla programmazione e alla formazione dei gironi, con le squadre che non sanno ancora in quali città dovrebbero recarsi per giocare le eventuali partite.

Da parte sua, l’argentino Scaloni ha indicato in conferenza stampa che il Brasile “non è il luogo ideale” per giocare la Coppa America perché ritiene che “la situazione epidemiologica è simile a quella dell’Argentina, che ha rinunciato a organizzare il torneo a causa dell’aumento dei casi di coronavirus”. “Per molto tempo hanno parlato dei problemi che stavamo avendo come Paese e dello sforzo che stanno facendo il governo e la federazione argentina affinché si potesse giocare in Argentina”, ha detto Scaloni. “Alla fine si è deciso che non doveva svolgersi per un problema sanitario, un problema logico, e il risultato è che andiamo in Brasile”.

In conclusione, solamente il presidente brasiliano Jair Bolsonaro sembrano essere convinti dello svolgimento della Coppa America in Brasile. Non dimentichiamo che il prossimo anno Bolsonaro dovrà affrontare il banco di prova delle elezioni presidenziali, per le quali è dato sconfitto da tutti i sondaggi: dopo il disastro della gestione della pandemia, il capo di Stato spera probabilmente di risollevare le proprie sorti attraverso lo sport più amato dai brasiliani, ma questa volta difficilmente il calcio riuscirà a far dimenticare alla popolazione l’inferno vissuto nell’ultimo anno.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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