Herero in catene.


Francesco Cecchini


“Il genocidio è un atto criminale premeditato, organizzato sistematicamente e messo in atto con lobiettivo di sterminare delle comunità civili mirate, scelte in base a criteri di nazionalità, razza o religione”. Ryzard Kapuscinski.
Tra il 1884 e il 1908 si compì il genocidio dei popoli Herero e Nama per essersi ribellati in armi all’ invasore tedesco. Fu il primo genocidio del 900. Non c è una contabilità esatta dei morti per le armi, di fame, nei campi di prigionia o nelle deportazioni. Alcuni dicono che i due popoli, Herero e Nama, furono ridotti il primo dell80% e il secondo del 50%.
Chi lo diresse fu il generale Lothar von Trotha, che prima nella Cina imperiale come Comandante di Brigata del Corpo di Spedizione dell’Asia Orientale, prese parte alla repressione della Ribellione dei Boxer.
Von Trotha giunse nell’Africa sudoccidentale l’ 11 giugno 1904, mentre la guerra contro gli Herero imperversava da cinque mesi. Il Comando tedesco non aveva avuto fino a quel momento grande successo contro le tattiche di guerriglia adottate dagli Herero.
I primi scontri armati si verificarono il 12 gennaio 1904 e videro i ribelli uscirne vincitori. Vennero uccise 123 persone, in maggior parte coloni tedeschi. Il 14 gennaio, le forze di Maharero raggiunsero Omarasa e distrussero gli uffici postali di Waldau e di Waterberg. Inoltre, il presidio militare di Waterberg fu sconfitto dai ribelli herero e tutti i soldati, comandati dal sottoufficiale Gustav Rademacher, vennero uccisi. In questa occasione, Maharero permise ai missionari e ad un piccolo gruppo di donne e bambini tedeschi di raggiungere Okahandja. Il 16 gennaio la città di Gobasis venne assediata e unintera compagnia militare tedesca venne annientata nei pressi di Otjiwarongo. Dopo questa perdita, Leutwein venne sostituito con il generale Lothar von Trotha, che giunse nell Africa Tedesca del Sud-Ovest con 15.000 uomini e mise una taglia di 5.000 marchi per la cattura di Maharero.
Nell’agosto del 1904 il Generale von Trotha mise a punto un nuovo piano di battaglia per porre fine alla rivolta. Nella battaglia di Waterberg diede l’ordine di accerchiare gli Herero su tre lati, in modo che l’unica via di fuga fosse verso l’ arida steppa di Omaheke, propaggine occidentale del deserto del Kalahari. Gli Herero fuggirono nel deserto e von Trotha ordinò alle sue truppe di avvelenare i pochi pozzi d’acqua, di erigere posti di guardia lungo una linea di 150 miglia e di sparare a vista su ogni Herero, che si trattasse di uomo, donna o bambino. Per rendere il suo atteggiamento verso gli Herero ancora più chiaro, il 2 ottobre von Trotha emanò il Vernichtungsbefehl, o ordine di sterminio: “Io, generale dell’ esercito tedesco, invio questa lettera agli Herero. Essi non sono più sudditi tedeschi. Hanno ucciso, derubato, tagliato le orecchie e altre parti del corpo a soldati feriti, e ora sono troppo codardi per continuare a combattere. Annuncio alla popolazione che chiunque mi consegnerà un loro capo riceverà 1000 marchi, e 5000 marchi per Samuel Maharero. Il popolo Herero deve lasciare il paese. Se non lo farà, lo costringerò col cannone. Ogni Herero che sarà trovato all’interno dei confini tedeschi, con o senza un’arma, con o senza bestiame, verrà ucciso. Non accolgo più né donne né bambini: li ricaccerò alla loro gente o farò sparare loro addosso. Queste sono le mie parole per il popolo Herero”.

Generale tedesco Lothar von Trotha e l’ eroe nazionale herero Samuel Maharero


Infine, grazie all impiego di mitragliatrici, le truppe coloniali tedesche riuscirono a sconfiggere i ribelli herero nella battaglia di Waterberg, svoltasi l 11 agosto 1904. Gli herero e i Nama superstiti, inclusi donne e bambini. si ritirarono nella regione desertica dellOmaheke dove in migliaia morirono di sete e di stenti. In seguito all ordine, giunto da Berlino, di sterminare le popolazioni ribelli, venne organizzato il campo di concentramento di Shark Island, precursore dei campi di sterminio nazisti. L’ isola è un posto desolato e solitario, oggi unito artificialmente alla terra ferma. Un luogo inospitale che, tra il 1904 e il 1908, divenne un campo di concentramento tedesco per le popolazioni Herero e Nama, talmente disumano che lo stesso comandante Von Zulow lo ribattezzò Isola della Morte.
Furono perpetrati esperimenti medici mostruosi su esseri umani. Medici tedeschi che includevano coloro che stavano lavorando sulla dottrina della razza pura in Namibia, successivamente educarono molti medici razzisti tedeschi, incluso il famigerato Angelo della Morte, Mengele. Il dottore più famoso, che ha compiuto esperimenti su esseri umani in Africa, è stato Eugen Fischer.
Nel 2004, in occasione del centenario del genocidio, il governo tedesco ammise le colpe della Germania per i crimini contro lumanità commessi nella Deutsch-Südwestafrika. Ma ai discendenti degli Herero non è bastato, hanno chiesto a Berlino quattro miliardi di dollari di risarcimento e la restituzione di quarantasette teschi di Herero, ancora conservati nelle università e centri medici tedeschi.
Recentmente dopo le mezze scuse di Emmanuel Macron al Rwanda riguardo alle responsabilità della Francia nel genocidio del 1994, la Germania ha rinnovato le scuse per il genocidio dichiarando che donerà alla Naimbia 1,1 miliardi di euro in aiuti allo sviluppo.
A pronunciare le parole di scusa è stato il ministro degli Esteri, Heiko Maas, in un comunicato scritto anche per accogliere con favore la stipula di un accordo con il Paese africano dopo più di cinque anni di difficili negoziati sugli eventi che hanno avuto luogo nel sudovest dell Africa colonizzato dalla Germania tra il 1884 e il 1915: Qualificheremo ufficialmente questi eventi per quello che sono dalla prospettiva odierna, un genocidio. Alla luce della responsabilità storica e morale della Germania, chiederemo perdono alla Namibia e ai discendenti delle vittime per le atrocità commesse”. Inoltre la Germania sosterrà ricostruzione e sviluppo in Namibia attraverso un programma finanziario di 1,1 miliardi di euro in 30 anni
Tantomeno chiudono la questione, come vorrebbe il governo Merkel, prima delle elezioni federali di settembre. «Avete un esecutivo che si rifiuta di accettare il genocidio e pagare i risarcimenti. Volete scappare dalla vostra responsabilità storica nascondendovi dietro gli aiuti allo sviluppo. Per voi siamo esseri inferiori» è il messaggio ai tedeschi di Joseph Kauandenge, segretario della National Unity Democratic Organisation of Namibia.
Coloro che sono scesi in piazza a manifestare opposizione hanno definito la proposta tedesca un insulto alle vittime del genocidio.

Manifestanti contro il perdono tedesco senza risarcimento.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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