La violenza esercitata dall’esercito jugoslavo, su uomini e donne inermi, fece seguito alla discriminazione antislava praticata dagli italiani nel ventennio e alla violenza esercitata dal fascismo nel periodo di occupazione italiana dei territori dell’ex-Jugoslavia dal ‘41 al ‘43. Non c’è alcuna giustificazione per la violenza, né per quella italiana né per quella jugoslava, e chiunque abbia infoibato esseri umani ha commesso un crimine, a partire dai fascisti italiani che per primi hanno adottato questa pratica contro i partigiani slavi.

Ma la storia va raccontata tutta, per essere compresa a pieno e per evitare che si ripeta. Altrimenti è strumentalizzazione politica.

Come si può parlare di foibe senza parlare degli orrori dell’occupazione nazifascista della Jugoslavia?

Come si può assistere in silenzio all’uso strumentale della“più complessa vicenda del confine orientale” come se questa fosse estranea ad una delle pagine più atroci del secondo conflitto mondiale?

Come è potuto accadere che sia diventata dominante una narrazione che sostanzialmente mette sullo stesso piano foibe e Shoah, come fa anche il capo gabinetto del ministero dell’Istruzione Stefano Versari?

Domande a cui dare delle risposte, se non vogliamo che la mistificazione di quei fatti offuschi la storia di un Paese che non ha mai fatto i conti fino in fondo con il suo passato.

Dal comizio di Mussolini al teatro Ciscutti di Pola, 20 Settembre 1920: «𝐷𝑖 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑒 𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑎𝑧𝑧𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑙𝑎𝑠𝑙𝑎𝑣𝑎, 𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑒 𝑏𝑎𝑟𝑏𝑎𝑟𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑎̀ 𝑙𝑜 𝑧𝑢𝑐𝑐ℎ𝑒𝑟𝑖𝑛𝑜,𝑚𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑏𝑎𝑠𝑡𝑜𝑛𝑒. 𝐼 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑛𝑖 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑣𝑜𝑛𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝐵𝑟𝑒𝑛𝑛𝑒𝑟𝑜, 𝑖𝑙 𝑁𝑒𝑣𝑜𝑠𝑜𝑒 𝑙𝑒 𝐷𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒. 𝐷𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒, 𝑠𝑖̀, 𝑙𝑒 𝐷𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐷𝑎𝑙𝑚𝑎𝑧𝑖𝑎 𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎𝑡𝑎!… 𝐼𝑙𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑟𝑖𝑎𝑙𝑖𝑠𝑚𝑜 𝑣𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑖 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑖𝑛𝑖 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑎𝑡𝑖 𝑑𝑎 𝐷𝑖𝑜 𝑒 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎, 𝑒 𝑣𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑒𝑠𝑝𝑎𝑛𝑑𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎𝑛𝑒𝑜. 𝐵𝑎𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑒 𝑝𝑜𝑒𝑠𝑖𝑒. 𝐵𝑎𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑒𝑚𝑖𝑛𝑐ℎ𝑖𝑜𝑛𝑒𝑟𝑖𝑒 𝑒𝑣𝑎𝑛𝑔𝑒𝑙𝑖𝑐ℎ𝑒». Un programma ferocemente attuato per oltre vent’anni.

Stefano Lugli PRC

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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