Il premier spagnolo Sanchez ha rettificato la decisione dei giorni scorsi ed ha deciso che anche la Spagna invierà armi all’Ucraina in maniera diretta, così come stanno facendo molti paesi europei tra cui l’Italia.

Il governo di coalizione, composto da socialisti, Unidas Podemos (Podemos + Izquierda Unida) e indipendentisti di sinistra, si era precedentemente dichiarato disponibile ad inviare armi solamente sotto l’ombrello della Ue attraverso un meccanismo condiviso in sede europea.

Questa nuova decisione sembra aver acuito la crisi in seno alla maggioranza, in questi due anni già lacerata da numerose divisioni sui temi del diritto del lavoro e delle riforme fiscali: nessun deputato di Unidas Podemos e nessun ministro di questa forza politica della sinistra ha applaudito il presidente del governo. Secondo UP, infatti, l’invio di armi offensive e letali può scatenare una escalation nella tensione bellica fino a un possibile conflitto mondiale e bisognerebbe invece fermare Putin con altri mezzi, come l’intensificarsi della diplomazia. I deputati di UP hanno criticato l’assenza della parola “sforzi diplomatici” nel discorso di Sanchez.

Contrari alla decisione annunciata da Sánchez si sono dichiarati anche altri sostenitori del centrosinistra spagnolo. Gabriel Rufian, deputato di Esquerra Republicana de Catalunya al Congresso, ha chiesto che la misura venga votata in aula e ha dichiarato “il fatto che Putin sia un satrapo non converte la NATO in un esercito di liberazione“.

Sul fronte dell’indipendentismo basco, Mertxe Aizpurua, portavoce di EH-Bildu ha avvertito che Pedro Sánchez: “non conterà sul nostro appoggio per inviare armi letali“. Dello stesso avviso gli indipendentisti del Bloque Nacionalista Galego, mentre la formazione degli indipendentisti e anticapitalisti catalani ha opposto un netto rifiuto all’invio di armi in Ucraina, denunciando sia le responsabilità della NATO e degli Stati Uniti che la mossa di Putin, sottolineando la presenza di gruppi neonazisti nello schieramento ucraino e ribadendo la necessità di lavorare per la pace.

In una eventuale conta parlamentare, tuttavia, i socialisti potranno contare sul deciso sostegno dei centristi di Ciudadanos e della destra del Partito Popolare, che hanno parlato di Zelensky come di un eroe in lotta per la libertà.

Di Nardi

Davide Nardi nasce a Milano nel 1975. Vive Rimini e ha cominciato a fare militanza politica nel 1994 iscrivendosi al PDS per poi uscirne nel 2006 quando questo si è trasformato in PD. Per due anni ha militato in Sinistra Democratica, per aderire infine nel 2009 al PRC. Blogger di AFV dal 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy