Katalin Novák diventerà la prima donna presidente nella storia dell’Ungheria a partire dal 10 maggio, quando il suo mandato avrà effettivamente inizio al termine di quello del capo di Stato uscente, János Áder, che cederà la massima carica magiara dopo dieci anni di presidenza.

Il verdetto è arrivato dopo il voto tenuto il 10 marzo dal parlamento di Budapest, nel quale 137 grandi elettori hanno optato per la candidatura di Novák, mentre l’opposizione ha votato a favore dell’economista Péter Róna, il quale ha raccolto 51 consensi, mentre cinque schede sono state ritenute nulle. Si tratta in realtà di un risultato abbastanza scontato, visto che Katalin Novák era la candidata proposta dal principale partito di governo, Fidesz – Unione Civica Ungherese (Fidesz – Magyar Polgári Szövetség), quello del primo ministro Viktor Orbán, che insieme ai suoi alleati controlla una solida maggioranza nell’emiciclo.

Di fatto, la presidenza è stata ininterrottamente occupata da esponenti di Fidesz dal 2010, quando venne eletto per la prima volta Pál Schmitt, poi sostituito da László Kövér come presidente ad interim in seguito alle sue dimissioni. Dopo questo breve interludio, ci sono stati i due mandati del già citato János Áder, che resterà in carica fino all’avvicendamento con Katalin Novák.

Ma chi è Katalin Novák? La stampa internazionale ha fatto gran parlare della sua elezione in quanto si tratta della prima donna eletta a capo dell’Ungheria, ma il genere non basta a definire politicamente qualcuno. Come detto, per ottenere la nomina Novák ha dovuto ricevere il sostegno del primo ministro Orbán, che dunque la considera come una sua fedelissima. Effettivamente, Novák aveva già ricoperto l’incarico di ministro degli Affari Familiari tra l’ottobre del 2020 ed il dicembre del 2021, quando la carica è stata abolita dallo stesso capo del governo, ed ha occupato un seggio parlamentare tra le file di Fidesz dal 2018.

Dopo aver studiato economia e giurisprudenza in Ungheria, Novák ha avuto modo di studiare anche all’Università di Parigi-Nanterre. A 24 anni, nel 2001, ha iniziato a lavorare presso il ministero degli Affari Esteri nel 2001, durante il primo mandato di Orbán al governo, specializzandosi in questioni relative all’Unione Europea e all’Europa. In questo modo, ha dato il via alla sua carriera politica, che poi ha preso il volo quando Orbán è tornato al potere nel 2010. In quell’anno, infatti, il primo ministro l’ha nominata consigliere ministeriale, mentre nel 2012 è stata nominata capo di gabinetto del ministero delle Risorse Umane. Nel 2014 è diventata sottosegretario di Stato alla Famiglia e alle Politiche Giovanili presso il ministero delle Capacità Umane, prima di ottenere la già ricordata carica ministeriale nel 2020.

Insomma, da quando ha iniziato la sua carriera politica, Katalin Novák è sempre stata una fedelissima di Viktor Orbán, al quale deve la sua carriera in folgorante ascesa. Lo stesso primo ministro ha dimostrato di considerarla come una delle sue migliori collaboratrici, praticamente una numero due, nominandola vicepresidente di Fidesz nel 2017, carica mantenuta fino al 2021 ed alla sua candidatura alla presidenza del Paese.

Nel corso della sua esperienza come ministro, Katalin Novák è stata contestata per le sue posizioni fortemente conservatrici su alcune tematiche, abusando anche dei poteri di emergenza concessi al governo dall’emergenza Covid-19 per far passare leggi a dir poco discutibili, compreso un emendamento costituzionale che ha avuto l’effetto di escludere i single dalla possibilità di adottare. L’obiettivo di Novák era però quello di impedire a coppie omosessuali di adottare come avveniva in precedenza, quando un membro della coppia poteva effettivamente adottare presentandosi ufficialmente come single.

Nota anche una sua diatriba con lo scrittore e giornalista Gergely Homonnay, vicino al partito di opposizione Coalizione Democratica (Demokratikus Koalíció, DK). Homonnay ha infatti definito l’allora ministro Novák come un “parassita nazista”, il che ha portato Novák a denunciarlo per diffamazione, ottenendo la vittoria in sede giuridica. Pochi mesi dopo la sentenza, il 1° gennaio 2022, Homonnay è stato trovato morto a Roma, una morte che la polizia italiana ha definito come “sospetta”, anche se naturalmente questo non significa che vi sia un collegamento con i dissapori avuti con Katalin Novák.

Ad ogni modo, va ricordato che la carica presidenziale in Ungheria ha un valore poco più che cerimoniale, e che il centro del potere resterà comunque nelle mani del primo ministro Viktor Orbán, almeno fino alle prossime elezioni legislative previste per il 3 aprile. Attualmente, i sondaggi vedono in vantaggio la coalizione di destra guidata da Fidesz, ma rispetto alle precedenti elezioni potrebbe esserci un testa a testa con la variegata coalizione di opposizione denominata Uniti per l’Ungheria (Egységben Magyarországért), che riunisce partiti di ogni ideologia politica che hanno l’obiettivo comune di porre fine al predominio di Viktor Orbán.

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Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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