Le elezioni legislative in Lettonia hanno premiato il partito del primo ministro, ora chiamato a formare un nuovo governo di coalizione.

Il 1º ottobre, gli elettori della Lettonia sono stati chiamati alle urne per eleggere la nuova Saeima, il parlamento unicamerale di Riga composto da 100 seggi. La tornata elettorale ha avuto luogo dopo quattro anni di governo di coalizione guidato dall’ex ministro dell’Economia ed europarlamentare Arturs Krišjānis Kariņš, leader del partito di centro-destra Nuova Unità (Jaunā Vienotība, JV).

Nel 2018, la scelta di Kariņš come primo ministro fu il frutto del compromesso tra i partiti di governo. Nuova Unità, infatti, aveva ottenuto solamente otto seggi, e ci vollero tre mesi di colloqui tra le forze politiche per raggiungere un accordo. I quattro anni al governo sembrano però aver beneficiato Kariņš, visto che il suo partito è risultato essere il più votato, con il 18,97% delle preferenze e ben ventisei parlamentari eletti.

Il primo partito di opposizione risulta invece essere l’Unione dei Verdi e degli Agricoltori (Zaļo un Zemnieku savienība, ZZS), che passa da undici a sedici rappresentanti con il 12,44% delle preferenze, mentre al terzo posto si classifica la Lista Unita (Apvienotais Saraksts, AS), una nuova coalizione centrista che ottiene quindici seggi e l’11,01% delle schede a proprio favore. Il risultato ottenuto dall’Unione dei Verdi e degli Agricoltori ha destato particolare sorpresa per via della candidatura a primo ministro di Aivars Lembergs, condannato a cinque anni di prigione per corruzione e considerato come una minaccia nazionale negli Stati Uniti.

Presenti in parlamento anche gli altri quattro partiti che hanno superato la soglia di sbarramento del 5%: Alleanza Nazionale (Nacionālā Apvienība, NA), con tredici seggi, Per la Stabilità! (Stabilitātei!), con undici, I Progressisti (Progresīvie), con dieci, e Prima la Lettonia (Latvija Pirmajā Vietā, LPV), con nove.

Tra le novità, vi è invece la scomparsa del Partito Socialdemocratico “Armonia” (Sociāldemokrātiskā Partija “Saskaņa”), storicamente considerato come espressione della popolazione russa in Lettonia. Primo classificato alle elezioni del 2018 con quasi il 20% dei consensi, la formazione filorussa non ha superato, seppur di poco, la soglia di sbarramento. I voti dei russi di Lettonia, secondo gli analisti, sono confluiti soprattutto verso le liste Per la Stabilità!, nata proprio da una scissione all’interno dei socialdemocratici, e I Progressisti. Ricordiamo che la popolazione russa rappresenta circa un quarto della popolazione complessiva del Paese baltico.

I risultati mettono chiaramente il primo ministro Kariņš in una posizione di forza per guidare il nuovo governo di coalizione, anche se sarà necessario trovare un accordo con le nuove forze presenti in parlamento. A parte Alleanza Nazionale, infatti, gli altri tre partiti che avevano partecipato al precedente esecutivo non hanno confermato il proprio risultato, e sono rimasti a loro volta estromessi dall’emiciclo di Riga.

Dotato anche di cittadinanza statunitense, Kariņš ha grandi sostenitori sia in Europa che in Nord America, viste le sue posizioni fortemente europeiste e atlantiste. Queste posizioni sono state ribadite dallo stesso primo ministro nelle prime dichiarazioni rilasciate dopo la pubblicazione dei risultati: “Innanzitutto dobbiamo tutti pensare a come superare l’inverno, non solo in Lettonia ma in tutta l’UE. Rimaniamo tutti uniti a sostegno dell’Ucraina e non rinunciamo di fronte alle difficoltà per noi“, ha affermato il capo del governo lettone.

La gente ha votato per una forza politica esperta con un chiaro corso euro-atlantico, che può affrontare e guidare un Paese in questa situazione complicata“, ha commentato invece l’ex primo ministro Valdis Dombrovskis, attuale commissario europeo per il commercio, che non ha nascosto il suo sostegno nei confronti del primo ministro uscente, e che era presenta a Riga al momento della pubblicazione dei risultati.

Tuttavia, gli analisti più attenti non hanno mancato di sottolineare come i risultati di queste elezioni potrebbero acuire la spaccatura tra la popolazione di etnia russa e quella lettone. Negli ultimi mesi, Kariņš ha preso misure fortemente antirusse, come la limitazione dell’ingresso di cittadini russi provenienti da Russia e Bielorussia, che hanno chiaramente causato disagi alla popolazione russa residente in Lettonia. La spaccatura della società lettone si riflette anche dalla bassa affluenza alle urne, pari al 59,4%, anche se nel 2018 era risultata addirittura inferiore. Infine, la Lettonia si conferma con un Paese fortemente orientato a destra, dove le idee progressiste hanno difficoltà ad affermarsi di fronte alle forze liberiste.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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