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I primi ad essere contro la maternità surrogata dovrebbero essere le femministe e le coppie gay. Invece, è diventata una ‘bandiera ideologica’ della Destra, perché?

La maternità surrogata è la sublimazione del sistema capitalistico, dove tutto è merce e dove tutto è oggetto di scambio, basta pagare un prezzo.

E non è un caso che essa sia legale per le coppie dello stesso sesso non residenti solo in Canada e negli Stati Uniti d’America. E non deve sorprendere che essa sia ammessa con qualche limitazione anche in Europa. Alcuni Stati come il Regno Unito, i Paesi Bassi, la Danimarca ed il Portogallo la vietano solo agli stranieri non residenti. Altri come l’Ucraina, la Grecia e la Georgia la consentono a tutte le coppie eterosessuali, ma dietro il pagamento di una somma di denaro che può superare anche i 100mila euro.

Ci sono, purtroppo, donne che pur di avere un reddito sono disposte a tutto, anche a vendere il proprio corpo ed i propri figli, ma non è escluso che esse possano essere costrette a farlo.

Dall’altro lato ci sono coloro che desiderano essere padri o madri a tutti i costi. Potrebbe apparire retorico, ma due uomini o due donne non possono procreare.

Non è un fatto ideologico, è la vita che è così. Non si può avere tutto. Quando si decide o si sente il bisogno di condividere la propria esistenza con un’altra persona lo si fa per amore ed è proprio per questo che bisogna accettarne le conseguenze, anche quelle che non ci piacciono. Questo principio vale anche per le coppie eterosessuali.

Le richieste di trascrizione agli uffici comunali di figli omogenitoriali sono spesso un escamotage per eludere la legge italiana che vieta la maternità surrogata. Negarlo è infantile, oltreché illegale.

Le coppie gay che intraprendono questo percorso sono pochissime e spesso sono benestanti. Nella maggior parte dei casi a fare l’istanza sono coppie eterosessuali.

Chi ritiene che questa ‘pratica’ sia eticamente e socialmente corretta lo dica apertamente e non si nasconda dietro l’interesse dei bambini.

Sì, perché qui parliamo di bambini, i cui diritti sono negati solo per soddisfare il desiderio di paternità o maternità degli adulti.

Quando saranno grandi di certo si chiederanno, ma chi è mia madre? Chi è mio padre? E cosa risponderanno coloro che hanno pagato per avere un utero in affitto? Mentiranno o diranno la verità? E come reagiranno i ‘loro’ figli quando sapranno che sono stati privati dei genitori biologici? No, tutto questo non è giusto.

Adottare un bambino o una bambina che non hanno più i genitori è un atto d’amore, averne uno o una per contratto approfittando del bisogno o dell’avidità di una madre o di un padre è un atto di egoismo.  

Ci piacerebbe sentire parole chiare dai politici, ma queste, ad oggi, vengono solo da chi a torto o a ragione difende la famiglia tradizionale anche se nel loro quotidiano vivono in tutt’altro modo.

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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