L’escalation di violenze israeliane lasciate impunite dall’ordine internazionale, con un silenzio-assenso imbarazzante, sta portando a un escalation di violenza senza freni.  Palestinesi disperati che ammazzano a casaccio prima di farsi ammazzare, come l’attentano in cui ha perso la vita un turista italiano. Tutto in seguito all’ennesima provocazione di Netanyahu con la violente irruzione delle forze israeliane nella spianata delle moschee.

Israele, guerra di tutti contro tutti: la vittima italiana

Ieri un turista italiano di 36 anni, Alessandro Parini, è stato ucciso e altri sette turisti sono stati feriti a Tel Aviv da un’auto che li ha travolti intenzionalmente. L’attentatore, un palestinese dei Territori occupati è stato ucciso dalla polizia. Tra i feriti ci sarebbe un altro italiano. Sono 17 gli israeliani uccisi dall’inizio dell’anno,  i palestinesi morti sono un centinaio almeno, vittime dei raid dell’esercito israeliano in città, villaggi e campi profughi della Cisgiordania.

Nella notte sono ripartiti intensi bombardamenti dell’aviazione israeliana sulla Striscia di Gaza. Bombe anche nei pressi del campo profughi di Rashidiye (Tiro), in Libano del sud. Una accelerazione verso l’escalation militare conseguenza delle forti tensioni causate dalle cariche e dai pestaggi della polizia israeliana ai fedeli sulla Spianata delle moschee di Gerusalemme.

Attacco palestinese nella valle del Giordano

Attacco armato palestinese nella Valle del Giordano nelle vicinanze dell’insediamento coloniale ebraico di Efrat, a sud di Betlemme, in cui ieri sono rimaste uccise due sorelle di 15 e 20 anni. Gli autori dell’attacco, pare due, erano in attesa in un’auto ferma al lato della strada. Ad un certo punto, come mostra un video di una telecamera di sorveglianza, hanno tagliato la strada alle tre donne e sparato 22 colpi a distanza ravvicinata, probabilmente con un kalashnikov. Le uccisioni delle due sorelle hanno generato sdegno e condanne da più parti, anche internazionali, e gettato nel caos la maggioranza di destra guidata da Benyamin Netanyahu, come segnala allarmato Michele Giorgio da Gerusalemme.

I ministri più estremisti, Itamar Ben Gvir (Potere ebraico) e Bezalel Smotrich (Sionismo religioso), hanno minacciato di rassegnare le dimissioni per le «politiche insufficienti» in Cisgiordania e Gaza da parte di un governo che, nella loro visione, è nato per annullare in un modo o nell’altro le rivendicazioni politiche e territoriali dei palestinesi sotto occupazione. Deputati del Likud, il partito di Netanyahu, e di altri partiti della maggioranza, assieme a uno dei capi dei coloni, Yossi Dagan, hanno invocato offensive militari e l’annessione di tutta la Cisgiordania a Israele, anche sfidando l’opposizione dell’Amministrazione Biden.

Escalation per arrivare a cosa?

«Sullo sfondo di un’altra giornata densa e drammatica c’è la notte di giovedì, segnata dall’offensiva aerea israeliana contro Gaza annunciata da Netanyahu», aggiunge Michele Giorgio sul Manifesto. Secondo il ministero della salute palestinese i raid aerei hanno causato danni all’ospedale pediatrico Al-Dorra. Da Gaza hanno risposto lanciando decine di razzi verso il territorio meridionale israeliano, molti dei quali sono stati intercettati. Un israeliano è rimasto ferito lievemente in un edificio di Sderot centrato in pieno. Colpite nelle stesse ore presunte strutture di Hamas in Libano del sud.

(Fonte – Remocontro)

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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