Il 2 aprile, si sono svolte le elezioni nel piccolo Principato di Andorra, dove la formazione del primo ministro Xavier Espot Zamora ha ottenuto una nuova vittoria.

Il 2 aprile, gli abitanti del più grande dei sei ministati europei, il Principato di Andorra, sono stati chiamati alle urne per rinnovare la composizione del Consell General d’Andorra, il parlamento unilaterale di La Vella, nel quale siedono ventotto deputati. La nuova tornata elettorale è arrivata dopo quattro anni di un governo di coalizione guidato dal primo ministro Xavier Espot Zamora, leader della formazione liberale ed euroscettica Demòcrates per Andorra (DA).

Dopo aver vinto le elezioni del 2019, DA si è confermata come la prima forza politica del Paese, riuscendo a rafforzare la propria posizione. Il partito di Espot ha infatti eletto quattordici deputati, tre in più della precedente legislatura, ottenendo 32,66% delle preferenze. Tra gli altri partiti che sostenevano l’esecutivo di Espot, Ciutadans Compromesos (CC) ha confermato i propri due seggi, mentre escono di scena i Liberals d’Andorra (LA), che perdono i loro quattro seggi dopo che l’ex ministro degli Affari Sociali, Judit Pallarés, ha deciso di abbandonare il partito. La stessa Pallarés, tuttavia, ha conservato il suo seggio sotto l’egida del suo nuovo partito, Acció per Andorra.

L’opposizione storica di centro-sinistra continua invece a perdere colpi, con il Partit Socialdemòcrata (PS) che passa da sette a soli tre scranni, fermandosi al 21,05% delle preferenze. I socialdemocratici scontano infatti l’emergere della nuova forza ecologista Concòrdia, che alla sua prima partecipazione elettorale elegge cinque deputati, classificandosi seconda con il 21,43% dei consensi. Completa il novero dei partiti presenti in parlamento un’altra formazione all’esordio elettorale, Andorra Endavant, con tre rappresentanti (16%).

All’orizzonte dunque si preannuncia un altro quadriennio di governo per il centro-destra, con Xavier Espot Zamora che avrà il suo secondo mandato, l’ultimo secondo quanto previsto dalla Costituzione andorrana. Il partito DA dovrebbe ottenere il sostegno dei deputati della lista Ciutadans Compromesos, raggiungendo la maggioranza assoluta. Per DA si tratterà dunque del quarto governo consecutivo, visto che prima di Espot le redini del governo erano state tenute per due mandati da Antoni Martí. Al contrario, i socialdemocratici non governano il principato dal 2011, mentre i liberali, che avevano governato ininterrottamente tra il 1994 ed il 2009, non saranno presenti nel nuovo parlamento.

Secondo gli analisti, Espot deve la sua rielezione alla capacità dimostrata nella gestione della pandemia. Gli altri argomenti che hanno tenuto banco in campagna elettorale, invece, sono il prezzo delle abitazioni, il diritto all’aborto e i rapporti con l’Unione Europea.

Il prezzo delle abitazioni, che ha raggiunto i 3.266 euro al metro quadro, sta destando forte preoccupazione tra la popolazione locale, che attribuisce questa impennata alla residenza di molti stranieri ricchi nel principato. Per quanto riguarda l’aborto, Andorra resta uno dei pochi Paesi europei dove l’aborto risulta essere illegale e punibile con sanzioni interdittive e anche carcerarie. Questo per via della forte influenza della Chiesa sul principato, visto che Andorra è un co-principato in cui il ruolo di capo dello Stato è diviso tra il vescovo di La Seu d’Urgell e il presidente della Francia. “Se la depenalizzazione dell’aborto entrasse nel dibattito in modo solido, i rapporti istituzionali con il vescovado di Urgell ne risentirebbero in modo significativo, ma è improbabile che ciò accada”, ha commentato l’accademico Miguel Ángel Belmonte, come riportato dalla testata spagnoal El Periódico.

L’accordo di associazione tra Andorra e l’Unione Europea, che deve definire come il Principato entrerà nel mercato comune europeo, è diventato un altro dei grandi temi con una divergenza di opinioni che ha monopolizzato i dibattiti. Secondo i sondaggi, il 43% degli andorrani è favorevole ad approfondire il rapporto con l’UE, ma questo significa che il 57% ha una posizione contraria o non del tutto favorevole a questa soluzione. Infatti, la linea del governo di Espot non è certamente europeista, e anche a questo si deve la conferma del primo ministro in carica. Coloro che invece sostengono la linea europeista, sperano invece che un’accelerata in questo senso possa arrivare grazie al sostegno del primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, che ha promesso la scorsa estate di dare slancio all’accordo di associazione quando occuperà la presidenza semestrale dell’Unione Europea, a partire dal 1° luglio.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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