Copertina del libro Primavalle, incendio a porte chiuse

La critica non è una passione del cervello, ma il cervello della passione, essa non è un bisturi, ma un arma.                         

Karl Marx

Roma. 16 aprile 1973. In piena notte, un incendio divampò in un appartamento di un condominio del quartiere popolare di Primavalle. Virgilio di 22 anni e Stefano Mattei, di 10 anni, figli di Mario Mattei, segretario della sezione locale del Movimento Sociale Italiano, persero la vita nell’incendio.
In occasione dell’anniverario dell’incendio a Primavalle i commenti di Giorgia Melloni e Ignazio La Russa hanno confermato che Fratelli d’Italia è il restyling del Movimento Sociale Italiano. Quello che i due personaggi hanno affermato sembra detto da Alleanza Nazionale.



Giorgia Melloni e Ignazio La Russa da Alleanza Nazionale a Fratelli d’Italia

Per capire cosa accaduto cinquant’anni fa a Primavalle è importante, pur con dei limiti, il libro Primavalle, incendio a porte chiuse, edito da Savelli e scritto da militanti di Potere Operaio e giornalisti autonomi.
L’incendio di Primavalle si sviluppa in modo del tutto difforme da come hanno preteso – tra l’altro smentendosi a vicenda – periti e magistrati. Questo è stato detto ed ora verrà dimostrato. L’incendio – come del resto è stato affermato dai Mattei, anche se i magistrati hanno rifiutato di verbalizzare – è scoppiato dentro l’appartamento del segretario missino e non sulle scale della sua abitazione; la tanica era all’interno della casa; sull’avvenimento pesa l’ombra di molti, troppi dubbi che circoscrivono sempre di più le responsabilità dell’inquieto ambiente missino di Primavalle.
Significativa è una lettera pubblicata in apertura del parlamentare del Partito Socialista Italiano Riccardo Lombardi.
Una lettera di Riccardo Lombardi Roma, 15 gennaio 1974
Caro compagno Lollo, non ci conosciamo di persona e tuttavia consenti che io ti chiami compagno, perché nel campo della sinistra non di comodo riconosco le differenziazioni politiche anche profonde (e fra queste, quelle che esistono tra noi due), ma non la discriminante che considera eresia l’errore eventuale; cioè comprendo, per principio, nel campo della sinistra tutti coloro che, anche con motivazioni diverse e con obiettivi intermedi differenziati, si battono concretamente per trasformare un sistema sociale di classe. La mia lettera non pretende di recarti altro aiuto che una manifestazione di solidarietà e la sola cosa che ti domando è di non considerarla una ipocrisia per salvare l’anima. Seppur non conoscendoci di persona, ti scrivo per dirti che il tuo arresto, la sua motivazione e l’incriminazione, per le condizioni in cui si svolsero ed indipendentemente da ciò che i diversi organi di stampa hanno pubblicato a tuo favore o contro di te, mi sono apparsi sin dal primo momento estremamente ambigui e rivelatori di una mentalità e di un proposito, conscio o inconscio, di vendetta di classe. Cioè, per essere precisi, a suscitare i miei dubbi è stata la considerazione della impareggiabile occasione («divina sorpresa!») che il tuo arresto e la tua incriminazione offriva, nel momento in cui la sistematica violenza nera si era rivelataa tanti dubbiosi, per accreditare una violenza «compensatrice» di sinistra e così… pareggiare i conti. Perciò ho ritenuto mio dovere di militante e di parlamentare farmi una idea personale di ciò che era avvenuto, ricordando scrupolosamente tutte le possibili informazioni, esaminando nella misura in cui ho potuto (e non è stata indifferente) le risultanze delle perizie (considera che ho fatto per 30 anni l’ingegnere) e sullo sfondo, le vicissitudini, di carattere procedurale attraverso cui la tua posizione si invischiava in un viluppo confuso, tendente a rendere oscure e dubbie le evidenze che pur sono indiscutibili: le evidenze, voglio dire, della tua innocenza e della mostruosa esiguità delle presunte prove che hanno portato alla tua imputazione. E’ per questa sicura coscienza, che tu sei innocente (e non, come qualcuno msuggerisce, colpevole solo di un errore), che io ho sentito e sento obbligatoria la solidarietà che ho manifestato genericamente anche prima, ma che oggi riconfermo. Comprendo bene che, almeno in questa fase, siamo tutti mrelativamente disarmati, data la costituzione autonoma dellamMagistratura, la insindacabilità da parte del Parlamento, la scarsa risonanza – fra tanto tumulto di tragedie in Italia e nel mondo – delle manifestazioni politiche. Tuttavia, non è dettoche quello che si può fare e si fa, se anche sprovvisto di immediate conseguenze, se anche non può individualmente giovarti (e forse anche ti nuoce perché esaspera certe mentalità persecutorie) non giovi alla collettività nazionale, contribuendo a fare del caso individuale «Achille Lollo» un caso più generale di lotta di classe, esercitata attraverso i poteri pubblici. Perciò è necessario seguire la tua vicenda in sede giornalistica e politica, dandole la necessaria risonanza prima e durante ilmprocesso. Da questo punto di vista, potrai contare anche sul mio modesto impegno, raccomandando anche ai tuoi legali di tenere permanentemente informati partiti e giornali di quellevicissitudini, in modo, per esempio, che fin da oggi appaia chiara, come non sempre lo è stata, la stranezza dell’insabbiamento alla istanza di scarcerazione e anche dell’intenzionale trasformazione di un collasso cardiaco in malattia psichica (che anche in Italia si pensi con interesse all’uso politico degli ospedali psichiatrici?). Compagno Lollo, questa mia lettera non può né poteva avere conclusioni. Incoraggiarti a resistere alla persecuzione, a tenere saldo e vigoroso l’animo mi pare superfluo, anche se questa esortazione ti viene da chi, in una lunga milizia, si è trovato a contare soprattutto sulla salvaguardia della sua costituzione morale e mentale. Desidero solo, se lo credi, che di questo mio modestissimo atto di solidarietà, tu informi tuo padre che non conosco, ma che so provato a sua volta  duramente dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti.
Ti saluto con viva cordialità.
Riccardo Lombardi
La lettera è una raccomandata, su carta intestata della Camera dei deputati e indirizzata al carcere di Rebibbia. E’ stata vistata dalla censura carceraria, di cui reca ben visibile il timbro.



Achille Lollo (Roma, 8 maggio 1951 – Bracciano, 3 agosto 2021)

Mentre si è dato rilievo all’anniversario dell’ incendio di Primavalle sono rimosse le stragi nere degli anni 70: piazza Fontana a Milano (12 dicembre 1969); l’attentato di Peteano (31 maggio 1972); l’attacco alla questura di Milano (17 maggio 1973); la strage di Brescia (28 maggio 1974); la bomba sul treno Italicus (4 agosto 1974); il massacro alla stazione di Bologna (2 agosto 1980). lo afferma Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale ANPI in una nota pubblcata anche su Il Manifesto del 18 aprile scorso.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy