A sinistra presidentessa non eletta Dina Boluarte con l’agente della CIA Lisa Kerenina(a), ora ambasciatrice degli USA. A destra il Parlamento molto poco popolare.
(a) Un giorno prima del rovesciamento di Castillo, infatti, l’agente della CIA diventato ambasciatore degli Stati Uniti Lisa Kenna ha incontrato il ministro della difesa del Perù, che ha ordinato ai militari di disobbedire agli ordini di Castillo quando il presidente democraticamente eletto ha citato l’articolo 134 della costituzione del Perù per sciogliere temporaneamente il congresso golpista e indire nuove elezioni e un’assemblea costituente.
Il Perù sta vivendo una grave crisi sociale e politica, e quella che abbiamo davvero è una grave crisi strutturale di governance, una crisi profonda e duratura che solo il popolo peruviano, che sta pagando un alto prezzo in vite umane, può risolvere. Durante le proteste di massa, iniziate lo scorso dicembre, l’esercito e le forze di polizia del Perú hanno usato illegalmente e in modo indiscriminato armi letali e altre armi potenzialmente letali nei confronti della popolazione, soprattutto contro i nativi e i contadini. A fine marzo i morti per la repressione sommavano a circa una settantina.
Alcuni dati statistici, pubblicati dal Geopolitical Economy Report dello scorso 16 aprile. Uno studio condotto dall’ importante società di sondaggi in Perù ha rilevato che il congresso golpista del paese ha un indice di approvazione di appena il 6%, con uno sbalorditivo 91% di disapprovazione. La presidente non eletta della nazione sudamericana, Dina Boluarte, ha l’approvazione di appena il 15% dei peruviani, con il 78% di disapprovazione.
Il popolo peruviano smetterà di protestare solo quando Dina Boluarte sarà cacciata e saranno elette nuove elezioni.

Bare di peruviani assassinati dalla repressione di Dina Boluarte

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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