This handout picture released by the state-owned company Ukrhydroenergo shows the Kakhovka hydroelectric dam which was damaged in Nova Kakhovka, near Kherson, on June 6, 2023. A Russian-held dam in southern Ukraine was damaged on June 6, with Kyiv and Moscow accusing each other of blowing it up while locals were forced to flee rising waters. The dam was partially destroyed by "multiple strikes", Moscow-installed authorities claimed just as expectations were rising over the start of Ukraine's long-awaited offensive. - RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / Ukrhydroenergo " - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS (Photo by Handout / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / Ukrhydroenergo " - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS

L’esplosione della diga ha già causato l’allagamento di alcune zone costiere. Gli effetti dell’inondazione colpiranno sopratutto la bassa riva sinistra del Dnepr, mentre la riva destra – controllata da Kiev – subirà danni inferiori. In questo modo Kiev spera di allagare le posizioni difensive russe, soprattutto i campi minati.

Inoltre sarà più facile per le truppe ucraine sbarcare e formare teste di ponte, il che potrà creare un presupposto per il ritiro delle Forze Armate russe. La probabilità che Kiev conduca l’offensiva principale nella regione di Kherson è ancora bassa: è troppo difficile garantire la logistica di una grande offensiva in un contesto del genere. Ma un attacco secondario a sostegno dell’attacco in direzione di Zaporozhye è abbastanza possibile.

Nel frattempo, il comando dell’esercito russo non è rimasto con le mani in mano. Già l’anno scorso è iniziato il reinsediamento dei civili dalla zona potenzialmente alluvionata, quindi per le Forze Armate russe l’attacco di oggi non è stato una sorpresa e si può prevedere che le truppe russe abbiano già attrezzato le posizioni di riserva sulle alture.

Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico della Crimea, la penisola è riuscita a fare a meno dell’acqua del fiume Dnepr per otto anni. L’anno scorso si sono iniziate ad accumulare riserve di acqua dolce da usare proprio in caso di un attacco del genere.

In generale, da tempo le autorità russe hanno preso in considerazione la possibilità che l’Ucraina faccia esplodere la centrale idroelettrica di Kakhovka e hanno preso i provvedimenti necessari.

Ad ogni modo, la distruzione della diga stessa potrebbbe segnalare l’imminente inizio dell’offensiva ucraina. Kiev eviterebbe di minarla inutilmente, solo per fare un dispetto alla Russia: il costo di un simile affronto è troppo alto.

Al di là di tutto, il governo ucraino aveva bisogno di una tragedia di queste dimensioni che facesse parlare tutto il mondo e riportasse in auge la crisi ucraina. Avrebbe potuto dare una spinta a nuove forniture di armi prima del vertice della NATO, distogliere l’attenzione dalla famigerata “controffensiva” che è già “in stallo” e decadere ciò che Zelensky aveva promesso in Sudafrica e in Giappone (ossia l’apertura del gasdotto per ammoniaca Togliatti-Odessa, cosa che per lui equivaleva a una morte politica). Così, ancora una volta i russi saranno incolpati e demonizzati da tutti, e l’Occidente avrà una motivazione per chiedere altre sanzioni.

Fonte

InfoDefenseITALIA
InfoDefense

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