Foto di Melting Pot

– Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

In attesa di leggere il testo definitivo dell’accordo raggiunto al Consiglio Europeo in materia di immigrazione e asilo il comunicato stampa di Bruxelles non lascia spazio a interpretazioni. Se il testo, versione rimodulata del New pact on migration and asylum del settembre 2020, venisse approvato anche nel Parlamento Europeo, avremo l’ennesima riprova che l’Europa di Altiero Spinelli dovrà restare un sogno irrealizzabile.

Fra le nefandezze previste la possibilità di deportare anche in un “Paese terzo sicuro” i richiedenti asilo giunti irregolarmente in Europa. Quali Paesi? La Libia dei lager, delle torture e degli stupri? La Tunisia in cui è istituzionalizzata la “caccia al nero”? L’Egitto e la Turchia, vere e proprie carceri a cielo aperto? L’accordo raggiunto prevede anche che in una ripartizione fra i migranti giunti in Europa, chi non accetta ricollocazioni nel proprio Paese debba pagare 20 mila euro per ogni persona non accolta e per questo non è stato ratificato da Ungheria e Polonia.

La vita di una persona vale questa cifra e non importa le ragioni per cui fugge dal proprio Paese. Se lo sguardo coloniale europeo lo considera un Paese da cui non si deve fuggire, l’ingresso nel nostro continente opulento è vietato. Vite di scarto, in violazione dell’articolo 4 della Carta UE dei diritti fondamentali. Inizia con questo scempio la campagna per le elezioni europee del 2024. Il 10 luglio prossimo, la rete Stop border violence inizierà una raccolta di firme in Europa (ICE, Iniziativa dei Cittadini Europei) per far sì che tale articolo costituente venga rispettato in tutto il continente. In un anno si dovranno raccogliere un milione di firme. Una risposta democratica e popolare al fascismo europeo mai osteggiato anche da sedicenti forze progressiste e liberali.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile nazionale immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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