Luca Buonaguidi

La pornografia della guerra è la morte della verità tra nuove fake news, il trend topic del giorno e il clickbaiting ossessivo che non ha bisogno di verifiche.

La morte della verità

Putin colpisce un ospedale pediatrico nel pieno delle sue attività. Altri dicono che fosse stato trasformato in zona di tiro dal battaglione Azov. (Tipico lancio di agenzia nelle due versioni, ma potrebbe valere per la notizia del crollo della diga o qualsiasi altro episodio dai fronti di guerra in Ucraina)

Anche questa è una notizia ancora da verificare anche se ormai è stata data come tale, soltanto che io che non sono un giornalista, sono uno psicologo, un semplice osservatore, e lo scrivo, i giornalisti del mainstream italiani no, tranne pochi altri a parte. All’estero ci vanno più cauti, ormai i media nostrani sono meri organi di propaganda e clickbaiting.

Quale sia la notizia vera e quella falsa sembra la riedizione del puerilstai con Putin o con Zelens’kyj della partita Iva di Voghera. Non è questo dirimente.

Se si guarda il mondo restando umani, senza fare il tifo se non per gli innocenti, c’è una sola verità: che in guerra non c’è rispetto per la vita umana, sia che quell’ospedale fosse pieno di bambini o di neonazisti, e preghiamo che non siano i primi.

Non è una novità, ma una tragica conferma che si rinnova ad ogni conflitto armato. Che fare? Alcuni compagni ormai parlano come invasati, se soltanto avessero fegato brandirebbero le armi dei buoni che benedicono nei loro post. Imbevuti di propaganda progressista, non ci si ragiona più come con i no vax, sono i no peace.

Altri si danno un gran da fare, organizzano consegna di beni di prima necessità e l’accoglienza ai profughi in arrivo. Per non parlare della prima linea della Croce Rossa, l’eroismo che non posta su Twitter. L’umanità migliore, purtroppo cannibalizzata dalla ferocia di un’invasione.

E poi ci sono io che scrivo, ci sei te che leggi, ci siamo noi che diserteremo ogni guerra che verrà e non abbiamo avuto dubbi davanti a questa guerra sporca che dura dal 2014 e non dal 24 febbraio 2022, ma che siamo inermi ed impotenti e come primo tentativo stiamo cercando di non rincretinire come i compagni che con una guerra in corso se la prendono con i pacifisti. Noi per cui questo è l’ennesimo Iraq, Siria, Afghanistan solo che stavolta sono gli altri ad aver invaso platealmente.

Sui nostri giornali si assistette curiosi al tentativo di far diventare buoni persino i capi talebani, figuriamoci se non c’è posto per questo vulnus del diritto internazionale di Zelens’kyj, coi suoi conti off shore a Panama e le mani sporche di sangue del Donbass, il capo di stato in mimetica su cui tanti colletti bianchi proiettano il proprio istinto di morte. Noi che, se esistono buoni e cattivi, siamo noi stessi entrambi le cose.

Ma non esistono. Esistono i carnefici e le vittime. Potenti e potentati che usano gente comune per perseguire interessi di parte, e noi gente comune. L’1% e il 99%.

Ma chi l'ha detto che i pacifisti in piazza non sono contro Putin

Sarebbe bello se un giorno trovassimo il modo di riconoscerci come maggioranza senza aspettare che tocchi il nostro turno in quanto nuova minoranza sotto il tiro del fanatico di turno.

Che i soldati vengano a dire a noi e ai nostri figli che siamo i nuovi bersagli in movimento, le nuove fake news, il nuovo trend topic del giorno.

La pornografia della guerra che si serve dei corpi degli innocenti mentre qualcuno paga per guardare, qualcuno produce lo spettacolo e tutta una filiera ingrossa il portafoglio a discapito di altri.

E in tutto questo ora diteci come vi viene in mente che la soluzione sia sostenere la dotazione di armi, giustificare le bugie sistematiche e criminali di Putin o i deliri apocalittici di Zelens’kyj.

Come si fa a non riconoscere dopo un intero Novecento con due guerre mondiali l’abominio di ogni guerra, anche della più giusta ammesso che la resistenza ucraina lo sia. Come si fa ad essere contro la vita fino a questo punto

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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