Un miliziano dell’ ELN e Gustavo Petro, presidente della Colombia
Colombia verso la pace, l’ELN inizia ad attuare il Il Comando Centrale dell’ELN, il massimo livello di leadership di questa guerriglia, ha ordinato a tutte le sue strutture sul territorio nazionale di prepararsi alla cessazione delle operazioni offensive, comprese le attività di intelligence contro la Forza Pubblica a partire dalle ore zero del 6 luglio. L’ordine è dato in ottemperanza all’accordo firmato dalle delegazioni il 9 giugno a L’Avana, Cuba, dopo la chiusura del terzo ciclo di dialoghi. Il comunicato di questa guerriglia spiega che l’ordine è dato a “comandanti della direzione nazionale, stato maggiore nazionale, comandanti di fronti di guerra, stato maggiore regionale e capi di strutture e squadre nazionali specializzate” e termina il 3 agosto. L’ordine, tuttavia, prevede che le unità di guerriglia debbano “mantenere attivi tutti i dispositivi di difesa e sicurezza per rispondere a minacce o attacchi da parte di qualsiasi gruppo o istituzione armata contro le nostre unità o contro la popolazione civile”.
L’alto commissario per la pace, Danilo Rueda, ha reagito all’annuncio affermando che “è l’impegno che è stato assunto nell’accordo di Cuba. Andiamo avanti con questo annuncio in cui l’ELN si assume pubblicamente la responsabilità di quanto potrà accadere dal prossimo 6 luglio in relazione ai suoi attacchi alla Forza Pubblica”. “È qui che verrà messa alla prova l’unità di comando che potrebbe avere l’Esercito di liberazione nazionale”, ha detto. Ha inoltre annunciato che il Presidente della Repubblica rilascerà un comunicato nello stesso senso di ordini espliciti e specifici alla Forza Pubblica.
Il 3 agosto dovrebbe entrare in pieno vigore il cessate il fuoco bilaterale e il 10 dello stesso mese la tavola rotonda darà inizio al quarto ciclo di negoziati a Caracas (Venezuela), che si spera l’ultimo.
Gustavo Petro sostiene che la Colombia non è una democrazia completa o una repubblica stabile a causa dei problemi di violenza che ha subito durante i suoi duecento anni di storia. La nazione ha vissuto una serie di conflitti armati, sovrapposti l’uno all’altro, che hanno inondato di morti il suo territorio. Non è facile trovare un colombiano, soprattutto nelle zone rurali, che non abbia un padre, un fratello, un cugino o uno zio che non sia stato rapito, assassinato o aggredito in qualche occasione. Il nuovo presidente, con appena due settimane di mandato, si è prefissato di guidare il Paese verso la pace totale come lui stesso la definisce, ponendo fine una volta per tutte a questo ciclo perverso che nemmeno i massimi esperti di sicurezza, presidenti con approcci diversi, né la forza pubblica ha saputo fermarsi. La sfida sembra corrispondere alla fiducia di Petro in se stesso.
Gustavo Petro