Aleksandra  Kollontaj

Su Il Manifesto di domenica scorsa Paola Ferretti ha recensito La valchiria della rivoluzione della storica Hélène Carrère d’ Encausse, edito da Einaudi. Una biografia di Alexandra Kollontaj. Nella recensione non si accenna al rapporto tra Alexandra Kollontaj e, probabilmente anche il libro non racconta nulla in merito.               

ALEKSANDRA E TINA                           Quando Alexsandra Kollontaj era ambasciatrice in Messico Tina Modotti frequentò l’ambasciata dell’ Unione dovietica, dove nel 1925 fotografò Vladimr Maiakovski di passaggio a Città del Messico diretto negli Stati Uniti o guardò film sovietici come Que viva Mexico! di Sergei Ejzenstein. Alexsandra e Tina fecero amicizia. Alessandra chiamava Tina, Tinotchka. Christiane  Barkhausen Canale nel suo libro  Tina Modotti: Verità e Leggenda racconta di aver incontrato a Berlino il biografo di Kollontai che le mostrò una fotografia di Alleksandra Kollontaj fuori dell’ ambasciata di Città del Messico con la dedica:” Para mi amiga de toda la vida, mi inconfundible entranable y querida Tinotchka, Aleks.”  

Vittorio Vidali nel suo libro Ritratto di donna racconta che Tina gli disse di Aleksandra Kollontaj le seguenti parole:
” Era una donna stupenda, una personalità indimenticabile. Sempre mi tratttava con grande cordialità e mi raccontava ridendosi di alcuni amici messicani che le avevano detto che non avevo una buona fama tra la gente bene del Messico e nella colonia straniera per aver posato nuda per Weston e anche per il famoso affresco di Rivera che mi ha dipinto nuda nella Cappella di Chapingo, mi raccontò anche come in gioventù avevano parlato di lei, aggiungendo che aveva sempre fatto ciò che riteneva corrette senza preoccuparsi della opinione o delle cattive lingue… Sempre era stata una rivoluzionaria sincera;aveva servito lealmente al suo paese e riguardo alla sua vita personale la considerava affar suo e di nessun altro. Questa conversazione mi fece bene, perché quelli erano anche miei concetti, benché avessi passato momenti di depressione e insicurezza a causa delle dure critiche e dei giudizi ingiusti espressi da amici e compagni, uomini e donne.”

Tina Modotti

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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